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“Caro” Abraham b. Yehoshua, un confine c’è già. Ed è occupazione

di Luca Ricciardi - 07/07/2014

Fonte: Nena News

La lettera di risposta all’articolo dello scrittore israeliano sulla Stampa: “Sono le politiche israeliane a rendere impossibile la pace. Ma ora parliamo di giustizia”.

 

Lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua

 


 

mi sorprende che tu, definito il più celebre scrittore israeliano, non sappia che “un confine chiaro e riconosciuto” esiste già. Un “fine analista” come te dovrebbe sapere che sono le politiche israeliane a rendere impossibile la soluzione a due stati (quella che piace tanto in occidente), arrivando ad una situazione in cui l’unica opzione possibile è quella dello stato unico.

Arrivi ad affermare che “Israele ha già vissuto purtroppo, in passato, molte tragedie simili, nel centro di grandi città come Gerusalemme e Tel Aviv, pagando un prezzo di vite molto alto all’assenza di pace”. Sono sicuro che ci sarà stato un errore nella traduzione del tuo articolo…. come potrebbe un fervente pacifista come te non ricordare la sofferenza della popolazione palestinese, le punizioni collettive, gli assassini a sangue freddo, le case distrutte, i prigionieri palestinesi in detenzione amministrativa (quelli per intenderci che sono in carcere a tempo indeterminato e non conoscono il motivo del loro arresto), gli oltre 1500 bambini palestinesi uccisi dal 2000, l’embargo di Gaza, l’uso del fosforo bianco. Come potrebbe un vero e sincero pacifista come te non ricordare tutto questo e parlare solo della sofferenza di un popolo che da 67 anni occupa illegalmente i territori palestinesi?

E che dire di questo traduttore italiano che ti fa dire che “i tre ragazzi, studenti di scuola religiosa, quando sono stati rapiti si trovavano in un’area che in realtà non appartiene a nessuno”? Sicuramente tu conoscerai benissimo le leggi di diritto internazionale, le risoluzioni dell’ONU le sentenze della Corte di Giustizia Internazionale che chiamano questi territori PALESTINESI, saprai benissimo che queste terre appartengono alla popolazione palestinese, come anche quelle dove sorge oggi la tua amata Israele.

E poi continui dicendo: “C’è qualcosa di ancor più drammatico in questa tragedia perché vivere in un luogo pensando che sia un altro è la conseguenza dell’assenza di un confine”. Hai proprio ragione…la cosa drammatica è questa, non il fatto che la popolazione palestinese deve “convivere” con 500mila coloni (già…tu la parola coloni non la usi mai…ma sarà sempre colpa di questo pessimo traduttore), subire quotidianamente umiliazioni e attacchi violenti, distruzioni di raccolti, occupazioni di case….sai, se studiassi di più il diritto internazionale forse sapresti che anche questa pratica è illegale: l’art. 49.6 della Quarta Convenzione di Ginevra recita «La potenza occupante non potrà mai procedere alla deportazione o al trasferimento di una parte della propria popolazione civile sul territorio da essa occupato». Ed indovina un po’? Solo la tua cara Israele ha il coraggio di dire che queste terre non sono occupate…e le tue dichiarazioni sono l’esatta rappresentazione del più meschino pensiero sionista neoliberale di sinistra…quello di cui i politici, giornalisti e analisti occidentali sono tanto innamorati….quello che riesce a vedere solo la sofferenza sporadica dell’oppressore e si dimentica della violenza quotidiana subita dall’oppresso….quello che riesce a ripetere la parole PACE all’infinito senza riempire questa parola di alcun significato.

E siccome voglio essere propositivo ti faccio una proposta…perché non dimentichiamo la parola PACE ed iniziamo ad usare la parola GIUSTIZIA?

Applichiamo il diritto internazionale, facciamo tornare i 7 milioni di profughi palestinesi, distruggiamo il Muro, poniamo fine all’embargo di Gaza, distruggiamo tutte le colonie, portiamo i comandanti dell’esercito accusati di crimini contro l’umanità davanti ai tribunali internazionali….facciamo tutte queste cose, e poi ti assicuro che non ci sarà più bisogno di usare questa parola vuota che vi ostinate a ripetere “PACE”.

Ti saluto provando molto poco rispetto per te, per La Stampa e per tutti quelli che condivideranno il tuo articolo pensando di avere a che fare con israeliano che “lotta” per la PACE. Nena News

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