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La vispa Michela

di Marino Badiale - 29/12/2013

Fonte: il-main-stream.blogspot

Occorre dire con chiarezza che uno dei motivi della decadenza del nostro paese è il crollo degli intellettuali, la loro rinuncia alla comprensione e alla critica del reale. Abbiamo già parlato in vari modi di questi temi, ma occorrerà tornarci ancora. Un'occasione è l'intervista di Michela Marzano apparsa sul Fatto quotidiano del 27 dicembre. Michela Marzano è una giovane studiosa di filosofia, piuttosto nota, che insegna in Francia ed è deputata PD al Parlamento italiano. Non ho avuto occasione di leggere i suoi libri, ma sono convinto che essa sia nel suo campo una valida studiosa. Appunto per questo è interessante notare come la sua intervista riveli una totale incomprensione della realtà. Michela Marzano ha infatti scoperto da deputata che “anche il Pd era intriso dei vecchi meccanismi della politica”, e che “la scelta di candidare persone nuove, provenienti dalla società civile, a partire da me, dipendeva più dalla voglia di portare delle figurine, che da una reale volontà di cambiamento”. E tutto questo per lei “è stato uno choc”. Benvenuta nella realtà, verrebbe da dire. Ma a che serve fare dell'ironia? È più interessante notare che Marzano è passata a Renzi con la motivazione che “noi dobbiamo portare in Italia giustizia sociale”. Che è un po' come De Gregori che vota Monti per tutelare le fasce sociali più deboli. Di fronte a simili esempi di totale inintelligenza della realtà, verrebbe davvero da dire che, se questa è la cultura, è meglio lasciar perdere e occuparsi del calciomercato. Per ragioni di serietà intellettuale, preciso.
Ma lasciamo perdere le battute e passiamo alle cose fondamentali. Un'intervista come questa ci dice che Michela Marzano non ha capito nulla, ma proprio nulla, delle fondamentali dinamiche economiche, sociali e politiche che negli ultimi trent'anni hanno radicalmente mutato la realtà dei paesi avanzati. E poiché Michela Marzano non è né stupida né ignorante, questo è un sintomo di qualcosa di importante. E cioè del fatto che il ceto intellettuale di sinistra ha totalmente abdicato alla propria funzione, quella appunto di stimolare la comprensione critica del reale. Non possiamo più aspettarci nulla, ma proprio nulla, da intellettuali come Michela Marzano. Non abbiamo nulla a che spartire col ceto intellettuale di sinistra. Dobbiamo fare da soli. Dobbiamo andarcene. Per citare le parole scritte trent'anni fa da un intellettuale vero, dobbiamo lavorare ad “una congiura in piena luce”:

“Che i giovani si separino, invece. Li invito ad una dissidenza meno teatrale e vistosa di quella del '68 ma più spietata e intransigente. A una clandestinità; che nulla abbia di quella terroristica. A una segretezza; che nulla abbia della P2. Una congiura in piena luce che non perdoni nessuno e non renda facondo il disprezzo; e che, con tenacia da formica, ripensi e rifondi le ragioni di una democrazia, proponendosi un “fino in fondo” che implica la più radicale condanna, quella dell'oblio, per chi li avrà ingannati” (F.Fortini, da “L'ospite ingrato”, Marietti 1985, pag.171)