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Mettete dei fiori nei vostri cannoni

di Ugo Boghetta - 06/02/2023

Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Fonte: Ugo Boghetta

“Mettete dei fiori nei vostri cannoni” cantavano I Giganti a Sanremo nel lontano 1967. Fra qualche giorno invece assisteremo esattamente al contrario. Alla manifestazione canora inopinatamente parteciperà il famigerato Zelensky che invece chiederà cannoni, carri armati, missili.
Il mondo si è perfettamente capovolto. Allora in tutto il mondo spirava un’aria di cambiamento radicale quando non rivoluzionario. Oggi, in occidente siamo, all’opposto, dentro una reazione radicale.
La cosa sconcertante è il silenzio nelle piazze nonostante i sondaggi dicano che gran parte della popolazione sia contraria al coinvolgimento nella guerra. Anche in questo caso constatiamo la differenza fra cittadini e classe politica. Il silenzio nelle piazze ha tante cause. Cause strutturali, profonde che stanno nel disfacimento ideologico, culturale, organizzativo dell’opposizione al sistema politico oltre che a quello sociale. La scomparsa di qualsiasi vero progetto d’alternativa: un tempo si chiamava socialismo, e dei relativi partiti (veri) ha creato questo stato d’impotenza. Riguarda la pace, ma anche il lavoro, l’ambiente, la democrazia.
C’è una sostanziale afasia. Si parla tanto ma non si dice nulla di veramente efficace. Nonostante ciò, interrogarsi sui perché di questa situazione sembra non interessare a nessuno. Tutti a fare e rifare le stesse cose  aspettandosi risultati diversi dal nulla attuale.
Così c’è voluta la decisione supina al clima mainstream di invitare/accettare  Zelensky  per  smuovere un po’ le acque. Per questo, nonostante tutto, andrò alla manifestazione di Sanremo. È l’unica esistente!
Spero, tuttavia, che si evitino sproloqui ed elenchi di proposte. Per me le rivendicazione sono tre: cancellare l’invio di armi, cancellare le sanzioni (anche perché sono dei boomerang), attivare la diplomazia per la sospensione delle ostilità. L’obiettivo è uno solo: un accordo di pace in Europa, fra gli europei, per gli europei (ovviamente Russia compresa). È infatti il rifiuto del dialogo su questo punto la causa della guerra.
Ed il governo nazionale persegua gli interessi del popolo e non la sopravvivenza, altrimenti inutile e dannosa, del governo stesso.