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Di strage in strage

di Paolo Sensini - 18/09/2016

Di strage in strage

Fonte: Paolo Sensini

Di strage in strage, le bombe sganciate dagli americani in Siria colpiscono di preferenza gli obiettivi "sbagliati", cioè l'esercito regolare siriano e quasi mai i tagliagole dell'ISIS. Avviene così dal giugno 2014, quando i seguaci del Calippo al-Baghdadi hanno dilagato in Siria e Iraq senza che gli aerei del Premio Nobel Obama gli sganciassero sulla testa nemmeno una bombetta. Tanto poi c'è sempre il solito mantra per giustificare l'avvenuto pateracchio: "è stato uno sbaglio", "abbiamo colpito per errore". Ogni volta è così. Ma perché imporre una tregua nel momento in cui gli jihadisti si trovano alle strette e poi, dopo che gli americani ingiungono lo stop delle operazioni, si colpisce la parte "sbagliata"? È un comportamento strano e incomprensibile da parte di chi addita l'ISIS come il nemico mortale e puntualmente gli toglie le castagne dal fuoco. Fortuna che in Occidente siamo persone civili e rigettiamo per principio il gomblottismo, altrimenti verrebbe da pensar male. Quello lo riserviamo al cattivone per antonomasia Putin, che si diverte ad hackerare le email e avvelenare la povera Clinton. Insomma, il leader russo è meglio del Joker nei film di Batman.