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Pensioni e migranti: l'autorazzismo italico

di Nicoletta Forcheri - 06/07/2018

Pensioni e migranti: l'autorazzismo italico

Fonte: Nicoletta Forcheri

Questo paese altamente autorazzista mi sorprende ogni giorno di più: 60.000 extra comunitari per “ricongiungimento” familiare godono in Italia di una pensione di quasi 500 euro al mese senza MAI avere versato un solo contributo in Italia.

Ma come? Per loro il divieto del cumulo dei redditi e l’obbligo del “contributivo” non valgono?

Ricordo che a tutti noi sono state fatte le pulci in modo miserevole sulle pensioni versate ai genitori, ad esempio a mia mamma, e adesso agli eredi cioé a noi, è stato chiesto di rimborsare la differenza tra la quota sociale (400) e la quota contributiva (150) della sua pensione, versata secondo l’INPS ingiustamente per dieci anni, sin da quando è entrata in vigore la legge sul divieto di cumulo dei redditi con il marito.

Come a dire: va premiato di più uno straniero che si ricongiunge con la sua famiglia in Italia e che non solo non ha mai contribuito un cavolo in Italia ma non ha mai neanche reso un servizio, che non una mamma italiana che si è fatta il mazzo in famiglia, sempre contribuendo volontariamente all’INPS, e costretta a rinunciare al suo lavoro per seguire il marito. In questo caso, ipocritamente, per il “cumulo”, la mamma non può godere di un diritto PERSONALE a una pensione minima, in riconoscimento del suo lavoro svolto in famiglia e alla patria, mentre lo straniero si.

 

PS che non mi si vengano a rompere le scatole sulla cosiddetta “guerra tra i poveri” – trito concetto buonista per impedire che la popolazione si alzi per difendere i propri diritti- io sto difendendo un diritto sacrosanto di cittadina italiana che se vale per uno straniero, dovrebbe valere, A MAGGIOR RAGIONE e in MODO SUPERIORE, per un cittadino italiano che per di più ha contribuito all’INPS.

E poi BOERI ha ancora la faccia tosta di tirarci fuori le cantilene che senza immigrati non ci possono più pagare la pensione – no, ma perché, che cosa hanno fatto in 30 anni? Non ci hanno forse costantemente eroso il diritto a una pensione dignitosa? – e che “loro vengono a fare i lavori che noi non vogliamo fare”.

Tutto questo ha un nome tecnico: svalutazione salariale, ed è scientemente ricercata e voluta, per spianare la strada alle multinazionali e ai fondi avvoltoi e plasmare il mondo a loro uso e consumo. Finalmente potranno avvalersi del tanto agognato MADE IN ITALY per vendere meglio al mondo intero le loro cianfrusaglie taroccate – e sto parlando delle multinazionali  – grazie al fatto che avranno domato un popolo a mettere a servizio la sua creatività, il suo ingegno, il suo know how, la sua passione, all’altare del profitto di altri IGnoti azionisti oltralpi e oltre oceano.