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Il paradosso ucraino, nazionalisti ed estrema destra per l’ Unione Europea

di Marco Palombo - 26/02/2014

Fonte: Sibialiria

 


La crisi in Ucraina degli ultimissimi mesi è stata innescata dal rifiuto di un accordo economico con l' Unione Europea. Questo è senza dubbio vero se rileggiamo la cronologia degli eventi. Infatti Yanukovic ha trattato a lungo su due tavoli, con l' Unione Europea e con la Russia, per poi bocciare gli accordi con l'UE e accettare 15 miliardi di dollari in prestito da Putin e sconti per il gas russo. Da qui le proteste, il divieto di manifestare e tutto il resto.

Se invece andiamo a vedere da vicino i soggetti in campo ci accorgiamo che l' intreccio è un po' più complicato e forse c'è qualche nodo che non sarà facile tagliare. Nonostante la disinformazione abituale operata dai media occidentali abbiamo visto che la sollevazione della piazza di Kiev è stata retta in misura notevole dai gruppi della destra estrema e dal nazionalismo ucraino, organizzato politicamente o come ispirazione ideale. Entrambi gli ambienti sono da tempo immemorabile in conflitto con l' influenza russa nel paese, un rapporto difficile che ha attraversato fasi storiche molto diverse tra loro.

Ma quante volte nell' Europa occidentale abbiamo sentito che il nemico dell' Unione Europea è un anacronistico (parole di Napolitano) nazionalismo e una destra xenofoba e populista? In Ucraina invece questi due ambienti procederebbero tranquillamente in tandem con l' Unione Europea. Hanno davvero altre affinità e interessi in comune oltre alla competizione con la Russia?

Qualcuno ha detto: l' Unione europea ha alimentato aspettative di aiuti economici che poi non sarà in grado di mantenere. Ma questi aiuti, eventuali, a che condizioni arriverebbero?

Sulla Stampa del 26 febbraio Tonia Mastrobuoni scrive:” Una scelta per evitare la bancarotta, nel caso dell' Ucraina, c'era….Affidarsi agli “austeri” occidentali, al Fmi e alla Ue, attraversare un periodo di riforme e sacrifici per poi approdare in Europa da paese libero. O buttarsi nella braccia della Russia per ricevere aiuti economicamente incondizionati che avrebbero reso l' Ucraina una provincia dell' impero di Putin”. La giornalista riporta poi il parere di Ricardo Giucci, consigliere tedesco del governo ucraino (quello abbattuto? n.d.r.) e direttore del Berlin Economics.

Secondo l' economista i problemi ucraini sarebbero nati dalla crisi mondiale del 2008 e dalle scelte sbagliate di Yanukovic in campo monetario e a favore di una eccessiva spesa pubblica. Quindi ora sarebbe necessario tagliare le spese, aumentare le tasse e togliere i sussidi all' energia. A questo punto un prestito di 20 mld di dollari sarebbe sufficiente a consolidare la situazione (che sarebbe per gli ucraini la situazione attuale, con meno spesa pubblica e più tasse, quindi una situazione peggiore, almeno ad una lettura superficiale). Il ministro dell' economia ucraino Kolobov, un tecnico nominato da Yukonov e tuttora al suo posto, ha chiesto invece 35 mld di dollari e l' Ucraina avrebbe da restituire anche 7 mld di dollari al Fmi e altri alla Russia. L' articolo finisce:” Mi chiede del pacchetto russo ? Non era una soluzione, era un finanziamento a fondo perduto che avrebbe reso l' Ucraina sempre più dipendente della Russia”.

Destra estrema e nazionalisti avrebbero fatto dunque una rivoluzione per avere una politica economica che in Europa destra e nazionalisti rifiutano, in compagnia anche di ambienti di sinistra, grillini, leghisti e segmenti sociali vari?

Ma le complicazioni ucraine non si esauriscono in questo paradosso. Le ricette neoliberiste di UE e Fmi, oltre a tagli della spesa pubblica e del costo del lavoro, chiedono solitamente anche una concorrenza più aperta (cioè più favorevole alla grande finanza). Questa aspirazione porta, e forse è finalizzata direttamente, alle privatizzazioni nel settore pubblico. Ma in Ucraina molti dei monopoli da aprire alla concorrenza (cioè da aprire alla vendita a privati) sono già di proprietà di privati, dei cosiddetti “oligarchi” che con la liquidazione dell' apparato statale si sono accaparrati gran parte dell' economia dei paesi dell' est Europa. Quindi le scelte dell' UE e del Fmi si scontrerebbero anche con questa casta economica, che ha voltato le spalle a Yanukovic, molti miliardari erano sostenitori del suo partito, ma che davvero non ha alcuna intenzione di cedere la propria ricchezza alla finanza occidentale, meno folcloristica forse ma ugualmente avida.

Queste righe sono la lettura di un solo aspetto della crisi ucraina, che io ritengo però importante. Ci sono altre questioni cruciali, ma intanto credo sia utile chiarirsi o, iniziare a seguire, anche queste vicende economiche.

A proposito di altre questioni cruciali, non so se il rischio di secessione dell' est Ucraina e di una guerra civile sia reale o meno, in ogni caso serve a nascondere il paradosso descritto prima. Inoltre, come sempre, anche la vicenda della possibile secessione è raccontata con omissioni e versioni di parte.

L' omissione più importante è che quella regione è stata annessa all' Ucraina solo nel 1954, prima apparteneva alla Russia, la seconda è che i carri armati segnalati da qualcuno a Sebastopoli, sarebbero, si russi, ma appartenenti alla base militare di Mosca in Crimea, che conta ben 26.000 militari e sarebbero in città per difendere il quartier generale della marina russa. E' stato detto anche dell' arrivo di una nave militare con 10 carri, 200 militari, 300 marines (in una base con 26.000 militari). L' approdo di questa unità sarebbe stato segnalato tramite un sms a…..Oleg Tyaghnibok, leader del partito ucraino di estrema destra Svoboda, che ha sua volta l' ha comunicato ai media che l' hanno rilanciato in tutto il mondo.

Una diffusione eccessiva per un sms, ma la Siria ha dimostrato che questo sistema funziona.