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Alice nel paese che si meraviglia

di Marcello Veneziani - 02/10/2017

Alice nel paese che si meraviglia

Fonte: Marcello Veneziani

Non vedevo maltrattare una lesbica sui media dai tempi del medioevo. È accaduto invece con Alice Weidel, leader del partito nazionalista uscito trionfante dalle elezioni tedesche.

Mai vita privata, dettagli intimi, adozioni e partner di un omosessuale sono stati dati in pasto al pubblico con la stessa compiaciuta e perfida invadenza di questi giorni.

Ma l’imbarazzo suscitato dalla sua elezione dovrebbe essere bilaterale: sicuramente crea imbarazzo e contraddizione in un movimento nazional-conservatore, fondato sulla famiglia e sulla difesa della tradizione; ma lo stesso imbarazzo dovrebbe creare sul versante opposto, e suona ridicolo oltre che falso e offensivo, accusare con quella biografia la Weidel di nazismo e di razzismo.

Se vogliamo, l’imbarazzo bilaterale aumenta se si aggiunge che la leader nazionalista è poi cosmopolita, vive in Svizzera, ha sposato una cingalese, e ha lavorato per alcuni simboli del globalismo, come le banche svizzere e la Goldman Sachs.

Peraltro una nazionalista che vive in Svizzera e una populista al servizio di banche e finanza finora non si era mai vista…

Il precedente che tutti richiamano è il leader della destra nazionalista olandese, Pym Fortuyn, dichiaratamente omosessuale, che fu poi assassinato. Ombre di quel tipo attraversarono pure il leader nazionalista austriaco Haider, anch’egli morto prematuramente.

Da notare in tutti e tre i casi che la caratterizzazione nazionale e conservatrice è o era accompagnata dalla definizione di liberale, assente invece negli altri movimenti nazional-populisti, a cominciare dal Front National di Marine LePen.

Liberale è forse la chiave per capire poi il resto.

È una contraddizione con le loro idee? Probabilmente si, e certamente lo è con quelle di chi li ha votati. Certo, non sono in pochi a rappresentare in modo un po’ schizoide, sdoppiato, la militanza politica e la vita privata.

Quanta gente a sinistra, a cominciare dagli esponenti di punta, si dichiara per l’accoglienza e poi non accoglierebbe mai in casa nessun nigeriano o immigrato extracomunitario? Quanta gente si schiera dalla parte dei poveri ma vive e non rinuncerebbe mai ai privilegi e al lusso, ai quartieri di lusso, alle colf filippine e alla seconde, terze e quarte case?

Mi aspetto prima o poi in Europa e anche in America un leader di destra islamico o nero. Accadrà, anzi in tema di difesa della tradizione e dei suoi valori non sono pochi tra gli immigrati neri e islamici ad essere molto più sensibili (a volte troppo) su questi temi della gente di “destra”.

Ma sulla contraddizione tra scelta politica e vita privata vorrei dire una cosa inconsueta. Preferisco puttanieri o divorziati (le sue cose non sono attigue o intercambiabili) che tutelano la famiglia e marciano in sua difesa, a irreprensibili padri e mariti che poi sostengono leggi sfascia-famiglie e si adoperano per relativizzare la famiglia, ponendola anche sul piano giuridico sullo stesso piano delle unioni occasionali, provvisorie, omosessuali.

Un esempio storico? Una decina d’anni fa sfilavano in difesa della famiglia gente come Berlusconi, Fini, Casini e Bossi (tutti nella migliore delle ipotesi divorziati) mentre nello stesso tempo l’irreprensibile Zapatero sfasciava la famiglia spagnola a colpi di legge.

Che sfascino le proprie famiglie è certo una contraddizione etica col loro operato pubblico, ma tutto sommato sono fatti loro (argomentazione liberale, non a caso…) Che sfascino invece la famiglia come istituzione, la famiglia del popolo italiano o spagnolo è che quel che conta e riguarda il popolo a cui si riferiscono.

Detto questo, tornando ad Alice nel paese che si meraviglia, la sua è un’immagine fresca e positiva a livello mediatico, tutt’altro che becera e razzista, ma a me suscita non poche diffidenze. E non tanto per la contraddizione tra la vita intima e quella che intende rappresentare, quanto proprio nei contenuti: pensare di tutelare la Germania in chiave puramente economica, e magari in opposizione all’Europa mediterranea a partire dalla Grecia ma non risparmiando l’Italia, a me pare un po’ carente.

Amare poi la Germania ma da lontano, vivendo in Svizzera, difendere il popolo e la patria ma poi lavorare o aver lavorato per le grandi centrali delle oligarchie finanziarie, suscita qualche giustificata diffidenza.

Allora torno a dire quel che già osservai per il fenomeno Trump negli Stati Uniti: la cosa che trovo più interessante in quel voto come in questo, non è il candidato che viene premiato ma il fatto che milioni di tedeschi, come milioni di americani, rifiutino la tirannia del Politicamente Corretto, rifiutino lo sfascismo radical dei loro popoli e delle loro nazioni, ed esprimano un segnale forte di dissenso e di svolta. Gli interpreti poi sono quelli che passa il convento…

Magari su questo dovrebbe sorgere una riflessione: perché una legittima, sacrosanta e vasta opinione pubblica non deve trovare leader, rappresentanze e aristocrazie in grado di tradurre le loro istanze sul terreno dell’agire politico? Bella domanda che ci riporta alla tragicommedia della politica nel nostro presente.