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Quel terrorista fu ucciso dai servizi segreti: sapeva troppo sulle stragi?

di Franco Scottoni - 11/10/2012


Ufficio del giudice istruttore Luigi Gennaro, giovedì 18 febbraio: dalla stanza del magistrato esce un gruppo di periti giudiziari. Il magistrato gli ha appena affidato una perizia sulla morte di Pierluigi Pagliai, l' estremista di destra, colpito a morte in Bolivia e trasportato in coma in Italia, dove morirà all' ospedale S. Camillo il 5 novembre 1982 senza aver ripreso conoscenza. Dall' epoca della sua morte, più nulla si era saputo sulla vicenda Pagliai, sembrava che le vicissitudini dell' estremista fossero finite nel nulla malgrado che il suo nome fosse apparso tra quelli coinvolti nelle stragi e in particolare nella strage alla stazione di Bologna. Invece si è appreso che il giudice Gennaro sta intensamente lavorando sull' uccisione di Pagliai nel tentativo di far completa luce sull' attività svolta dall' estremista, braccio destro di Stefano Delle Chiaie. Il primo elemento concreto di questa istruttoria è l' intestazione del fascicolo giudiziario: omicidio premeditato. Anche se ancora il magistrato procede contro ignoti, l' inchiesta ha fatto grossi passi in avanti. Sono stati appurati episodi che chiamano in causa i servizi segreti della Bolivia, degli Stati Uniti e dell' Italia ma emergono anche sospetti che il governo italiano, al corrente di alcune circostanze relative alle stragi sui treni, rese note da Pagliai all' ambasciata americana di La Paz, le abbia coperte col segreto di Stato. Le indagini del giudice Gennaro, lo stesso che si recò, lo scorso anno, in Venezuela a prelevare i documenti sequestrati a Delle Chiaie, avrebbero permesso di ricostruire quanto avvenne al momento della cattura di Pagliai. Non si trattò di uno scontro a fuoco ma di un omicidio premeditato. I servizi segreti italiani e la Cia avevano progettato di catturare l' estremista di destra. Sembra che Pagliai avesse deciso di ritornare in Italia e di vuotare il sacco sulla strage alla stazione di Bologna, alla quale affermava di essere completamente estraneo. Il piano della sua cattura venne messo a punto dagli agenti segreti boliviani, americani e italiani. Questi ultimi avevano organizzato il rimpatrio immediato di Pagliai, mettendosi d' accordo con l' Alitalia che aveva reso disponibile un Dc 10 di linea. La trappola scattò la domenica del 10 ottobre 1982, l' estremista, soprannominato in Italia puttino, fu fermato da agenti boliviani in borghese in una piazza di Santa Cruz de la Sierra, davanti ad una chiesa, mentre transitava con la sua auto. Mentre usciva dal posto di guida con le braccia alzate, un agente boliviano di cui il giudice Gennaro conoscerebbe le generalità, da dietro, gli avrebbe sparato a bruciapelo due colpi di pistola. Una vera esecuzione, tuttavia i proiettili, finiti alla base del collo e sulla nuca non uccisero il Pagliai che creduto morto o in procinto di morire fu trasportato in un ospedale boliviano. A questo punto avviene un fatto singolare. Le autorità boliviane, malgrado il parere contrario dei sanitari, decidono di consegnare l' estremista agli agenti dei servizi segreti italiani, come era stato già stabilito nel piano della cattura, malgrado le sue gravissime condizioni. I nostri OO7 accettano di trasportarlo ma pretendono l' assistenza di due medici a bordo del DC 10. Ed è proprio sul trasporto di Pagliai che il giudice Gennaro ha ordinato, giovedì scorso, una perizia medico-legale. Il magistrato vuol appurare se esistano delle responsabilità dei nostri servizi segreti dal punto di vista sanitario cioè se quel lungo viaggio in aereo, dalla Bolivia all' Italia, possa aver compromesso la vita dell' estremista. Inoltre il magistrato vuol appurare chi diede in Italia l' incauto ordine di far viaggiare una persona in fin di vita. Ma di episodi singolari, l' istruttoria ne contiene molti. Ad esempio, nei mesi scorsi il giudice Gennaro, attraverso le autorità italiane ha chiesto alla magistratura boliviana di potersi recare a La Paz per interrogare per rogatoria alcuni testimoni e, se possibile, l' agente che sparò a Pagliai. I giudici boliviani rispondono che accettano la trasferta del magistrato, al tempo stesso chiedono la reciprocità, anche loro vogliono venire in Italia, sembra per interrogare Stefano delle Chiaie. La proposta viene accettata ma mentre si stanno decidendo, tra i magistrati dei due Paesi, le date per le reciproche trasferte arriva, al governo italiano, una comunicazione del governo boliviano: la Costituzione di quel Paese non prevede la presenza di un magistrato straniero. Chi ha sollecitato questo intervenuto per impedire al magistrato italiano la trasferta in Bolivia? Infine si è appreso che puttino era a stretto contatto con l' ambasciatore Usa a La Paz, inoltre che incontrava molto spesso il criminale nazista Klaus Barbie, la cui cattura avvenne nello stesso periodo dell' uccisione di Pagliai. Molti documenti che riguardano l' estremista, forse le sue rivelazioni, sarebbero state inviate dagli agenti della Cia alle autorità americane, ma c' è il sospetto che anche il governo italiano conosca quelle carte. Sulla vicenda Pagliai sta indagando anche il pm Salvi, cui è stata affidata un' inchiesta parallela.
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