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Gli italiani sono stufi del solito mainstream antirusso

di Tatiana Santi - 28/09/2016

Gli italiani sono stufi del solito mainstream antirusso

Fonte: Sputnik

La Russia e il mondo post sovietico sono una materia tanto temuta quanto sconosciuta in Occidente.
 Il coro russofobico dei signori della guerra I mass media non fanno che presentare la solita versione dei fatti sempre in contrapposizione alla Russia, che si parli del Cremlino, dell'Ucraina o delle Repubbliche Baltiche. I lettori però non sono stupidi e sono in cerca di altri punti di vista, una versione alternativa. Gli italiani sono stufi del solito mainstream antirusso. I primi di ottobre nelle librerie italiane esce "Congiura lituana" della giornalista russa Galina Sapozhnikova edito da Sandro Teti Editore, un libro che tratta degli scontri avvenuti nel gennaio del 1991 presso la torre della televisione di Vilnius. Il volume contiene interviste con testimoni oculari degli avvenimenti del '91 su cui in Lituania non c'è e non ci può essere dibattito. Nel Paese infatti esiste una legge la quale condanna chi contesta la versione ufficiale dei fatti. "Russofobia, mille anni di diffidenza" dello scrittore Guy Mettan e "Congiura lituana" della giornalista russa Galina Sapozhnikova. Il volume "Congiura lituana" propone un altro punto di vista sui fatti accaduti a Vilnius nel 91, dando la possibilità al lettore italiano di avere a disposizione un quadro più completo della faccenda. Non è l'unico volume della Casa Editrice Sandro Teti che va contro corrente e cerca di rompere il muro di un'informazione unilaterale e di luoghi comuni tuttora vivi in Occidente. Di recente pubblicazione vi è anche "Russofobia, mille anni di diffidenza" dello scrittore Guy Mettan. L'editore Sandro Teti, che da anni studia il mondo russo e post sovietico, ha rilasciato in merito un'intervista a Sputnik Italia. — Perché consiglierebbe agli italiani la lettura di "Congiura lituana" della giornalista Galina Sapozhnikova? i — Io lo consiglierei perché dà una visione del tutto nuova di quello che è stato un episodio molto importante con un'eco internazionale, parlo degli scontri che portarono alla morte di 14 persone il 13 gennaio del 1991 presso la torre della televisione di Vilnius. Questi scontri furono poi il pretesto per scatenare una campagna di diffamazione contro la Russia sovietica e furono imputati ai soldati sovietici le 13 vittime lituane e un soldato russo che rimase ucciso da un colpo di arma da fuoco tiratogli alla schiena. In realtà quella vicenda fu molto oscura, sparirono un mucchio di prove, le perizie balistiche, le perizie fatte sui cadaveri presso gli obitori. Quest'episodio divenne e lo è tuttora uno dei pilastri fondanti della narrazione del nuovo Stato indipendente lituano. Su questo sono stati scritti libri, fatti reportage, film, è stato creato un memoriale, ma tutti coloro che si permettono di mettere in dubbio la versione ufficiale dei fatti sono perseguitati, sottoposti a processi e condannati. Questo libro contiene numerose interviste alle persone che erano presenti, a testimoni oculari di quella notte e disegna un'altra versione dei fatti. Alcuni anni fa è stata approvata una legge in Lituania che condanna coloro che negano la versione ufficiale dell'accaduto. In questo Paese non può esistere il dissenso. All'autrice del libro Galina Sapozhnikova è stato vietato l'ingresso nel Paese, è stata dichiarata persona non grata. — In Italia nessuno può immaginare che in un Paese europeo come la Lituania ci siano leggi simili. La UE chiede alla Lituania di preservare l'eredità sovietica — È una cosa che stupisce, certo. Sapendo che i Paesi devono superare i test sulla democrazia e i diritti umani per entrare in Europa, sono rimasto stupito del fatto che a livello europeo si permetta ad un Paese di violare i diritti delle minoranze etniche. Credo che da tutti gli europei, non solo dagli italiani, questo fatto sia ignorato e sconosciuto. Proprio per questo credo che sia importante un testo che non vuole imporre agli italiani un'unica versione, ma per la prima volta consente al lettore la possibilità di crearsi una propria opinione. Il libro propone una visione diversa da quella ufficiale accolta fino ad ora in Occidente. — Lei da anni si occupa del mondo russo e post sovietico. Quello russo in particolare è un mondo che spaventa l'Occidente, ma di cui si sa veramente poco, non è un paradosso?  Russofobia: colpa dei media? — Si conoscono soprattutto i luoghi comuni in effetti e una serie di fatti divenuti ormai degli assiomi, ma che in realtà non hanno una base veritiera. Io ho pubblicato alcuni mesi fa il testo "Russofobia" dell'autore svizzero Guy Mettan. Questo lavoro, per la prima volta non solo in Italia ma anche in Europa, affronta il tema della russofobia, che affonda le sue radici addirittura mille anni fa. Nel libro si evidenziano i luoghi comuni. Spesso succede di costatare che i conoscenti e gli amici una volta visitata la Russia, al ritorno raccontano una realtà totalmente diversa da quella che si immaginavano e da quella che è stata sempre loro descritta dai mass media. Manca a mio avviso proprio l'informazione e la conoscenza e la possibilità di dialogare con i russi direttamente. — Perché secondo lei i mass media propongono sempre una visione unilaterale sulla Russia? — Come accade nel mondo la linea editoriale di ciascun giornale viene dettata dalla proprietà, che in questo caso è molto filoatlantica e quindi si schiera contro la Russia. Un altro aspetto è legato ai luoghi comuni e all'ignoranza, spesso i giornalisti italiani si affidano ciecamente a quelle che sono le agenzie internazionali e riprendono le stesse loro notizie.  Propaganda No More Ora i giornalisti non possono più usare la scusa che molte notizie venivano divulgate solo in russo. Oggi c'è Russia Today che trasmette 24 ore su 24. Abbiamo un grande flusso di informazioni in inglese, o addirittura, come nel vostro caso meritorio di Sputnik, in lingua italiana. Per tutti i giornalisti coscienziosi c'è la possibilità di avere accesso a fonti alternative. Questo è più difficile per un cittadino comune che si rivolge al mainstream e continua ad avere un'opinione non aderente alla realtà. — Secondo lei i lettori ora hanno più chance di ottenere punti di vista alternativi? La Russofobia è un fenomeno che può essere superato, è ottimista? L'Occidente cerca qualsiasi pretesto per accusare la Russia — Sono ottimista vedendo la reazione dei cittadini italiani. Ho parlato di recente con un giornalista importante della radio italiana, il quale mi ha spiegato che nei primi mesi dopo l'Euromaidan solo il 5-10% degli ascoltatori, che commentavano e telefonavano in radio, era schierato con la Russia. Adesso a distanza di 2 anni, si è arrivati ad una situazione dove la metà degli ascoltatori prende le parti della Russia. La gente non è stupida e vede quello che sta accadendo. Le persone vedono per esempio che in Siria gli unici che si sono opposti all'ISIS sono stati i russi. Col tempo in Italia a livello della gente comune la situazione è veramente cambiata.