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Un Paese ingessato

di Fabio Falchi - 01/03/2017

Fonte: Fabio Falchi

Nelle elezioni politiche del 2013 il M5S riuscì a prendere circa 8 milioni di voti (il 25,5% dei voti per la Camera). Un successo strepitoso, tanto più che i grillini avevano chiuso la loro campagna elettorale nella piazza S. Giovanni a Roma (una piazza considerata una sorta di “feudo” del Pd). Il successo fu dovuto a vari fattori, ma indubbiamente decisiva fu la capacità di Grillo di interpretare il malcontento e la voglia di cambiamento di buona parte del popolo italiano. Nondimeno, prendere i voti in politica non basta. Mettendo insieme tutto e il contrario di tutto e non avendo alcuna strategia politica, se non le solite ciance sulla questione morale, il M5S non solo non è un partito ma non è nemmeno un vero movimento politico. Ciascun grillino va per conto suo, con Grillo che scambia il Politico con la gestione di un bar di periferia e che blatera di democrazia diretta (come se si potesse governare un Paese industriale avanzato di 60 milioni di abitanti mettendo delle crocette sul sito del M5S). La direzione strategica dell'economia del Paese, ben più complessa di quella tecnica, non è nemmeno presa in considerazione. Né lo è la geopolitica. Né è messa seriamente in discussione la questione dell'Ue o di Eurolandia. In sostanza, il M5S è una sorta di associazione politica allo "stato gassoso", contraddistinta da disordine mentale e infantilismo geopolitico, e tale è destinata rimanere se alcuni suoi esponenti non si decideranno a cambiare rotta o a dar vita a qualcosa di nuovo avendo come obiettivo principale perlomeno la dissoluzione di Eurolandia.
D'altra parte, il quadro politico italiano non offre nulla di positivo. Il centrodestra si limita a cavalcare e strumentalizzare nel modo più becero le ragioni (sacrosante) del malcontento popolare, ma la sua pressoché totale mancanza di cultura politica lo rende, di fatto, uno strumento nelle mani dei nemici del popolo italiano. Anche qui non vi è traccia di un programma serio e coerente per combattere quest'Unione europea, che poi sarebbe la chiave strategica per risolvere in modo civile la spinosa questione dell'immigrazione massiva. Una questione che ormai è diventata intollerabile e che minaccia di distruggere del tutto il tessuto socio-culturale del nostro Paese, stretto nella morsa di una crisi economica terribile, le cui cause, peraltro, concernono in primo luogo la lotta per l'egemonia a livello mondiale.
Invero, non è possibile impedire il declino nel nostro Paese se si continua a fare l'apologia del liberismo. Difatti, immigrazione massiva e incontrollata, euro-atlantismo e liberismo simul stabunt simul cadent. E fino a quando non si comprenderà (politicamente) questo "nesso" e non si agirà di conseguenza, tutt'al più i vari Salvini e grilini potranno conquistare qualche poltrona per sé e i loro amici.