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Grecia: resa totale

di Antonio Terrenzio - 28/09/2015

Fonte: Conflitti e strategie

Che Alexis Tsipras fosse un ciarlatano, che avrebbe tradito i greci, lo avevamo ampiamente previsto. Tuttavia, la recente riconferma di Siryza, con il 35,5% dei voti, benché alle urne si sia recato poco più del 50% degli aventi diritto, resta una piccola sorpresa. Il bluff è venuto a galla ma Tsipras l’ha spuntata nuovamente.
Gli ingenui ci sono ricascati e hanno creduto ancora al clown travestito da salvatore della patria, alle bandiere rosse, ai cori partigiani cantati in piazza Sintagma, ai facili slogan contro l’euro e l’austerità, propalati dal sodale greco di B.B. (Barbara Bilderberg) Spinelli.

 

Siryza, infatti, e’ riuscita a riconfermarsi primo partito, presentando un programma esattamente opposto a quello che l’aveva vista vincitrice la penultima volta! Secondi i filoeuropeisti intransigenti di Nova Demokratia, con il 28%. Estinte oramai le altre formazioni centriste, Pasok e Potami. Importante affermazione dei nazionalisti di Alba Dorata, terzo partito. Tsipras, all’indomani del responso elettorale, è riuscito ad affermare che a vincere non fosse stato lui ma il popolo.

Quasi un greco su due non e’ andato a votare, segno che nella maggioranza della popolazione regnano sentimenti di depressione e rassegnazione. Il popolo di Tsipras è un fantasma in un paese morto. Ora diventa probabile la formazione di un governo di coalizione “centrista” tra Siryza e Nova Demokratia.

Il popolo greco non si aspetta più nulla dai suoi governanti, dopo essere stato gabbato sul referendum contro l’euro. Esso sa di avere davanti giorni bui di lacrime e sangue. Non sono bastati nemmeno i tagli alle pensioni, alla sanità’, ai servizi pubblici essenziali a capovolgere la sua sorte infausta. Con il piano di riforme firmato da Tsipras le cose non potranno che peggiorare: fine degli incentivi per gli agricoltori, ulteriori tagli alla pensioni e maggiorazioni dei carichi fiscali. Continua a piovere sul bagnato.

Poi ci sono le liberalizzazioni imposte dalla Troika che comporteranno la svendita di autostrade, porti, aeroporti, edifici pubblici ecc. A complicare questo quadro disastroso si sono aggiunte altre emergenze come quelle di migranti e rifugiati, sbarcati numerosi nelle isole di Kos e Lesbo. La Grecia si trova, inoltre, nel mezzo di una serie di tensioni etniche e geopolitiche dai contorni molto insidiosi. Le minoranze etniche presenti sul territorio greco potrebbero essere manipolate all’occorrenza, come già successo altrove, nei Balcani e più ad est.
Minoranze albanesi e macedoni potrebbero rappresentare strumenti di destabilizzazione, nelle mani di Soros e di altri, qualora i greci dovessero mettere in discussione l’Ue o la Nato. Inoltre, la Grecia non è così distante dal caos siriano.

Dopo il tradimento di Tsipras, l’unica forza politica realmente anti-sistema resta Alba Dorata, la quale raccoglie il malcontento di giovani e disoccupati. La formazione nazionalista del leader Michaloliákos sarà l’unica spina nel fianco degli aguzzini della Troika e dei quisling capeggiati da Siryza. Ma Alba Dorata è ancora minoritaria all’interno e non gode di simpatie internazionali. Per molti si tratta della solita formazione settaria di origine “neonazista”.

Così la pensa anche Giulietto Chiesa, un altro che proprio non riesce a liberarsi dal demone ideologico del sinistrismo. Ma Alba Dorata è una forza sovranista che ammira la Russia di Putin e intende portare la Grecia fuori dal giogo Atlantico. Concludiamo rilevando che lo scenario greco è un importante laboratorio per gli eventi a venire e ci sembra di particolare interesse per l’evoluzione politica di tutta l’UE. La situazione greca è da tenere d’occhio poiché potrebbe anticipare i segnali politici del prossimo futuro di tutta la zona europea.