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Parla la forza: verrà sparato a tutti gli aerei, navi e truppe che si avvicineranno alla frontiera russa con intenzioni ostili

di John Helmer - 04/12/2018

Parla la forza: verrà sparato a tutti gli aerei, navi e truppe che si avvicineranno alla frontiera russa con intenzioni ostili

Fonte: SakerItalia


Nei confronti dei nemici stranieri, per la prima volta da una generazione, i funzionari russi hanno smesso di parlare di avvertimenti, gravi conseguenze, conseguenze più gravi, linee rosse, mirini e risposta [tutti e tre i link in inglese] proporzionata; hanno invece permesso alla forza di parlare.

Ciò sostituisce le prove di posizione, manovre, comunicazioni preventive e legge internazionale, i cui dettagli sono ancora in discussione riguardo agli incidenti della scorsa domenica al largo della costa della Crimea tra le forze russe e ucraine. Il messaggio del comando delle forze armate russe – il Ministro della Difesa Sergej Shoigu, lo Stato Maggiore Generale, il Ministero della Difesa, la Guardia di Frontiera del Servizio Federale di Sicurezza (FSB); in breve, lo Stavka – è chiaro e inequivocabile: verrà sparato a chiunque si avvicini al territorio russo con intenti ostili. C’è un importante corollario: la parte russa si riserva il diritto di decidere unilateralmente quale sia l’intento ostile.

Il presidente Vladimir Putin è rimasto in silenzio per tre giorni. C’è stata un’“invasione”, ha detto Putin a una conferenza a Mosca, delle “acque territoriali russe”. È stata ideata dal presidente ucraino Petro Poroshenko per aumentare le sue prospettive elettorali presidenziali con gli elettori interni e “per vendere sentimenti anti-russi” agli Stati Uniti e all’Unione Europea. “Se [gli ucraini] vogliono bambini per

 

colazione, probabilmente li avranno”.

I nemici della Russia nei media occidentali hanno personalizzato la politica russa nella figura di Putin per così tanto tempo, che stavolta il significato della sua reticenza non è stato colto. “Come abbiamo visto più volte in passato, dagli incidenti in Crimea del marzo 2014 all’abbattimento dell’Il-20 di settembre”, commenta una fonte di Mosca nella posizione di sapere i fatti, “la forza delle circostanze ha travolto la riluttanza di Putin. Qui non sta parlando di “comprensione”, come ha fatto recentemente con l’Aeronautica Israeliana. Quando parla la forza russa, non si tratta più di Putin”.

L’FSB ha pubblicato una cronologia dettagliata, con le coordinate sulla mappa, dell’interazione tra le navi della Marina ucraina in rotta da Odessa a Mariupol, e la Guardia di Frontiera russa. La sequenza nel tempo e nello spazio e le posizioni possono essere seguite su questa mappa, composta e pubblicata dalla  Komsomolskaya Pravda [in russo].

I bollettini pubblici dell’FSB possono essere letti nel russo originale; l’FSB non traduce in inglese. La cronologia è stata pubblicata lunedì, il giorno dopo gli incidenti di domenica. Una traduzione in inglese è stata pubblicata qui.

Appena le navi ucraine si sono mosse verso il Ponte di Crimea attraverso lo Stretto di Kerč’, gli ufficiali ucraini a bordo di due delle navi sono stati registrati mentre discutevano tra loro se avrebbero dovuto procedere nel Mare d’Azov senza il permesso russo. Quando hanno proseguito, la Guardia di Frontiera russa segnala più di dodici ore di avvertimenti – dalle 7:20 alle 20:55 – durante i quali i comandanti delle navi ucraine hanno deciso di sfuggire alla scorta russa, interrompendo il contatto e allontanandosi dal suo raggio d’azione. I primi colpi di avvertimento russi sono stati sparati alle 20:45; quando sono stati ignorati, dieci minuti dopo sono stati sparati colpi letali mirati. Gli ucraini si sono arresi e sono stati abbordati dai russi entro le 21:15. Le tre navi e gli equipaggi sono stati quindi disarmati e scortati al porto di Kerč’.

I pattugliatori a basso pescaggio tipo Gyurza-M della Marina ucraina durante le prove in mare nel 2016; la U174 (in primo piano) è la Akkerman, la U175 (sullo sfondo) è la Berdyansk; si noti l’angolazione dei cannoni delle navi. Fonte: https://defence.pk/pdf/threads/ukraine-commissions-two-new-gurza-m-patrol-craft-as-it-rebuilds-naval-combat-capability.465396/

La Berdyansk domenica dopo che i russi l’hanno abbordata e disarmata. Secondo la cronologia dell’FSB, dopo aver ignorato gli avvertimenti radio russi di fermarsi, la Berdyansk e la U176 Nikopol hanno alzato i loro cannoni principali di 45 gradi e li hanno puntati contro i vascelli russi che le avevano intercettate.

L’intervallo di dodici ore conferma agli analisti russi che entrambi i presidenti, Putin e Poroshenko, e il loro personale di comando sono stati direttamente coinvolti. Nel marzo 2014 Putin aveva avvertito l’Ucraina e gli Stati Uniti che la militarizzazione delle installazioni di frontiera ucraine rivolte contro la Russia era una linea rossa. Ha ripetuto [in russo] l’avvertimento lo scorso marzo. “Ci sono dei confini, sapete, la linea rossa [non può] essere attraversata. Rispettate anche i nostri interessi”.

La versione dell’FSB dei trattati bilaterali e delle disposizioni del diritto del mare applicabili alla sequenza degli eventi di domenica è inclusa nella cronologia. Per una revisione accademica tedesca e ucraina delle disposizioni legali, leggete questo [in inglese]. Pur consentendo la possibilità all’Ucraina di rivendicare diritti di “transito” o “passaggio innocente”, lo studio non comprende i movimenti della Marina ucraina o le operazioni militari.

La posizione del Ministero degli Esteri russo sulla storia recente degli incidenti nel Mar d’Azov, inclusa la cattura del peschereccio russo Nord otto mesi fa, è stata spiegata dettagliatamente dalla portavoce Marija Zacharova la scorsa settimana, il 22 novembre [in inglese]. La Zacharova ha fornito anche questa interpretazione ufficiale delle intenzioni del governo ucraino. “Kiev ha dichiarato l’intenzione di creare una base navale a Berdyansk e delineare unilateralmente un nuovo confine di Stato nel Mare d’Azov in violazione del diritto internazionale. Sta pensando di attirare le forze della NATO nella regione. I nostri partner dell’UE, che si sono rifiutati di commentare questa situazione, dovrebbero sapere che queste attività dell’Ucraina hanno un effetto negativo sulla situazione nella regione e, di conseguenza, hanno portato alle nostre misure di risposta adottate per proteggere la sicurezza dei cittadini russi e delle infrastrutture strategiche, incluso il Ponte di Crimea, soprattutto considerando le minacce che sono state espresse non solo dai radicali ucraini e dai gruppi marginali, ma anche dai politici ucraini”.

Per “misure di risposta” il portavoce ha avvertito Kiev della forza militare.

Dopo gli incidenti di domenica e la cronologia dell’FSB, il Ministero degli Esteri ha esteso l’avvertimento agli Stati Uniti e all’Unione Europea: “Con la presente avvertiamo l’Ucraina che la politica di Kiev, perseguita in coordinamento con gli Stati Uniti e l’UE, che cerca di provocare un conflitto con la Russia nelle acque del Mare d’Azov e del Mar Nero, è irta di gravi conseguenze. La Federazione Russa fermerà con convinzione ogni tentativo di invadere la sua sovranità e sicurezza”. Per “misure serie” e “tentativi di limitare l’invasione” il Ministero intendeva la forza militare.

Il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha poi subordinato il suo ministero nella catena di comando al ministero della forza, l’FSB. “Tutto ciò che deve essere detto a riguardo”, ha detto [in inglese] Lavrov, “è nelle dichiarazioni della Guardia di Frontiera del Servizio Federale di Sicurezza russo [FSB]”. Lavrov ha anche sottolineato l’intenzione ostile del governo ucraino. “Quando i funzionari ucraini hanno chiesto apertamente, in modo diretto e pubblicamente di far saltare in aria il Ponte di Crimea, per qualche motivo non ho sentito Bruxelles esortarli a tenere a freno i loro rappresentanti e smetterla di chiedere atti terroristici…”

Il Ministro della Difesa, lo Stato Maggiore Generale e la Marina non hanno emesso comunicati stampa, sebbene la cronologia dell’FSB confermi il coordinamento delle operazioni con tutti i servizi, tra cui la Marina e l’Aeronautica. Il Cremlino non è stato esattamente silenzioso su ciò che collettivamente era stato deciso domenica nella sala operativa. Lunedì sera, il Cremlino ha riferito che la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva telefonato a Putin. Durante la conversazione, secondo il comunicato [in inglese], Putin “ha espresso la speranza che Berlino possa usare la sua influenza su Kiev per impedirle di compiere ulteriori passi avventati. È stato fatto notare che il personale di servizio della Guardia Costiera russa era pronto a fornire ulteriori spiegazioni sugli sviluppi dello Stretto di Kerč’”. Per “spiegazioni degli sviluppi” il Cremlino intendeva forza militare.

La risposta americana finora è stata un pio desiderio. “Dovremmo ricordare che gli Stati Uniti entrarono in guerra con la Gran Bretagna nel 1812 a causa di incidenti simili”, ha scritto Stephen Blank in una pubblicazione [in inglese] dell’Atlantic Council intitolata: “Le provocazioni della Russia nel Mar d’Azov: che fare?” Il Kyiv Post lo ha ripubblicato.

Secondo Blank, il governo di Kiev “ha delle opzioni. Può intraprendere operazioni per rompere il blocco, anche se probabilmente sarebbero infruttuose viste le forze che Mosca ha inviato lì. Tuttavia, non può accettare passivamente questo attacco alla sua sovranità e integrità. L’Ucraina dovrebbe considerare un’operazione speciale che potrebbe interrompere il ponte che Mosca ha costruito sullo Stretto di Kerč’ che unisce la Crimea alla Russia. Ma non è tutto. L’Ucraina dovrebbe invitare gli Stati Uniti e la NATO ad inviare una flotta di navi da guerra per visitare Mariupol, la principale città sulla costa del Mare d’Azov, e sfidare la Russia a spararle o impedire alla NATO di esercitare il diritto di visitare i porti dell’Ucraina. Quelle navi dovrebbero essere armate e avere una copertura aerea, ma essere istruite a non sparare a meno che non vengano attaccate”.

Blank (a destra) non ha mai servito nelle forze armate statunitensi, né ha detenuto posti di comando al Pentagono. Piuttosto, ha fatto carriera nella lotta contro la Russia da una poltrona presso lo US Army War College, l’università dell’Aeronautica e una società di consulenza [in inglese] alla CIA. Blank propone di fare ciò che l’esercito americano, e alcuni funzionari della Casa Bianca, contemplano di fare se solo avessero la potenza di fuoco per farla franca. Ma non lo fanno. “Questo è folle”, commenta una fonte russa, “non si tratta di colpi a salve”.

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Articolo di John Helmer pubblicato su Dances with Bears il 28 novembre 2018
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.