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Ucraina: la bomba a tempo di Kiev

di Tony Cartalucci - 07/07/2014

Fonte: Aurora sito



dessin-ukraine-9961-617x411Dopo una breve tregua, Kiev ha ripreso il bombardamento dei centri abitati nelle province separatiste orientali di Donetsk e Lugansk, entrambe al confine con la vicina Russia. Kiev e suoi sostenitori occidentali devono affrontare un dilemma: continuare le operazioni militari in Ucraina orientale e creare un’opposizione fortemente militarizzata, mentre raccolgono record preoccupanti sui diritti umani, o impegnarsi a un cessate il fuoco perdendo a tutti gli effetti Donetsk e Lugansk come accaduto con la Crimea.

Cessate il fuoco finito, Kiev devasta ancora
Mentre le Nazioni Unite nelle ultime settimane riportano i dati inquietanti sulle vittime civili nei combattimenti nell’est dell’Ucraina, hanno omesso di riferire o condannare l’uso di Kiev di aerei, artiglieria e mezzi pesanti contro città e cittadine nella regione. Immagini e video provenienti dall’Ucraina orientale indicano la devastazione di raid aerei e sbarramenti di artiglieria, ma l’occidente e le sue varie “istituzioni internazionali” hanno categoricamente omesso di emanare le stesse avvertenze e dichiarazioni fatte contro altri governi sull’uso della forza militare nei propri confini, come la Libia nel 2011 e la Siria dal 2011 in poi. Mentre RT viene accusata di “propaganda” dall’occidente, è l’unica agenzia d’informazione internazionale a coprire i combattimenti nella parte orientale dell’Ucraina. Nel suo articolo, “‘Grazie, aviazione ucraina’: gli abitanti dei villaggi bombardati accusano Kiev di uccidere civili“, la ferocia della rinnovata offensiva di Kiev è ritratta con dettagli terrificanti. La decisione dell’occidente d’gnorare del tutto i combattimenti, solo per incolpare  vagamente di ogni violenza la Russia, fa poco per contrastare o screditare i reportage di RT. In molti modi il silenzio dell’occidente conferma la copertura di RT. Mentre i combattimenti continuano, Kiev continuerà ad avere la reputazione di grottesco trasgressore dei diritti umani, in Ucraina e fuori.

Kiev combatte una battaglia che non vincerà mai
Ma anche mentre Kiev brutalizza il popolo dell’Ucraina orientale, in ultima analisi combatte una battaglia che non può vincere. I combattenti che si oppongono alle incursioni militari di Kiev sembrano aver difese durevoli. L’abbattimento di aerei militari e la sconfitta delle colonne corazzate di Kiev indicano una prodezza militare difficile da superare per le truppe ucraine, le truppe già soffrono di disorganizzazione e morale basso, ora dilaganti. Più a lungo combatte Kiev, più si esauriranno le sue truppe, e più la battaglia indurirà gli avversari. Inoltre, Kiev soffre di molteplici svantaggi strategici, tra cui mancanza di sostegno pubblico oltre l’ululato delle piccole schiere di  neo-nazisti. Tale assenza di sostegno sarà sempre più acuta quando le difficoltà economiche si approfondiranno, dopo le molteplici battute d’arresto sul gas russo e i progressi dell’Unione europea nel trascinarsi quel poco che è rimasto dell’Ucraina dopo la cosiddetta “Euromaidan”, avviandone l’implosione socio-politico-economica.

Separatismo in Oriente, malcontento in occidente
Mentre Kiev combatte gli ucraini orientali oggi, aumenta la prospettiva a occidente di una sollevazione contro un governo sempre più debole che sperpera le risorse statali nel perseguimento dei dettami occidentali. Il perseguimento del presidente ucraino Petro Poroshenko di una guerra impossibile da vincere, assieme al mero appoggio di facciata USA-UE all’economia ucraina è la ricetta per un crescente dissenso che potrebbe comparire per le strade di Kiev. Con Kiev che infarcisce i militari di irregolari mercenari dalla dubbia lealtà, coloro che lottano per Kiev a est, oggi, potrebbero finire per rovesciare il regime, tornando a Kiev domani. Ad est, resistere per la propria terra è una questione di sopravvivenza. Gli estremisti che compongo l’attuale regime a Kiev, renderanno la vita insostenibile al popolo ucraino orientale, se dovesse essere sottomesso al governo Poroshenko. Ciò assicurerà ostilità prolungate abbastanza a lungo da sovrapporsi al crescente malcontento a occidente per la cattiva gestione di Poroshenko in tutte le altre aree dell’Ucraina. In altre parole, Kiev affronta la bomba a orologeria creata della propria incompetenza, incoraggiata dagli occidentali che appoggiano l’attuale governo, in primo luogo. Il desiderio della NATO di un”Europa unita e libera “, o in altre parole, l’espansione egemonica oltre i confini della Russia, assicura che il suo regime cliente a Kiev continui a perseguire un ordine del giorno contro l’interesse del popolo ucraino, a nome degli interessi speciali definiti dall’agenda della NATO. Per la NATO, l’incapacità di integrare Georgia e Ucraina nel suo sovranazionale conglomerato militare ostacola l’espansione perpetua di cui ha bisogno per continuare a sopravvivere. Con la sua sopravvivenza in gioco, non c’è alcun rischio che non sia disposta ad affrontare a costo della vita degli ucraini e della stabilità della nazione. L’inevitabilità di tale ordine del giorno, perseguito a spese del popolo ucraino, provocherà un sicuro contraccolpo in Ucraina occidentale.

Il collasso di Kiev porrà fine all’espansione della NATO
L’eventuale caduta di Kiev segnerà la fine dell’espansione UE-NATO. L’incapacità della NATO nel  sostenere uno dei suoi Stati clienti, ne distruggerà la fiducia presso gli altri potenziali soci tentati dalle rassicurazioni della NATO. I suoi metodi nel rovesciare il governo ucraino con le proteste di “Euromaidan” e i tentativi di consolidare il proprio potere, sono ben documentati e giudicati da un pubblico globale sempre più acuto. La possibilità per la NATO di perpetuarsi attraverso questi metodi, guidata dall’attuale agenda egemonica, è sempre più tenue. Qualora lo slancio espansionistico della NATO, dalla caduta dell’Unione Sovietica, arrivi a un punto morto, il declino e la regressione saranno assicurati. Con l’espansione egemonica della NATO spazzata via, il mondo dovrà scrivere un nuovo ordine con cui sostituirla. Il mondo multipolare preferito da nazioni come  Russia, Cina e gli altri membri dei BRICS è già pronto. Con la devastazione del modello unipolare occidentale pienamente manifestato nella parte orientale dell’Ucraina, la causa della creazione di un mondo multipolare avrà ulteriore impulso da chi si oppone all’avanzata occidentale, in Ucraina e fuori.

trêveTony Cartalucci, ricercatore e scrittore di geopolitica di Bangkok, per la rivista online “New Oriental Outlook“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora