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La campagna "antipopulista"

di Carlo Formenti - 22/02/2019

La campagna "antipopulista"

Fonte: Carlo Formenti

La campagna "antipopulista" dei partiti e dei media allineati con gli interessi e i valori del liberismo non conosce soste e si fa più virulenta a mano a mano che si avvicinano le elezioni europee. Negli ultimi giorni abbiamo assistito. 1. Alle sparate di Macron e dei media francesi che hanno preso spunto dal proliferare di scritte antisemite per rilanciare l'equazione antisionismo=antisemitismo (ma nell'equazione è sottinteso un senso più ampio: se non sei amico dello stato e del governo di Israele sei antisemita di default). In particolare, dopo che alcune sinistre radicali hanno manifestato contro questo uso strumentale degli atti di antisemitismo, si è lanciata l'equazione rossi=neri=islamici, evocando una inesistente ideologia rossobrunistaislamica (per inciso: questa neutralizzazione delle differenze è stata una delle armi storiche usate dal razzismo totalitarista il cui ritorno si dice di voler esorcizzare). 2. Alcune esternazioni (indubbiamente infelici) di alcuni esponenti del mondo del calcio (come le battute maschiliste di Costacurta e Collovati e il gesto di esultanza con cui il Cholo Simeone ha celebrato gli attributi della sua squadra) hanno suscitato un clamore decisamente sproporzionato, ispirando paginate di esecrazioni "politicamente corrette" (la Rai ha addirittura "squalificato" Collovati per due giornate, per cui non potrà partecipare ad altrettante puntate della trasmissione "Quelli che aspettano" - che di calcio si occupa in verità pochino, somigliando piuttosto a un talk show di propaganda "antipopulista"). 3. Una grande campionessa di tennis del passato Martina Navratilova (omosessuale e aderente all'associazione Lgbt) ne è stata espulsa per aver espresso un'opinione di puro buon senso, ha cioè affermato che è folle schierare atleti trans nelle competizioni femminili, peccato mortale perché l'ideologia Lgbt si basa sulla negazione delle differenze biologiche riconoscendo solo quelle culturali e "soggettive". Altre paginate per un evento che meriterebbe al più un trafiletto come curiosità. Questi eventi sono sintomi dello sforzo gigantesco, da un lato, di imporre una sorta di terrorismo linguistico che nega diritto di espressione a ogni opinione eretica rispetto ai dogmi del politicamente corretto, dall'altro di dirottare l'attenzione del pubblico su argomenti marginali distogliendola dagli effetti devastanti delle politiche liberiste.