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Crimini di guerra in Israele: l’astensione dell’Italia e le proposte del M5S

di Alessio Pizzichini - 28/07/2014


In questo tragico contesto, ciò che rincuora è la presa di posizione forte e decisa di molti paesi: Cuba, Bolivia, Vietnam, Ecuador, Cile, Venezuela, Argentina, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Tra questi c'è chi chiede sanzioni a Israele e il cessate il fuoco, chi denuncia le barbarie all'ONU, chi ritira il proprio ambasciatore, chi fornisce beni di prima necessità e farmaci ai Palestinesi (a spese dello stato), chi intensifica i rapporti economici con la Palestina e pone fine a quelli con Israele.

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Mercoledì il Consiglio per i diritti umani dell’ONU ha chiesto la formazione di una commissione d’inchiesta sui crimini di guerra commessi dallo stato di Israele: la risoluzione è stata approvata con 29 voti a favore, 17 astenuti ed un contrario. A favore hanno votato i paesi dell’America Latina, la maggior parte di quelli Africani e colossi d’oriente quali Russia, Cina e India. L’Europa si è astenuta in massa e l’unico voto contrario è stato quello degli Stati Uniti d’America. Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu questa decisione è “una parodia che dovrebbe essere condannata dalle persone rispettabili ovunque”, mentre Ron Dermer, ambasciatore Israeliano negli USA, ha affermato addirittura che “all’esercito israeliano dovrebbe essere dato il Nobel per la pace, per aver combattuto con una moderazione inimmaginabile” e che “i soldati israeliani stanno morendo affinché palestinesi innocenti possano vivere”. Andrebbe forse ricordatogli che di soldati israeliani ne sono morti 32, nel tentativo di occupare militarmente la striscia di Gaza (ciò che è rimasto della Palestina), dopo aver bombardato indistintamente case, scuole e ospedali causando più di 3700 feriti e oltre 700 morti.

In questo tragico contesto, ciò che rincuora è la presa di posizione forte e decisa di molti paesi: Cuba, Bolivia, Vietnam, Ecuador, Cile, Venezuela, Argentina, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Tra questi c’è chi chiede sanzioni a Israele e il cessate il fuoco, chi denuncia le barbarie all’ONU, chi ritira il proprio ambasciatore, chi fornisce beni di prima necessità e farmaci ai Palestinesi (a spese dello stato), chi intensifica i rapporti economici con la Palestina e pone fine a quelli con Israele. In Italia sono tantissime le manifestazioni di solidarietà con la Palestina, che vengono promosse sia da associazioni a difesa di diritti, sia da movimenti politici: dai vari partiti/movimenti alla sinistra del PD, alle forze nazionaliste dall’altra parte, all’avanguardista Movimento 5 Stelle. Proprio questo rappresenta l’unica forza in parlamento che sta con Gaza e la Palestina. Alessandro di Battista, membro della commissione esteri, ha infatti affermato che “quello che sta portando avanti Israele è un genocidio” e che, assieme agli altri deputati della sua commissione, presenterà una risoluzione per il richiamo dell’ambasciatore italiano in Israele, “un atto simbolico ma dovuto”.

Il Movimento 5 Stelle ha proposto al Ministro degli Esteri Federica Mogherini sette azioni concrete per spingere Israele a cessarem5s il fuoco: blocco immediato delle commesse militari con Israele, sospensione degli accordi Letta-Netanyahu del 2-12-2013 (con cui Roma e Tel Aviv intensificarono i loro rapporti economici), stop degli accordi commerciali con aziende israeliane operanti nelle colonie, emanare nuove linee guida sull’etichettatura dei prodotti israeliani, rivedere gli accordi euromediterranei del 1998 (che sancirono la libera circolazione delle merci tra l’Unione Europea e Israele attraverso la progressiva eliminazione dei dazi doganali e il divieto di porre restrizioni sulle quantità esportate-importate), revisione del diritto di veto nel consiglio di sicurezza dell’onu (grazie al quale uno trai cinque Paesi fondatori dell’Onu può bloccare una decisione presa dal consiglio), risarcimento ai donatari di aiuti umanitari distrutti dallo stato di Israele o da Hamas (associazioni Italiane e privati hanno contribuito alla costruzione di asili, scuole ed opere pubbliche colpite da bombardamenti), ed infine ritiro dell’ambasciatore italiano a Tel Aviv. 

Negli ultimi decenni l’Italia è stata praticamente inesistente nelle relazioni internazionali, e si è limitata ad appoggiare le decisioni della NATO, inviando, quando serviva, le proprie truppe a supporto di questa istituzione: Macedonia, Bosnia, Kosovo, Iraq, Libano, Afghanistan, Libia. Ora, solo il Movimento 5 Stelle, sta cercando di remare controcorrente, contro l’astensionismo nella risoluzione per formare una commissione d’inchiesta sui crimini di guerra commessi da Israele, e contro le posizioni spudoratamente di parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.