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Prospettive per un Sovranismo Europeo

di Umberto Bianchi - 08/12/2018

Prospettive per un Sovranismo Europeo

Fonte: EreticaMente

E’ da un po’ di tempo che, ad alterne riprese, si fa un gran parlare della nascita di un Polo “Sovranista”, di un raggruppamento, cioè, in grado di radunare attorno ad un unico soggetto politico tutte quelle forze che, bene o male, si riconoscono nelle linee guida e nei punti cardine rappresentati da Sovranità ed Identità. Se, di tale progetto, a livello nazionale, la Lega si ‘è fatta portavoce, nel ruolo di motore trainante, vi sono tutta una serie di forze che sono state invece identificate quali ideali candidate in un rapporto di futura partnership politica. In un impeto caratterizzato da un mix di nostalgie per il passato, entusiasmo ed un malinteso senso di comunanza ideologica, si è voluto identificare nei vari spezzoni della “destra” italiana (o, per lo meno, di quel che ne rimane, sic!), l’unico e privilegiato interlocutore di questo progetto. Ad oggi, però, la Lega governa il Paese assieme ai 5Stelle e non con la Destra…e questa, quanto mai obiettiva osservazione, ci dovrebbe portare ad un primo punto fermo. Non si va al governo di un Paese assieme ad un’altra forza politica, se non vi sono comuni sensibilità e comuni obiettivi di fondo. Non ci si va, al governo di un Paese, così, giusto per accontentare i mal di pancia della pubblica opinione. I matrimoni combinati, si sa, al giorno d’oggi reggono poco; prima o poi i nodi vengono al pettine e tutto viene giù rovinosamente…meglio allora sarebbe stato un finale spareggio elettorale ai “calci di rigore”, per meglio definire la situazione. Ma così non è stato e, pertanto, siamo costretti a ritenere che, contrariamente a quanto si vuole far credere, questo non è un matrimonio forzato ma, invece, il primo passo verso una nuova forma di schieramento politico a più ampio spettro, rispetto alle vecchie ed usurate dicotomie Sinistra-Destra. Questo per tutta una serie di motivi. Anzitutto, ambedue i movimenti, 5 Stelle e Lega, ognuno a modo proprio ed attraverso peculiari percorsi e momenti, sono caratterizzati da una forte carica antisistemica. Secondo poi, ambedue i movimenti, sono da sempre caratterizzati da un “trasversalismo” di fondo, ovverosia da una ricerca di consensi che esula da appartenenze ideologiche, da questi considerate sempre più obsolescenti e superate. Ad un primo sguardo di superficie, ambedue i soggetti politici presentano delle differenze che, ad ogni occasione buona, non si esita a rimarcare.

Dalla questione immigrazione, agli ultimi mal di pancia penta stellati sul decreto sicurezza, passando per altre questioni, quella che ci governa sembra un’alleanza fragile e rissosa, ma i fatti stanno un po’ diversamente. Di fronte al conclamato intento governativo di aumentare il deficit nella prossima manovra di bilancio, di fronte al reddito di cittadinanza, di fronte agli stessi provvedimenti adottati in tema di immigrazione, l’Europa, da sinistra a destra, con il concorso di tutte le istituzioni economiche sovranazionali, hanno fatto fronte comune, senza concedere sconti ed adottando un linguaggio, a livello istituzionale, spesso al limite di un vero e proprio linciaggio mediatico. Battutacce, offese, accostamenti ai Totalitarismi del Novecento, al fine di intimidire un’opinione pubblica ancora incerta e disorientata, ci fanno però percepire il diffuso stato di malessere dell’establishment nazionale ed internazionale. Il fatto è che, i primi provvedimenti di questo governo, rappresentano un vero e proprio elemento di rottura con il tram tram governativo delle varie esperienze repubblicane succedutesi in decenni di governi e governicchi. Per la prima volta, si mettono in discussione i dettami liberisti che avevano, sinora, ispirato le linee guida in materia economica, di tutti i governi della Seconda Repubblica. Per la prima volta, ancor più, si va controtendenza rispetto a quelle medesime linee guida che avevano da decenni ispirato l’Europa intera, in materia di immigrazione e di sicurezza. Fatti questi, che ci riportano ad una più vasta visione d’insieme, tutta incentrata sulla crisi e sul fallimento a livello Globale, (dimostrato dalle sempre più ricorrenti e violente crisi finanziarie che, negli ultimi vent’anni hanno scosso i mercati, dic!) dell’economia liberal-liberista e del suo correlato ideologico progressista.

L’aspirazione ad un mondo uniformato e standardizzato secondo i dettami di un “politically correct”, tutto incentrato sulla totale eliminazione di qualunque principio di Sovranità ed Identità etnica, economica, politica e giuridica, all’insegna di uno Stato, unicamente concepito quale burocratica ed ottusa entità, nel ruolo di inerte esecutore dei desiderata dei Poteri Forti, sta, ancor più, clamorosamente fallendo. Le proteste dei “gilet gialli” francesi e belgi, al pari dei nuovi equilibri politici nostrani, costituiscono una tra le più lampanti dimostrazioni di quanto, sin qui, asserito. Per questo, tornando alle cose di casa nostra, la sola prospettiva di costituire un fronte “identitario”, senza uno dei due protagonisti ad oggi al governo (in questo caso, i Cinque Stelle…),costituirebbe un notevole passo indietro, facendo ripiombare la politica nostrana nel vicolo cieco del contrasto Destra-Sinistra in cui si è trascinato il nostro paese negli ultimi venti anni e che, come risultato finale, ci ha portato al governo Monti ed a tutta una sequela di esecutivi non eletti, con tutto il contorno delle varie Leggi Fornero, fiscalità a go-go e compagnia bella, a causa delle quali il popolo italiano chiede oggi un decisivo cambio di rotta….La vecchia Destra italiota, al pari della sua omologa paredra di Sinistra, hanno avuto dall’iniio della Seconda Repubblica, venti e passa anni di occasioni di governo per dimostrare cosa sapessero fare. Con i risultati che stanno agli occhi di tutti, senza se e senza ma.

Ma, perché quel populismo “trasversale”, nato a fine anni ’80 in Italia con la Lega, abbia successo e riesca a traghettare il nostro Paese fuori dall’impasse, verso un decisivo cambiamento di rotta. Perché quel laboratorio per il populismo europeo ad oggi rappresentato dall’Italia, non si trasformi nel laboratorio di un nuovo, squallido ed improduttivo qualunquismo, è necessario che si verifichi un passaggio sinora temuto, rifiutato, evitato per paura di cozzare contro le colonne d’Ercole del Pensiero Occidentale, tuttora rappresentate dalla dicotomia Destra-Sinistra. La sinergia e la fusione negli intenti e nell’azione tra il lato più progressista di quel trasversalismo, rappresentato dal Movimento 5 Stelle e quello più conservatore, rappresentato dalla Lega, rappresenta ad oggi l’unica possibilità che il populismo italiano ed europeo sopravviva a sé stesso, trasformandosi in un movimento duraturo e non rimanendo una momentanea ed effimera espressione del mal di pancia delle masse… E questo perché, oggi più che mai, la Destra ha bisogno della Sinistra e viceversa, per fondersi ed addivenire a quella nuova sintesi di pensiero ed azione, in grado di trascinare l’Europa e l’Occidente intero fuori dalle secche di una crisi senza fine, generata da un modello di sviluppo, i cui evidenti fallimenti, sono oramai agli occhi di tutti.