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Per capire l'America di Trump

di Fabio Falchi - 30/09/2018

Per capire l'America di Trump

Fonte: Fabio Falchi

Per capire l'America di Trump si deve capire prima di tutto perché la maggior parte dei falchi della politica Usa ( a cominciare dalla Albright e da Robert Kagan) detestano Trump (che considerano addirittura un fascista).
Trump non è un isolazionista "stricto sensu". L'America di oggi non si può più permettere di essere isolazionista come lo poteva essere negli anni '20 del secolo scorso. Trump però è un "non internazionalista", ossia America First significa in primo luogo anteporre gli interessi della nazione americana a quelli dell'èlite neoliberale internazionale (le cosiddette "upper class e middle class cosmopolite"). E' una forma di ri-territorializzazione della politica americana che si oppone alla concezione dell'America come gendarme dell'ordine mondiale neoliberale e quindi alla ideologia mondialista (tipica peraltro dei venusiani occidentali cioè di quella sinistra occidentale che vuole abolire ogni "confine " , detesta il concetto di patria , esalta il meticciato universale come strumento di dominio del grande capitale, promuove la mercificazione di ogni mondo vitale, corporeità vivente compresa , aborre la democrazia se non è una democrazia oligarchica o eterodiretta, contrappone - o antepone - ai diritti sociali i "nuovi" diritti civili, ecc. ).
In sostanza, per l'élite neoliberale americana è assurdo fare la guerra commerciale alla Ue, dato che ritiene che il nemico principale sia la Russia, considerata irrimediabilmente ostile all'ideologia neoliberale. Ragion per cui non cerca uno scontro diretto neppure con l'Iran e la Cina, ma punta sul rafforzamento e su una "evoluzione" in senso neoliberale della classe capitalistica "laica" in Iran e perfino di quella cinese, pur non rinunciando a priori ad uno scontro con questi due Paesi se fosse necessario per difendere l'ordine neoliberale mondiale (cui lo stesso Israele deve sottostare - perciò chi scrive "Usraele" non ha capito proprio nulla!).
In nessun modo quindi per l'élite neoliberale americana , a differenza del "gruppo Tump", si deve far dipendere la geopolitica degli Usa da questioni di politica interna. Ma è proprio questo che ha messo in difficoltà l'élite neoliberale americana. Nella seconda metà del secolo scorso difatti il ruolo egemone degli Usa andava pure a vantaggio del popolo americano nel suo complesso, A partire dalla fine del secolo scorso però non è più così, e il ruolo di gendarme mondiale degli Usa ha contribuito ad allargare sempre più la forbice tra il popolo americano e l'élite americana.
Per il "gruppo Trump" la geopolitica degli Usa deve cercare di colmare questo "gap" facendo crescere l'economia degli Usa anche a costo di mandare all'aria il progetto di un nuovo ordine mondiale neoliberale. Che poi lo faccia muovendosi come un elefante in una cristalleria è vero. Ed è vero che si tratta di una politica contraddittoria, dato che la potenza Usa si fonda proprio sul ruolo degli Usa come gendarme internazionale (il che spiega le "oscillazioni" di Trump in politica estera). Ma questa è un'altra questione.