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Rattocrazia

di Eugenio Benetazzo - 25/03/2015

Fonte: Eugenio Benetazzo


Immaginate di possedere un’abitazione molto signorile ubicata all’interno di una zona residenziale molto prestigiosa. Su questa proprietà riponete tutte le vostre attenzioni perchè oltre che essere la vostra dimora a tempo permanente, quest’ultima rappresenta anche il vostro rifugio e quello della vostra famiglia dalla vita di tutti i giorni. Tuttavia a causa di una scarsa tutela del territorio circostante viene prese di mira dai ratti i quali iniziano prima a entrare furtivamente e successivamente a colonizzare tutta la proprietà in questione. Nel giro di poco tempo i ratti sono presenti ovunque tanto in cantina quanto in mansarda rendendo veramente poco gradevole ed accogliente la permanenza in questa pertinenza abitativa. A questo punto dovreste intervenire per debellare il roditore parassita. La strada più battuta sarebbe rappresentata dal richiedere l’intervento di un soggetto esterno che si occupa di derattizzare l’ambiente infestato mediante l’utilizzo di veleno ed esche topicide. Questo tipo di soluzione oltre che molto costosa, spesso è anche poco efficiente in quanto ormai i roditori hanno sviluppato un metabolismo in grado di sopportare sempre più spesso l’azione del veleno. Molto probabilmente il veleno in questione rappresenterebbe un elemento più deleterio e pericoloso per l’ambiente circostante che per i ratti in questione.

Inoltre questa soluzione avrebbe la sconvenienza di non essere definitiva in quanto l’utilizzo di veleni e varie esche trappola semplicemente produrrebbero un contenimento della popolazione complessiva della colonia ma non la sua completa soccombenza. Pertanto a distanza di qualche tempo il problema si ripresenterebbe molto più amplificato con esemplari di ratto sempre più resistenti all’azione di veleni e vari deterrenti chimici. Nel frattempo mentre il disinfestatore provvede alla sua opera per cercare di ottenere una qualche sorta di risultato, voi andreste incontro ad un periodo di tensione e soprattutto scomodità legata al fatto di dover convivere all’interno della casa con le trappole ed il rischio di contatto accidentale con il veleno. Non sarebbe decisamente un bel vivere. Una seconda alternativa potrebbe invece produrre la risoluzione definitiva delle vostre angosce e problematiche causate dall’infestazione dei ratti in casa. Dovreste in prima battuta traslocare in altra abitazione più sicura e più tutelata per un determinato periodo di tempo significatamente lungo avendo tuttavia l’accortezza di sigillare dall’esterno la casa infestata dai ratti. Questa è una parte chiave di questa strategia in quanto al fine di produrre un ottimo risultato sperato, la vostra ex abitazione deve essere perfettamente sigillata in modo che nessun ratto possa uscire dall’interno e nessun altro ratto possa entrarne di sfuggita.

A questo punto dovete solo aspettare. I ratti chiusi all’interno della casa inizieranno a divorare tutte le derrate alimentari commestibili che troveranno. L’ideale per accelerare il buon esito della strategia sarebbe svuotare credenze, armadi e ripiani di qualsisi cosa che sia commestibile proprio nel momento in cui decidete di andarvene di casa procedendo all’uopo quindi alla sigillazione della vostra abitazione. Non dovrete per questo mettere o posizionare nessuna esca con veleno o nessun dispositivo atto a catturare i ratti al loro interno. Semplicemente dovrete accertarvi che l’abitazione in questione sia perfettamente sigillata dall’esterno. Quando il cibo disponibile all’interno si esaurirà, i ratti iniezieranno in parte a morire di fame ed in parte a mangiarsi a vicenda pur di continuare a sopravvivere. Si verificheranno delle vere e proprie lotte intestine volte a cannibalizzare prima i soggetti più piccoli e deboli e successivamente mangiati questi ultimi, anche i sopravvissuti più forti inizieranno a mangiarsi tra di loro. Il cannibalismo produrrà dei mutamenti al comportamento ed all’indole dei ratti rendendoli sempre più aggressivi nei confronti dei loro stessi simili per ovvie ragioni di sopravvivenza. Questa fase di autodistruzione mediante cannibalizzazione necessita del proprio tempo per il suo verificarsi, tuttavia la strategia messa in atto non prevede assolutamente che si debba arrivare alla morte complessiva di tutti gli individui della colonia.

Proprio qui infatti interverrà il fattore tempo come elemento decisivo e di successo per beneficiare dei side effects di questa soluzione poco ortodossa. Dovrete infatti accertarvi magari grazie al posizionamento di piccole telecamere stile Go-Pro con ricezione all’infrarosso di poter intervenire all’interno della vostra abitazione solo dopo che saranno rimasti vivi gli ultimi tre esemplari di ratto (rigorosamente maschi) che nel frattempo continueranno a lottare uno con l’altro per la salvezza. A quel punto dovrete irrompere in casa e tentare di catturare i tre esemplari rimasti in vita, preoccupandovi di trattarli con la massima cura ed attenzione. Qualcuno potrebbe avere da dire su questa parte: ma come ne rimangono tre e dopo tutto quello che si è dovuto subire questi ultimi tre li volete risparmiare e lasciar vivere al posto di sopprimerli definitivamente. Esatto gli ultimi tre, ripeto rigorosamente esemplari maschi, dovranno essere risparmiati ed il più possibile addomesticati. Questo proprio per la vostra esigenza in futuro di protezione della vostra abitazione da altre invasioni di ratti. I tre sopravvisuti a quel punto si sono abituati a mangiare i loro stessi simili, ritenendoli nemici e pericoli per il loro stesso environment visto l’esperienza che hanno appena passato. Questi tre ratti solitari rappresenteranno per voi il miglior deterrente che terrà distante e lontano altri ratti nelle vicinanze in quanto ormai si sono abituati a mangiare solo ed esclusivamente altri simili. L’intero post è una metafora, non so quanti lettori lo comprenderanno.