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Il radicalismo globalista

di Daniele Scalea - 24/04/2017

Il radicalismo globalista

Fonte: Daniele Scalea

Elezioni francesi. I candidati di Destra assieme hanno preso il 47,3%, cioè come cinque anni fa (47,12%). La differenza è che il gollista, pur essendo (a parole) più "duro" di Sarkozy, cede un 7% a Le Pen e Dupont-Aignan, ossia ai candidati più radicali, realizzandosi uno storico e inedito sorpasso della Le Pen sul candidato gollista.
Veniamo alla Sinistra. Io includo anche Macron, che viene dal Partito Socialista, è stato nel gabinetto di Hollande e ministro di Valls, e si auto-definisce di Sinistra. Tutti i candidati complessivamente prendono il 51,5%, contro il 43,75% di cinque anni fa. Essenzialmente, Macron è riuscito a inglobare i voti che nel 2012 erano andati al centrista Bayrou. Anche qui è però interessante la dinamica interna: la posizione "centrale", "istituzionale" all'interno della Sinistra, quella del Partito Socialista, crolla cedendo ai due lati (Melenchon passa da 11,1% a 19,6%).
Macron, come sottolineano molto, rappresenta essenzialmente in Francia ciò che Renzi è in Italia. Raccoglie il voto di Sinistra e lo sposta su una piattaforma apparentemente post-ideologica. Ma la categoria di "moderatismo" o "centrismo" è ormai superata per fenomeni come quello di Macron. Egli difende sì lo status quo nell'essenziale, solo promettendo qualche riforma e "rottamando" la vecchia classe dirigente di partito. Ma la sua visione della società è forte e radicale. Risponde all'euroscetticismo con un'eurofilia che non è più motivata dal "non si può fare altrimenti", ma da un'adesione convinta a progetti europeisti e cosmopoliti. Sull'immigrazione ha una linea di porte aperte assai più decisa del Partito Socialista. Strizza l'occhio al cospicuo elettorato musulmano, promettendo di liberalizzare l'espressione pubblica della religione, criticando il perdurare dello stato d'emergenza e la revoca della cittadinanza ai terroristi.
Non è corretto interpretare il successo di Macron, come fu quello di Renzi, quale la negazione del polarizzarsi dell'elettorato occidentale. L'errore è credere che esista un sistema binario Destra-Sinistra in cui sia possibile polarizzarsi solo su due lati. In realtà è sorta una terza, nuova piattaforma politica, radicale nella sua visione cosmopolita, multiculturalista, elitarista. Un radicalismo globalista, se proprio vogliamo inventarci un'etichetta.