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Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile

di Claudio Risé - 29/05/2013


vanniluiabortoLui e l’aborto: che ne è dunque del padre?

(Di Claudio Risé, Prefazione al libro di Antonello Vanni, “Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile“, Edizioni San Paolo, 2013)

Il libro che state per leggere ha un valore storico: infrange per la prima volta il tabù che ha finora oscurato in Italia il rapporto tra i padri e i loro figli abortiti.
Che ne è di questa relazione iniziata con la fecondazione, e poi interrotta con la violenza prima della nascita? Per il bambino possiamo solo pregare. Ma che accade a quel padre, che a volte ha dato il via a quell’azione mortifera; e che per solito, comunque, non ha osato opporsi? Cosa ne è poi di quegli altri padri che hanno cercato di dire no, sfidando una sconfitta già scritta nella legge dello Stato? E andando incontro all’inaudita umiliazione (scritta dalla legge anche quella) del non aver voce ascoltabile, come non l’ha potuta avere il figlio? Cosa ne è infine del rapporto tra la madre e il padre, dopo questo lutto?
Il libro, il primo scritto su questo argomento in Italia, non può naturalmente rispondere esaurientemente a tutte queste impegnative domande. Il tabù posto sulla relazione tra i padri e i figli abortiti, in omaggio al principio stabilito ideologicamente secondo il quale “l’aborto riguarda solo le donne”, ha tra l’altro impedito addirittura la raccolta di gran parte dei dati necessari per rispondervi. È ciò che accade quando appunto si decide sulla base di ideologie, e poi si è obbligati a difendere le scelte adottate scoraggiando o impedendo ogni ricerca che possa produrre risultati contrari all’assunto di partenza. In ogni caso il materiale raccolto dall’autore col suo scavo pionieristico è di grande interesse per stimolare finalmente anche in Italia la partenza di studi e ricerche in questo campo, purtroppo ancora molto frequentato, e dolorosissimo.
Decisiva, e rilevante per tutta la società, è la tuttora diffusa sottomissione maschile all’idea che l’aborto non li riguardi. È questa una delle manifestazioni della crescente passività dell’uomo nell’occidentale “società senza padri”.
Un padre a cui nessun padre ha trasmesso il sapere della responsabilità maschile nei confronti della famiglia, non saprà (ma neppure spesso vorrà), difendere la vita del figlio. Il tema dell’aborto interseca dunque subito quello dell’implosione del maschile e della sua cultura nella società tardo moderna. Le leggi sull’aborto, che hanno tolto ai padri ogni diritto di parola (e persino ad essere ascoltati) sulla vita dei loro figli sono state votate da Parlamenti a grande prevalenza di uomini. Si tratta di una scissione tra il potere maschile e la vita nascente, tra le istituzioni e la continuazione della vita, sulla quale occorrerà riflettere, a lungo. E lavorare, e cambiare, molto.
Tuttavia la “dimissione” del padre dalla questione della vita del figlio è di natura soprattutto ideologica, mentale, non affettiva. Il “cuore” maschile, che Antonello Vanni qui ci presenta, è profondamente ferito, e non per vanità. L’anima, la psiche si ribella alla soppressione della nuova vita (che rappresenta anche, sempre, le proprie possibilità di rinnovamento). La depressione o i diversi disturbi psichici che si impadroniscono del padre dopo la decisione di sopprimere il bambino, e poi dopo l’aborto, parlano proprio di questa ribellione profonda, ed il libro presenta questi materiali con precisione, e partecipazione emotiva. Evitando dunque quel rischio di “neutralità sociologica” che, nelle questioni di vita o di morte, come questa, agisce come ulteriore diffusore delle patologie presenti nella società.
Questo libro è infine prezioso perché il suo autore si impegna a presentare gli elementi di speranza pur presenti nel campo dolente dell’aborto. Che certo è storia di lutti, ma è anche, per fortuna, storia d’amore. Come sempre accade nella storia umana infatti, anche qui la tragedia e la morte hanno generato amore, speranza, intervento vitale. L’ultima parte “percorsi di guarigione” presenta appunto queste esperienze di condivisione e cambiamento profondo, tuttavia già intuite e presenti fin dall’inizio del libro con la loro azione di benedizione.
Un libro che ci impegna tutti. Il tempo del guardare altrove è ampiamente trascorso.