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Parla l’autrice del libro “Il lato B. di Renzi”

di Enrica Perucchietti - Marta Moriconi - 12/05/2014

Fonte: intelligonews



leggi-alcune-pagine-del-libro-il-lato-b-di-matteo-renzi_1478Di lui sappiamo davvero poco, ma ancora per poco. ‘Il Lato B. di Matteo Renzi’ di Arianna editrice (fa parte della collana “Il Filo di Arianna”), è una biografia non autorizzata di Enrica Perucchietti che accenderà i riflettori sul giovane Matteo, quello meno conosciuto. IntelligoNews ha rintracciato l’autrice, che in esclusiva, intercettata al Salone del libro di Torino dove proprio oggi presenterà il suo dossier, ci ha anche “affidato” qualche stralcio in anteprima. Intanto lunedì un’altra opera della Perucchietti è sugli scaffali, si tratta di “La fabbrica della manipolazione”, continuazione ideale di “Governo globale”.

Parliamo del libro e quindi di Renzi, questo sconosciuto. Chi è il giovane Matteo e che politica sta facendo? Riforma del Senato compresa…

«Mi sono soffermata sulle dichiarazioni illuminanti del socialista Rino Formica, svariate volte ministro di rilievo negli anni della prima Repubblica, di Emanuele Macaluso, Gustavo Zagrebelsky Stefano Rodotà. Rino Formica, innanzitutto ha già sostenuto l’esistenza di un patto Bierre, cioè Berlusconi-Renzi, dichiarando di vedere realizzarsi dopo 35 anni il programma di rinascita nazionale di Licio Gelli. Renzi, per Formica, starebbe continuando il programma della P2, che ha provato a porre in essere anche Berlusconi. E’ per questo che non esistono più maggioranze catto-comuniste ma catto-massoniche. Uno degli obiettivi di Renzi, poi, sarebbe quello di smontare le relative garanzie alla democrazia inserite nella Costituzione. (IN ESCLUSIVA ECCO UNO STRALCIO: “Formica denuncia apertamente il rischio di un ritorno al fascismo, sostenendo che «il patto scellerato Bierre [Berlusconi-Renzi] sta smontando pezzi di Costituzione con le relative garanzie. Anche Mussolini fece lo stesso [...] Mussolini, a Statuto Albertino invariato, trasformò il regime monarchico-costituzionale in regime fascista. Qui sta accadendo la stessa cosa». E ancora: «Se non si apre un dibattito ci ritroveremo di fatto in un regime. Si potrà abolire la fiducia, anche di una sola Camera, e decidere per una decretazione d’urgenza senza l’approvazione della nuova assemblea. Basteranno i due terzi, cioè un altro patto scellerato Bierre”)».

Rispetto alla riforma del Senato ci dice qualcos’altro?

«Rispetto alla riforma del Senato ci sono già stati costituzionalisti che hanno parlato dell’obiettivo di abolire il Senato e stravolgere la Costituzione dando vita ad una sorte di golpe. Al di là di questo c’è già un precedente tra Renzi e Berlusconi. Un’alleanza occulta, sotto banco, tramite Verdini. Questo fu confermato da Formigoni, una volta uscito dal Pdl, che raccontò che gli era stato impedito di andare a fare un comizio a sostegno di Giovanni Galli, candidato sindaco contro Renzi, e che il centrodestra remò contro il centrodestra (ECCO UNO STRALCIO: Roberto Formigoni uscito dal PDL, aveva tirato fuori qualche sassolino dalle scarpe contro Verdini, colpevole secondo l’ex governatore della Lombardia, di aver scelto Giovanni Galli come sfidante di Renzi nella corsa nelle comunali del 2009 proprio perché sicuro della sconfitta del “suo” candidato. Perché mai lo schieramento di centrodestra avrebbe dovuto investire su un candidato “a perdere”? Formigoni ne parlò al programma di Radio2 «Un Giorno da Pecora», spiegando che il suo comizio a sostegno di Galli era stato disdetto all’ultimo momento «per ragioni risibili» e che era giunto alla conclusione che «si temeva che Galli potesse esser spinto dal mio comizio e arrivare ad un risultato che non si poteva raggiungere, perché l’accordo era che vincesse Renzi». Formigoni parlò espressamente di un accordo sotterraneo tra Verdini e Renzi. Incalzato dal giornalista, Formigoni aveva aggiunto: «È stato Verdini a scegliere Galli, che è stato un ottimo portiere del Milan, ma nel Comune di Firenze poteva giusto mantenere la sua posizione di portiere, non poteva andare oltre, era evidente», concludendo di avere il sospetto “fondato” che Verdini avesse scelto Galli come candidato “a perdere” per spianare la strada a Palazzo Vecchio a Renzi».

Ma per salire la montagna così in fretta, Renzi ha avuto e ha le spalle coperte? Da chi?

«Il governo Renzi è sostenuto dai soliti poteri, le solite lobby che in modo bipartisan sposano sinistra e destra, alta finanza e banche, grande industria. E’ stato sostenuto anche dall’ex Dc, sostenitori delle istanze europeiste. Carrai, il suo procacciatore di fondi, è legato a quel mondo cattolico per questo Renzi ha incarnato bene le istanze cattoliche. Carrai ha origini anticomuniste, è in sintonia con Forza Italia, Opus Dei, finanza laica, America dei teocon. E’ riuscito a crearsi una rete di amicizie grazie alla sua capacità diplomatica che ha messo insieme pedine in apparenza contrastanti e molto diverse».

Qual è l’obiettivo di Renzi? O meglio chi gli ha consentito di arrivare fino al premierato?

«Sono stata a Firenze e ho fatto diverse interviste e a tutti coloro che intervistavo chiedevo a cosa mirasse Renzi. Essendo molto determinato e ambizioso tutti mi hanno risposto che lui mira al potere e al comando. Compagni delle elementari, delle medie, parlano di un bambino votato alla causa che voleva diventare Presidente della Repubblica (STRALCIO: “Mentre i suoi compagni di classe aspiravano a diventare chi astronauta, chi pompiere, alle elementari il piccolo Matteo aveva già le idee chiare: da grande avrebbe fatto il Presidente della Repubblica. Mica da tutti. Non bisogna essere Hermann Hesse per immaginare che il peccato numero due (ambizione) abbia iniziato a sferrare colpi proprio in questa età, ammaliando il bambino con le proiezioni (non slide!) di un destino straordinario. E chissà se già allora sognava di abolire il Senato… La passione acerba per la politica viene ribadita ancora oggi, a circa trent’anni di distanza, dai suoi ex amichetti di scuola, dipingendolo dalle pagine dei tabloid come un “predestinato” al potere.). Scavando nella sua biografia si rintraccia questa determinazione a voler arrivare in cima, anche con il rischio di bruciarsi».

Ma all’Europa interessa quanto sta cercando di riformare Renzi in Italia?

«Non solo interessa all’Europa, ma anche all’America. Uno dei tasselli che troviamo nella sua biografia politica è Ledeen, falco repubblicano, sostenitore della teoria della guerra permanente. Restando in ambito europeo i finanziatori di Renzi portano avanti istanze europeiste e lui è portavoce e garante di queste istanze, per questo non si può più parlare di distinzione tra destra e sinistra. Civati lo disse, D’Alema lo definì “l’uomo per eccellenza dell’establishment”. E’ ovvio che non importa più la distinzione tra destra e sinistra. Renzi è più di tutti un continuatore delle politiche berlusconiane. In ogni caso è la persona più adatta per portare avanti una politica filo-americana e filo-europeista, e non a caso si paragona e ispira a Tony Balir e Barack Obama, perché punta nella medesima direzione. Che è un impoverimento dell’identità nazionale e della sovranità anche economica, per far confluire l’Italia in Europa alle loro condizioni».