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La Boldrini, l’M5S, la democrazia e la violenza sulle donne

di Luigi Tedeschi - 05/02/2014

Laura Boldrini anche oggi attacca l’M5S. ”Tanti vogliono migliorare le istituzioni e il loro lavoro non può essere rovinato da chi vuole solo distruggere“, parla la Boldrini nel programma di Massimo Giletti su Rai Uno. “I Cinque Stelle non sanno utilizzare gli strumenti democratici, messi a disposizione dell’opposizione dalla Costituzione. Devono imparare“. Ha proprio ragione: i deputati M5S devono ancora imparare e non sanno usare bene gli strumenti della nostra “democrazia matura”. La Boldrini e, in generale, la maggioranza che ci governa invece sì. Li sa usare talmente bene che, ormai, li abusa sistematicamente.

Gli M5S, dopo che la Boldrini aveva “ghigliottinato” il loro ostruzionismo, intendevano mettere in atto una occupazione simbolica e non violenta degli scranni del governo, per poi lasciarsi allontanare dai commessi della Camera (gli unici autorizzati a questo). Occupazione simbolica di quegli scranni da cui l’attuale governo Letta – e non simbolicamente – sta rovesciando addosso agli italiani un diluvio di decreti-legge ormai ampiamente fuori da ogni leggittimità, uno più incoerente dell’altro, dove c’è di tutto e di più, fino alla drittata (molto democratica?) di far passare nello stesso decreto sia l’IMU che “Sbankitalia”, cioè l’appropriazione dei soldi degli italiani da parte delle banche, mascherata da aumento delle quote di Bankitalia (vedi l’articolo di Marco Della Luna nel nostro blog). I deputati M5S avranno pensato che l’ostruzionismo parlamentare, l’occupazione simbolica e la resistenza passiva fossero un gesto pacifico e democratico, con una consolidata tradizione alle spalle in tutti i paesi civili. E invece si sbagliavano.
Il vero gesto democratico l’ha compiuto il questore Dambruoso che, con la scusa della “bagarre” in aula, ha allungato una sostanziosa sventola alla deputata M5S Loredana Lupo e poi non contento, ormai fuori dalla mischia  – come si vede chiaramente nel filmato sul blog di Grillo – l’ha spintonata mentre cercava debolmente di difendersi, forse incredula per tanto…..impeto democratico. Perchè – come hanno ripetuto fino alla nausea giornali, TV e radio – Loredana Lupo e i suoi colleghi M5S, eletti inopinatamente al Parlamento da 9 milioni di italiani, sono dei violenti, antidemocratici, eversivi, fascisti, nazisti, e anche – parola della Boldrini – “potenziali stupratori”. Avrebbe dovuto dire virtuali, trattandosi del blog di Grillo, dove sono comparse delle provocazioni assai infelici che hanno prodotto – purtroppo – commenti ancora peggiori e certamente fuori luogo, ma comunque “virtuali”.
Invece, la violenza sulla deputata M5S è stata “reale” ed effettiva, e fatta da un questore, cioè proprio da chi dovrebbe garantire i deputati nel Parlamento. Mi chiedo che senso ha tutta la retorica del “no alla violenza sulle donne“ , ripetuta da Laura Boldrini in innumerevoli convegni, dibattiti e interviste, con l’esternazione di saggi consigli sulla necessità che i bambini vengano educati al rispetto delle differenze di genere. Che ne dice invece della normale, semplice  educazione, quella che, ad esempio, non permetterebbe di picchiare una donna inerme ed indifesa?
I deputati M5S hanno dichiarato di non sentirsi più rappresentati dalla Boldrini, e forse dovrebbero fare un po’ di autocritica sul come e perchè l’hanno votata anche loro, contribuendo alla sua elezione alla terza carica dello Stato. Ma sicuramente Laura Boldrini non può rappresentare noi donne, dopo aver praticamente avallato questa violenza su una donna che stava esprimendo la sua opposizione democratica. Proprio lei che, da presidente della Camera, aveva il sacrosanto dovere di indignarsi e difenderla, come donna e come parlamentare.