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Le Olimpiadi di Sochi: Resurrezione della Russia millenaria

di Chems Eddine Chitour - 14/02/2014


“La critica è facile, ma l’arte è difficile”
Philippe Néricault (Destouches), attore e drammaturgo francese (1680-1754)

1901863Ecco, Sochi scintillava di mille luci! Nonostante le critiche infondate, e anche sprezzanti dell’occidente, per guastare la festa. I media francesi non sono da meno. Guidati dal quotidiano Le Monde, di cui ci si rende conto essersi allineato, i media attaccano in supporto dell’impero. Tale quotidiano si permette di sentenziare: Vladimir Putin non salirà sul podio. E’ stato esattamente il contrario! Un grande spettacolo su misura della grande Russia, che l’impero aveva seppellito troppo in fretta. In 12 scenografie abbiamo avuto la storia dell’Impero russo, con la grande rivoluzione del 1917 come suo passaggio. La Russia di Gorkij, Pushkin, Dostoevskij, Tolstoj e Shostakovich che scrisse in pieno blocco di Leningrado la sua celebre sinfonia in omaggio alle centinaia di migliaia di combattenti della resistenza che, in ultima analisi, sconfissero l’esercito tedesco del feldmaresciallo  Paulus. Abbiamo avuto il “Lago dei Cigni” di Chajkovskij. Abbiamo avuto la conquista dello spazio, conquista dell’animo russo indipendentemente dal regime. La stampa francese rivaleggia in malizia, gelosia e imparzialità nel sminuire la bellezza e la perfezione di questi giochi. Come al solito, i giornalisti francesi, senza dubbio frustrati dal fatto che la Francia sia stata rimossa dai giochi quando venne nominata sette anni fa, fanno di tutto per svalutarli pur sperando nelle medaglie. Attaccano Putin confrontandolo a Pietro il Grande: “I russi hanno speso 37 miliardi di euro per Sochi, quattro volte più degli inglesi per le olimpiadi di Londra. In questo caso, meno la Russia che il suo iperpresidente Putin. Quest’ultimo ha voluto Sochi per incoronarne il suo regno, il trionfo di una presidenza che ha l’ambizione di manifestare il ritorno della Grande Russia.” (1)
E allora? Che male c’è? Naturalmente, la politica nazionale russa non mi piace. Nessuno rimpiange l’impero sovietico, ma si pensava che lo smantellamento di quell’impero avrebbe fatto della Russia un mercato per l’occidente. L’OCSE ha recentemente sottolineato numerosi punti neri: la Russia importa quasi tutto, investe assai poco e le sfuggono i capitali. Fare il Grande Inquisitore è un lavoro ricercato. È un editoriale sulle Olimpiadi o sulla personalità di Putin? Inoltre, viene detto per caso che i Paesi occidentali finanziano il jihadismo sunnita? Che incoraggiano la guerra civile in Siria? Che incoraggiano e finanziano i teppisti dell’opposizione in Ucraina? La Libia è colpa di Putin? L’Iraq è colpa di Putin? Le Monde è una delle voci dell’imperialismo/colonialismo occidentale. Le Monde va oltre: nessuna di queste realizzazioni troverebbe grazia ai suoi occhi: “Montagne di rifiuti e di stagni contaminati intorno a ciò che prima era una pittoresca località balneare subtropicale dall’ecosistema fragile. Migliaia di persone sono state sfollate, case e interi quartieri demoliti. Le regioni confinanti del Caucaso, tra cui il Daghestan, sono focolai del terrorismo dove non passa settimana senza un attentato o un suicidio”. (2) Nello stesso ordine e sempre sul giornale sussiegoso Le Monde, questa volta con il compare Agence France Presse, per la giusta causa dettano le regole agli altri, si legge: “Nonostante la notevole assenza di diversi leader, gli organizzatori hanno potuto vantarsi di aver attirato quarantaquattro rappresentanti politici, tra cui il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il presidente ucraino Viktor Janukovich che sfida la piazza di Kiev, i suoi omologhi cinese (Xi Jinping) e afghano (Hamid Karzai), il Primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan e il suo omologo giapponese Shinzo Abe.” (3) “Più controversi, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e Leonid Tibilov, presidente della regione separatista georgiana dell’Ossezia del Sud, riconosciuta da Mosca, erano anche tra gli ospiti. Basti ricordare che i boicottatori valgono meno di 500 milioni di dollari su oltre 7 miliardi dei rappresentati. La tecnica dei due spiedi è quella dei Paesi che non vogliono ipotecare il futuro svolgimento dei giochi a casa loro. E tuttavia, questo è lo sport, l’Olimpismo.” (3)
Minimizzando lo spettacolo, si passa alla pozione magica: “Tutto questo bel mondo, senza dubbio, avrà apprezzato le varie animazioni e coreografie che, attraverso i secoli, hanno tracciato la gloriosa storia della Russia Eterna. Iniziando dal Medio Evo, poi del zarista e del bolscevismo e, infine, largo al Paese come viene ora visto dal Cremlino: la Russia trionfante.” (3) Al colmo del disprezzo, nella convinzione di dare lezioni, si legge: “Se ancora si sarà degnato di guardare l’evento in televisione, il presidente Obama non avrebbe mancato di notare che solo quattro dei cinque anelli olimpici si sono aperti durante la cerimonia. (…) Fortunatamente, la cerimonia non è stata disturbata dall’intrusione di un’orda di cani randagi. Per le strade di Sochi se ne trovano a migliaia, condannati. Ma uno è riuscito a penetrare in tribuna prima di essere inseguito dalla sicurezza dello stadio.” (3) Triste debacle morale di tale quotidiano. Gli occidentali che fanno la morale, dimostrano un’amnesia selettiva. Tra costoro Pierre de Coubertin, fondatore del concetto dei Giochi Olimpici, presente alle Olimpiadi di Berlino nel 1936. Informazioni non verificate ci dicono fosse in buoni rapporti con il Führer che gli avrebbe offerto una pensione. Inoltre, in fatto di razzismo, a de Coubertin non piacevano i neri e le donne… pensava fossero indegni di partecipare ai giochi. Credere che un boicottaggio una geometria variabile possa traviare Putin significa ignorare l’animo russo dei Puskin, Tolstoj (c’era un balletto ripreso da Guerra e Pace durante la cerimonia inaugurazione, grandiosa sotto tutti i punti di vista). Con 11 scenografie con 3500 soggetti, l’epopea russa viene raccontata. Una delle scene più commoventi è quella in cui si vede Valentina Tereshkova, la prima donna dell’umanità, russa e sovietica, decollare dalla terra e conquistare le stelle come fece Jurij Gagarin.

Il debito dell’occidente verso l’Unione Sovietica
Una critica così facile è caratteristica dell’impero che scaglia la sua muta giornalistica anche contro la storia, l’Unione Sovietica ha salvato l’occidente dalla debacle sconfiggendo le armate naziste. Fu il capo dell’esercito sovietico Zhukov ad entrare per primo a Berlino. Inoltre, l’epopea di Stalingrado è un esempio: “Il 2 febbraio 1943 si legge in un articolo di Laurent Brayard, la lotta cessò tra le rovine di Stalingrado, il neofeldmaresciallo Paulus si arrese con i resti della sua 6° Armata. Il tuono che risuonò 70 anni fa (2 febbraio 1943) fu considerato il punto di svolta della Seconda Guerra Mondiale, la battuta d’arresto delle forze dell’Asse che definitivamente persero l’iniziativa” (4). “Questa vittoria fu opera di tutto il popolo sovietico, che rende omaggio, oggi, a coloro che sono caduti affinché il mondo viva libero. 841000 soldati tedeschi, rumeni, ungheresi, italiani e croati, di cui 91000 prigionieri alla capitolazione tedesca, furono le perdita delle forze dell’Asse. Da parte sovietica vi furono 1129619 vittime, di cui circa 478000 morti, 650000 feriti e prigionieri e più di 40000 civili. Ciò fu il saldo finale della fornace di questa battaglia titanica combattuta sulle rive del Volga tra il 17 luglio 1942 e il 2 febbraio 1943. Il 30 gennaio, Hitler nominò Paulus feldmaresciallo per incoraggiarlo a non mollare. A Stalingrado l’umanità sarà riconoscente alle migliaia di soldati sovietici che persero la vita in battaglia. Il loro sacrificio incredibile in quella guerra, che poi  permise la totale sconfitta della Germania nazista, che quasi contemporaneamente subì un’altra grande sconfitta ad al-Alamayn in Nord Africa. Gli Eroi dell’Unione Sovietica non sono caduti per niente e il mondo libero se ne ricorderà per sempre.” (4)

Realtà economica
Un altro attacco dai media francesi presenta l’assenza dell’impero e dei suoi vassalli come “punizione”, e l’impero sicuramente ama punire i recalcitranti presentando la situazione finanziaria russa come arretrata. Leggiamo in un articolo su Challenges.fr il contenuto oggettivo dell’”arretratezza”, secondo i sussiegosi: “Con potere d’acquisto simile, le prime quattro potenze emergenti hanno superato la Francia. Alla fine del dicembre 2012, il Centro di ricerca per l’Economia e il Business (CEBR) ha annunciato che il Brasile è diventato nel 2011 la sesta maggiore economia superando il Regno Unito. La Francia, al quinto posto, avrebbe ancora qualche anno di respiro. (…) La Francia si ritrova, secondo il FMI, in nona posizione con 2,217 miliardi di dollari di PIL (PPP). Il Brasile è già al settimo posto con 2,309 miliardi di dollari di PIL (PPA). (…) L’esagono è indietro anche rispetto agli altri tre BRIC: Cina (2) India (3) e Russia (6). Che il PIL sia in dollari correnti o misurato a parità di potere d’acquisto, Cina, India, Brasile, Russia e altri continueranno ad avanzare in futuro.” (5)

Perché tanto accanimento sul nuovo “zar di tutte le Russie”?
I contrasti con l’occidente sono molti, come ospitare il criminale Edward Snowden. Laid Seraghni cerca un’altra spiegazione che vada nella stessa direzione: “Gli eventi attuali in Siria non sono in alcun modo legati alla democratizzazione della società o a una maggiore libertà per i siriani. È  l’ordine mondiale che gli Stati Uniti e i loro vassalli predoni occidentali cercano d’imporre sul resto del mondo che, guidato dalla Russia, chiede maggiore partecipazione alla gestione degli affari internazionali da cui è stato escluso per decenni. Il punto di partenza della nuova configurazione geopolitica nel mondo di oggi è Damasco. Il futuro della Russia si gioca lì. Putin, come Caterina II, ritiene che “Damasco sia la chiave della Russia”, poiché comprende che “Damasco è la chiave di una nuova era.” Dall’avvio delle proteste in Siria, la Russia, sostenuta in particolare da Cina e Iran, ha deciso di contrastare ogni tentativo di cambio di regime, perché convinto che se il piano occidentale fosse riuscito, sarebbe stata emarginata e minacciata nell’integrità territoriale. Questo è il motivo per cui, dall’inizio della crisi, la Russia è decisa ad opporsi a qualsiasi intervento militare, (…) ad ogni tentativo di riproporre lo scenario libico o yemenita, opponendo un rifiuto categorico” (6). Karl Muller spiega anche perché l’occidente accusa la Russia “di non allinearsi dalla caduta dell’impero sovietico.” Colpevole anche di favorire Assad, di essere contro lo scudo missilistico alle sue porte. (…) La ragione di tutte queste manovre si trova nel libro La Grande Scacchiera. L’America e il mondo, pubblicato nel 1997 e scritto da Zbigniev Brzezinski, consigliere personale di vari presidenti statunitensi. “A differenza dell’occidente, che si concentra su una politica utilitaristica e materialista, il governo russo sembra basarsi su fondamenta orientate dalla chiesa cristiana, cioè mettendo l’uomo e il mondo al centro dell’azione. In quale altro luogo si trova in occidente? Quale governo occidentale sostiene ancora queste ragioni a favore della famiglia, della religione e delle nazione per il bene dei popoli e del progresso?” (7) (8) All’altra estremità dello spetto, la confessione di un deputato australiano. Per lui: “L’ex-presidente e attuale Primo ministro della Russia Vladimir Putin è il miglior leader russo da Pietro il Grande, ha detto l’ex-deputato australiano Ross Cameron sul Sydney Morning Herald. Precedentemente agente segreto in Germania, Putin poté vedere i chiari vantaggi del libero mercato, ha ricordato Cameron, indicando che l’occidente ha sbagliato ad insistere sul fatto che Putin provenga dal KGB (servizio d’intelligence dell’ex-Unione Sovietica). Con Putin il potere degli oligarchi s’è indebolito, mentre sono cresciuti i contrappesi, come Parlamento, Stato di diritto e una classe media passata  precipitosamente da 8 a 55 milioni di persone“, ha detto Cameron. Il deputato australiano ha inviato  anche a non sospettare la Russia di ambizioni imperialiste. “Pertanto, conclude, le persone di buona volontà non possono deplorare l’influenza continua di Vladimir Putin in Russia e nel mondo.” (9)
Vediamo che, nonostante tutti i disturbi, la Russia avanza e che le Olimpiadi saranno senza dubbio un successo, mentre l’occidente che pensa ancora di dettare ordini non ha capito che il centro di gravità del mondo gli è finalmente sfuggito. L’occidente ha perso la sua autorità morale, di cui s’è vista essere aria. L’occidente in tempi di abbondanza si permette il lusso di essere un buon principe  dando qua e là lezioni di democrazia che, curiosamente, applica sempre meno a casa usando ogni metodo moralmente riprovevole, controllando le masse e tracciando il DNA per colpire, in definitiva, i deboli. La vera lotta è la lotta globale per la dignità umana ovunque, e i pochi giornali obiettivi vengono soffocati dalla cacofonia dei media governativi sempre più preoccupati di avere  visibilità sociale che d’informare onestamente i cittadini, come promise ad esempio uno dei fondatori di Le Monde, Hubert Beuve-Mery, 60 anni fa…

1780806Professore Chems Eddine Chitour Ecole Polytechnique PEV-edu.dz

1. LeMonde
2.  Les Jeux Potemkine de Poutine Le Monde 08/02/2014
3. LeMonde
4. RUVR
5. Challenges
6. Le Grand Soir
7. Karl Müller Perché non smette di attaccare la Russia?  Mondialisation.ca 23 dic 2013
8. Chems Eddine Chitour L’Expression 16 gennaio 2014
9. Aleksey Druzhinin: Poutine meilleur leader depuis Pierre le Grand, RIA Novosti 11/01/2010

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