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Se anche in Francia i diritti regrediscono

di Marcello Di Vincenzo - 14/01/2014


       In questi giorni di attualità inconsueta, il popolo francese è a dir poco frastornato. E’ sempre più difficile riconoscere la Francia attuale come la culla dei Droits de l’Homme, anche se la recente classifica sulla libertà di stampa la posiziona 20 posti avanti all'Italia. All’estero come oltralpe, in questi giorni si parla solo di Dieudonné e delle scappatelle presidenziali e ai francesi sembra quasi di vivere una situazione irreale con un paese che è alle prese con la crisi più grave della sua storia.
        Da 20 giorni il ministro dell’interno Valls, chiamato anche “soubrette de l’interieur” per il suo presenzialismo mediatico, ha imbastito una campagna senza precedenti contro l’umorista Dieudonné, senza concertare nessuno, né il presidente Hollande, né il guardasigilli Taubira. Ma andiamo con calma, Dieudonné è un umorista di origini africane, che esordí  una ventina di anni fa in coppia con il comico ebreo Eli Semoun, con il quale lo lega ancora una profonda amicizia. Da anni però i suoi spettacoli sono conditi di battute antisioniste fino a un chiaro e emancipato antisemitismo. Come ho detto, sono anni che mischia alla sua verve comica, forse la più performante oggi in Francia, attacchi a volte anche nauseabondi contro gli ebrei. Ma allora perché agire solo ora? A molti Valls, le cui ambizioni presidenziali non sono mai state nascoste, ricorda molto il ministro Sarkozy, che amava tirare parecchi colpi bassi e rubare la scena al mai amato Chirac, scalpitante di prenderne il posto.
       Prima però, bisogna capire come mai il migliore amico dell’ebreo più conosciuto del paese, sia diventato antisemita. Dagli anni 80 in Francia si è passati dal modello di "assimilazione" verso gli immigrati a quello di "integrazione", cioè se prima gli immigrati erano spinti a assumere la cultura, la lingua e gli usi francesi, dagli anni 80 si è preferito invece il modello anglosassone di "integrazione", gli immigrati cioè mantengono la propria cultura e i propri usi, dando di fatto vita al multi comunitarismo e mandando  al diavolo una volta per tutte l’unità nazionale, vero nemico del progetto mondialista alla base anche dell’Unione Europea. Dall’epoca di Mitterand allora, ogni comunità ha iniziato a rivendicare i propri diritti, e c’è stata quasi una corsa alla vittimizzazione verso il francese gallico e colonizzatore. Gli ebrei da dopo il 68’ misero su un vero e proprio movimento di opinione per far includere la Shoah fra le verità repubblicane innegabili. Ecco allora che con la legge Besson, si vieta ufficialmente a chiunque di negare la tragedia dell'olocausto, pena la prigione. Fine anni 80' venne il turno delle popolazioni di colore e negli anni 90' quello delle ex colonie magrebine(calmati gli animi sulla guerra algerina). Gli ultimi anni di Chirac e quelli di Sarkozy sono chiamati anche gli anni delle repentence coninue, ovvero delle scuse in continuazione, in cui ogni mese, il presidente della repubblica si scusava con una comunità in particolare per gli errori del passato del popolo francese. La corsa alla vittimizzazione fu tale che l’icona nazionale Aznavour di origine armena, minacciò in pubblico Sarkozy di non dare più il voto della comunità armena al suo partito, qualora non fosse stato riconosciuto il genocidio armeno al pari degli altri, ma sappiamo quale fu la reazione turca in tal senso, e la corte costituzionale si oppose dicendo che non si poteva obblgare per legge qualcuno a pensare che il genocidio armeno fosse veramente esistito, si sarebbe violato la libertà di pensiero…( lo stesso però non valeva per il genocidio ebraico). In quest’ottica Taubira, attuale ministrio della giustizia, fece una legge(questa passo’ invece senza opposizioni della corte costituzionale) che includeva nelle verità repubblicane da non poter negare, la tratta dei neri, ma non in toto, solo quella gestita dai francesi, tacendo difatti il ruolo preponderante avuto dalle popolazioni arabe nel sequestro e nel commercio dei neri e della tratta schiavista interna allo stesso continente africano. Ebbene Dieudonné, figlio morale potremmo dire di Taubira, volle fare un film sulla tratta schiavista, sulla falsa riga dei tanti film fatti sull’olocausto, e li si trovo’ le porte chiuse di tutto lo star system. Nessun altra tragedia della storia era comparabile alla shoah, e contro il parere del CRIF(organo centrale della comunità ebraica di Francia) non si girano neanche 30 secondi di pubblicità nel mondo dello spettacolo francese. Da questo momento Dieudonné inizia una vera e propria battaglia contro gli ebrei, fino a convertirsi all’islam e lanciare un appello in Iran ai cristiani, per convertirsi all’islam e finire gli ebrei una volta per tutte. Tutti conoscono il suo pensiero da anni, ebbene Valls, ha scelto  di perseguitare platealmente Dieudonné solo in questi giorni, andando contro ogni regola costituzionale per i propri fini e non per combattere l'antisemitismo. Se veramente era l'antisemitismo a stargli a cuore, avrebbe dovuto in quel caso iniziare dalle scuole delle Banllieu, dove i ragazzi impediscono ai professori anche di nonminare la parola "ebreo" e certe verità repubblicane devono essere assolutamente evitate nei programmi di storia. Ma con questa manovra, Valls In un colpo solo ha mostrato ancora una volta di essere più garante dei diritti del presidente stesso, riscattando la sua immagine un po' macchiata dai suoi propositi razzisti sui Rom, ha messo fuori gioco la sua rivale dentro il PS per l’Eliseo, Christina Taubira, madre putativa di Dieudonné che di fatto si é eclissata in questi giorni. Ma soprattutto Valls ha ripetuto in ogni intervista la vicinanza ideologica fra Dieudonné e il Front National,  quasi a voler cancellare il processo di dediabolisation del Front National fatto da Marine Lepen. Peccato però che Dieudonné non abbia mai incontrato Marine, è figlio di immigrati, musulmano e il suo pubblico sia in gran parte di origine magrebina, gli stessi magrebini che han votato al 93% per Hollande, regalandogli di fatto la vittoria. Quindi se c'é una continuità politica di Hollande questa é proprio con il PS. E qui si evince tutta l’ipocrisia di questa campagna. Mentre astutamente Valls faceva parlare di Dieudonné, nello stesso giorno a Parigi sono stati uccisi 2 uomini in un bar vicino l’Operà in un agguato mafioso, un custode di una residenza scolastica è stato massacrato dagli stessi studenti e a Marsiglia sono ripresi gli omicidi fra le varie comunità. Incapace di porre qualsiasi argine contro la violenza che sta soffocando il paese, l’unica cosa che il governo ha fatto in queso inizio 2014 è abbassare i limiti di velocità sulle tangenziali da 80km/h a 70km/h. Un solo autovelox in bretagna l'anno scorso ha realizzato più di 250.0000 multe. Incapace cosí di agire contro la vera criminalità, per non urtare le comunità di referenza, incapace di risollevare l’economia del paese in caduta libera, poiché di fatto tutti i poteri sono passati a Bruxelles, l’unica cosa che resta da fare é di montare dei casi ad hoc per tenere occupata l’opinione pubblica. Appena sgonfiato il caso Dieudonné, la rivista Closer butta in pasto la storia di Hollande e la sua nuova amante. Il partito socialista dice che si tratta di vita privata, e si rifiuta categoricamente di commentare, peccato che Hollande nella sua vita privata, andasse con la scorta dall’amante e i poliziotti dovevano andare a compragli anche i crossant dopo che aveva consumato l’amplesso. Se vi derubano a Parigi e chiamate un commissariato vi dicono pure che sono sotto effettivi. Immaginate cosa sarebbe successo in Italia(Berlusconi, Marrazzo docet).
         A complicare le cose c’è stato il ricovero in ospedale dell’attuale compagna del presidente, avvenuto venerdi, ma tenuto nascosto fino a ieri sera, inoltre si é scoperto che l’appartamento dove avvenivano gli incontri galanti era di un capo boss della mafia corsa, i cui omicidi negli scorsi mesi han superato anche quelli della camorra e della 'ndrangheta. Che dire, veramente delle strane coincidenze se si pensa che oggi ci doveva essere la conferenza annuale di Hollande di fronte a tutta la stampa per rilanciare il paese, l’annuncio della pausa burocratica e fiscale, e invece dovrà parlare di cosa succede nella sua alcova. E di certo non basterà dire che lo status di premiere dame non esiste, per evitare di affrontare le questioni, anche perché magari lo status non esiste, ma alla premiere dame spetta un ufficio all'Eliseo, un porta parola, un assistente e degli addetti alla sicurezza, tutti pagati dalle tasche pubbliche dei francesi.

        Ma cio’ che si è consumato in questi giorni più che avvicinare l'Eliseo a palazzo Grazioli, avvicina la Francia agli ex paesi sovietici per l'indietreggiare quotidiano dei diritti fondamentali. Partiamo da Dieudonné, il ministro Valls fa un esposto al tribunale amministrativo per far interdire lo spettacolo a causa dei contenuti, il giudice giustamente rigetta l'atto, poiché la censura preventiva, cioè prima di sentire cosa dice Diuedonné è antirepubblicana, Valls allora fa appello al consiglio di stato, che si riunisce miracolosamente 2 ore dopo. Come in Italia per passare diversi gradi di giudizio ci vogliono mesi e anni, ma contro Dieudonné unico caso in tutta la storia francese in 2 ore ci sono stati 2 gradi di giudizio sullo stesso fatto. Il consiglio di stato ha deciso in mezz’ora, con l’avvocato di Dieudonné a 400km e quindi senza neanche contraddittorio e diritto alla difesa, che il comico fosse interdetto. Fatalità il magistrato che ha emesso la sentenza(era solo in quel pomeriggio al consiglio di stato), era ebreo, nipote del famoso Drefus, nominato da dei vicini di Valls. Non solo, il giorno dopo Dieudonné indice un nuovo spettacolo, in modo che le accuse che valevano per il vecchio non potessero essere usate per il nuovo, che nessuno aveva mai visto. Qualora ci fosse stata un'altra condanna voleva dire che si interdiva la persona e non i contenuti, cosa inammissibile in qualsiasi paese democratico e non, e invece fu quello che avvenne, al punto che anche la LICRA, lega contro il razzismo, vero vivaio del partito socialista, disse che si é di fatto messo dei limiti alla libertà di espressione nel paese. Chi ha compiuto questo gesto lo ha fatto col senno di poi, infatti Valls ha già detto che grazie a queste sentenze si potrà finalmente mettere mano al web, unico spazio libero dove i dissidenti dell'europa e i sostenitori di Melanchon e Lepen possono avere accesso alle notizie censurate dalla stampa ufficiale. Stampa ufficiale che ha dovuto nel giro di qualche ora ritirarare dai propri siti la notizia su Hollande, mentre ormai il resto del mondo non parlava d'altro. Sembrava di essere in Corea del Nord. Infine una piccola nota su un avvenimento politico di rilievo. Qualche giorno fa si é votato in parlamento il ritiro dello status di senatore a Dassault, quarto uomo più ricco del paese, proprietario della prima azienda bellica del paese e del più importante gruppo mediatico, fra cui anche le Figaro. Ebbene si é scoperto che questo signore comprava i voti della propria candidatura direttamente dalla mafia magrebina che gestisce il traffico di droga nel suo dipartimento, ha fatto patti con loro per la spartizione della città e i capi banda andavano direttamnte nel suo ufficio a chiedergli il pizzo. Tutta l'opinione pubblica francese, nei giorni precedenti aveva fatto il parallelo con il caso Berlusconi, con il motto "Dassault – Belusconi stessa lotta". Ebbene nonostante facesse parte del gruppo di minoranza del partito di Sarkozy, grazie al voto segreto dei socialisti di Hollande Dassault é stato salvato. Almeno stavolta l'Italia si é dimostrata superiore ai cugini e va detto a chiare lettere. Il fatto che poi Dassault, eletto del partito di destra UMP, abbia dato pubblicamente il suo appoggio e dei suoi giornali a Valls del partito socialista di qualche mese fa, a noi italiani macchiavellici farebbe chiudere il cerchio, ah les italiens!