Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Italia: come farla funzionare. Dopo la resa di Grillo a Renzi

Italia: come farla funzionare. Dopo la resa di Grillo a Renzi

di Marco Della Luna - 17/06/2014

Fonte: Marco Della Luna



Dopo tutte le campagne giudiziarie, dopo l’Euro, Maastricht, l’UE, il rigore, il sistema paese Italia rimane ad alta corruzione, bassa legalità, bassa efficienza del settore pubblico, alto clientelismo, tendenza declinante in molti settori.
Irrazionale fare progetti di integrazione europea sul presupposto che cambi. Perfino i partiti che lottano contro il sistema e che vogliono mandare tutti a casa e che gridavano “arrendetevi, siete circondati!”, perfino questi finiscono per venire a termini con esso e per riconoscergli una più o meno esistente legittimazione “democratica”.

 

Quindi, prima si accetta che un corpo sociale non cambia la sua mentalità e le sue abitudini per decreto o per l’azione esterna, prima si accetta il principio che bisogna organizzarlo per ciò che è e non per ciò che qualcuno vorrebbe che fosse, prima si accetta che il partito che va al potere ci arriva (anche) grazie alle ruberie del suo apparato di gestione – prima si prende atto di tutto questo, della realtà, e meglio è per tutti.

Razionale è quindi chiedersi: date le caratteristiche della società reale, in attesa che
prima o poi se possibile migliorino, come la si deve organizzare per
farla vivere al meglio?
Per vivere decentemente, un paese che ha le caratteristiche dell’Italia
deve: primo tornare a una spesa pubblica larga, elastica e sostenibile,
-che crei, come creava in passato, coesione sociale contenendo al contempo il conflitto di
interesse Nord-sud;
-che dia la precedenza al lavoro rispetto alle rendite finanziarie, quindi stimoli gli in vestimenti privati con piani di investimenti pubblici di lungo termine, sostenga il reddito e la domanda, e assorba la disoccupazione involontaria;
-che si renda possibile un fisiologico aggiustamento del cambio (svalutazione competitiva per mantenere le quote di mercato estero);

-che si alimenti un’inflazione idonea a rendere sopportabile l’indebitamento, agganciando ad essa i salari;
-che si finanzi senza rischio di default e a bassi tassi di interesse, come prima del 1981(ossia bisogna ritornare a una banca centrale propria, una moneta propria, un controllo del Tesoro Stato su entrambe, un vincolo per la banca centrale di comperare i titoli
del debito pubblico invenduti, un vincolo di portafoglio per le banche
a detenere quote di debito pubblico).
Se non si attuano queste condizioni, la grande intesa tra tutti i partiti intorno al leader oggi trionfante si tradurrà in un’alleanza consociativa per spremere ulteriormente i cittadini e la repubblica, senza più limiti né pudori, dato che non c’è più opposizione, cioè concorrenza: un patto fra jene e sciacalli.