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L'esitazione della Russia in Siria è stata un errore strategico?

di Paul Craig Roberts - 26/10/2016

L'esitazione della Russia in Siria è stata un errore strategico?

Fonte: Comedonchisciotte

Un mese fa ho scritto un articolo “Chi esita è perso – e la Russia ha esitato”. Le conseguenze sono visibili ora:

  • Un report dell’ONU orchestrato da Washington ha accusato Russia e Siria di crimini di guerra ad Aleppo. Secondo il report “attacchi aerei indiscriminati da parte delle forze governative e dei loro alleati [la Russia] sulla parte orientale della città sono responsabili della maggior parte delle vittime civili. Ciò costituisce un crimine di guerra. In caso venga perpetrato volontariamente, come parte di uno schema diffuso o sistematico di attacco ai civili, si tratta di un crimine contro l’umanità”.

Il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha votato per iniziare un’investigazione “indipendente”. Lo scopo è incriminare la Russia e Putin per crimini di guerra e “consegnare alla giustizia i responsabili delle violazioni”. Per di più “la situazione dovrebbe essere portata quanto prima di fronte alla Corte Internazionale. Ogni parte di questo conflitto deve sapere che verrà ritenuta responsabile per i crimini internazionali commessi – chiunque, senza alcun tipo di protezione selettiva o discriminazione”. Tenete a mente che Washington fornisce la maggior parte del budget dell’ONU e che l’ONU chiuderà un occhio circa il fatto che sono stati gli USA a mandare l’ISIS ad Aleppo.

Ovviamente nè Washington nè l’ONU saranno in grado di portare Putin davanti alla Corte Internazionale. Lo scopo di tutto è la propaganda. Tra le molte preoccupazioni di Washington c’è il fatto che alcune nazioni dell’Europa orientale, allarmate dal conflitto con la Russia in cui gli USA le stanno trascinando, minacceranno la NATO di dichiarare la propria non-partecipazione. Se la Russia verrà bollata come criminale di guerra, diventerà ancora più difficile per le nazioni che, follemente e senza riflettere, sono entrate nella NATO evitarne le conseguenze.

  • Washington è riuscita a mettere al potere in Polonia il partito di estrema destra Law and Justice. Questi agenti di Washington hanno riaperto la questione della morte del presidente polacco Kaczynsky in un incidente aereo, dichiarando che lo schianto era causato da un attentato terroristico russo, che aveva lo scopo di privare la Polonia della leadership politica.

Nonostante la mole di prove che dimostrano il contrario, i proclami del partito Law and Justice trovano terreno fertile grazie al terribile ritratto della Russia dipinto dalle campagne di demonizzazione di Washington. L’obiettivo finale è denigrare ed isolare sempre più la Russia e il suo governo.

  • Come portavoce eletta dei guerrafondai neocon, Hillary vuole che Washington crei una no-fly zone sulla Siria. Questa servirebbe a prevenire attacchi aerei siriani e russi contro le postazioni dell’ISIS. Sembra abbastanza chiaro che la Siria e la Russia non accetteranno alcun tentativo di impedire alla Siria l’utilizzo del proprio spazio aereo nazionale, in un conflitto contro forze inviate da Washington per rovesciare il governo siriano, come era successo prima con Gheddafi in Libia. La no-fly zone di Hillary sfocerebbe in un conflitto militare tra USA e Russia.

Per portare avanti la proposta della no-fly zone è stato riesumato lo stratagemma delle “armi chimiche”. Report creati ad hoc stanno comparendo a sostenere che le forze aeree siriane stiano sganciando armi chimiche sulla popolazione. Il 22 ottobre, l’Indian Express sosteneva che il 21 ottobre il Joint Investigative Mechanism dell’ONU aveva informato il Consiglio di Sicurezza che l’attacco chimico su Qmena “era stato causato da un elicottero delle Forze Armate Arabe siriane, che aveva sganciato un dispositivo da grande altitudine, il quale schiantandosi a terra aveva rilasciato la sostanza tossica che aveva colpito la popolazione”. Il report ha concluso che tre degli attacchi studiati erano siriani, uno dell’ISIS.

Il fatto che i Russi abbiano risolto la questione armi chimiche nel 2014, un anno prima del supposto attacco su Qmenas, prendendo possesso delle armi chimiche e portandole via dalla Siria, minimizza la credibilità del report. Comunque, i fatti non hanno mai giocato alcun ruolo nei 15 anni di attacco di Washington contro i musulmani e sicuramente i fatti non hanno giocato alcun ruolo nella demonizzazione della Russia.

  • Diana Johnstone ha concluso che Hillary vuole un cambio di regime in Russia e che userà la presidenza per ottenerlo.

È impossibile immaginare un proposito più folle più incauto ed irresponsabile. Molti membri del governo russo hanno affermato che le provocazioni e la demonizzazione della Russia hanno ridotto la fiducia tra le due potenze nucleari quasi a zero e che la Russia non combatterà mai più una guerra sul proprio territorio nazionale. Sergey Karaganov ha detto al giornale tedesco Der Spiegelche se gli USA e la NATO passeranno dalle provocazioni allo sconfinamento contro la Russia, una potenza nucleare, verranno puniti.

Molti folli pensano che una guerra nucleare non possa accadere, perché non avrebbe alcun vincitore. Comunque, i guerrafondai statunitensi, che hanno elevato le armi nucleari dal ruolo dissuasivo a quello di funzione di attacco preventivo, sicuramente non sono d’accordo sul fatto che una guerra nucleare non verrebbe vinta. Se le armi nucleari vengono considerate invincibili, non ha senso avere una dottrina di guerra che le considera mezzo per un attacco a sorpresa.

I Russi lo sanno e sono infastiditi dal fatto che Washington abbia ridotto la situazione tra USA e Russia più pericolosa che durante la guerra fredda. Lo stesso Vladimir Putin ha affermato che l’occidente non sente i suoi avvertimenti. In uno sforzo per evitare la guerra, ha fatto tutto il possibile con la diplomazia. Fa accordi con Washington che sa non verranno rispettati.

Ci sono stati molti eventi che gli hanno insegnato la lezione – l’invasione istigata di Washington dell’Ossezia del sud da parte della Georgia mentre era alle olimpiadi di Pechino, il colpo di stato organizzato in Ucraina mentre era alle olimpiadi di Sochi, l’abbandono degli Accordi di Minsk, i vantaggi ottenuti da Washington dal cessate il fuoco in Siria, la violazione da parte di Washington alla promessa di non portare la NATO ai confini della Russia, l’abbandono di Washington del trattato contro i missili balistici, le accuse alla Russia per l’MH-17, le e-mail di Hillary intercettate, ecc.

Washington di sicuro vuole sfruttare l’assistenza militare e diplomatica della Russia alla Siria per incolparla agli occhi dell’opinione pubblica di crimini di guerra. È stata l’esitazione russa in Siria a permettere a Washington di riprendersi dalla sconfitta dei suoi mercenari dell’ISIS e di controllare le spiegazioni per la sconfitta sul campo.

Gli attacchi aerei russi sull’ISIS in Siria avevano preso Washington con la guardia abbassata e avevano velocemente raggiunto le forze dell’ISIS supportate da Washington, ribaltando l’andamento della guerra. Se la Russia avesse finito il lavoro, la Siria sarebbe stata libera da forze ostili prima che Washington potesse riprendere fiato.

Al contrario, sotto la pressione degli elementi integrazionisti atlanticisti delle elite russa, il governo russo ha deciso di rallentare, annunciando la missione compiuta e ha fatto affidamento sul fatto che l’esercito siriano finisse il lavoro. Questo errore strategico ha permesso a Washington non solo di rifornire di munizioni l’ISIS che erano andate distrutte e di assoldare altri mercenari, ma con ancora maggiore importanza di trovare un piano per la rovina della Russia e di Assad.

Tempo che il governo russo capisse che fare un passo indietro era stato un errore e rientrasse nel conflitto, Washington aveva deciso che se Damasco non fosse stata “liberata”, la Siria avrebbe potuto essere fatta a pezzi, per mettere pressione su Assad. Per di più il governo russo ha continuato a posticipare la vittoria firmando accordi di cessate il fuoco che Washington ha usato per riarmare l’ISIS e come armi di propaganda contro la Russia.

Quale sarà l’esito del conflitto militare in Siria, la Russia si trova davanti un’accusa per crimini di guerra dai media occidentali, se non dal Consiglio per i Diritti Umani, e, se Hillary dovesse diventare presidente, una no-fly zone in Siria.

Questo è il gravissimo prezzo che Putin ha pagato per aver dato retta agli integrazionisti atlanticisti menzogneri e adoratori degli Stati Uniti che vogliono che la Russia sia accettata dall’occidente, anche se questo comporta a ridursi a semi-vassalli. Se ci sarà una guerra nucleare, gli integrazionisti atlanticisti russi si spartiranno la colpa con i neocon statunitensi. Tutti noi pagheremo il prezzo del disastro creato da questi pochi, i neocon guerrafondai e gli integrazionisti atlanticisti che desiderano l’approvazione di Washington.

 

Paul Craig Roberts è un ex assistente segretario del Tesoro USA e Editore Associato del Wall Street Journal. How the economy was lost è ora disponibile da CounterPunch in formato elettronico. Il suo ultimo libro è How America was lost.

Fonte: http://www.counterpunch.org/

Link: http://www.counterpunch.org/2016/10/24/was-russias-hesitation-in-syria-a-strategic-mistake/

 

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO