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L’Italia di oggi è come l’Unione Sovietica?

di Francesco Lamendola - 07/04/2019

L’Italia di oggi è come l’Unione Sovietica?

Fonte: Accademia nuova Italia





Sabato 23 marzo, alle 6,40 del mattino, nel corso del programma Il Caffè di Raiuno, è stato invitato a parlare Beppino Englaro, il padre di Eluana, morta nella clinica udinese La Quiete nel febbraio di dieci anni fa, nelle circostanze che sappiamo. I conduttori della trasmissione hanno, sì, ricordato che la decisione di sospendere l'alimentazione di Eluana accese vivacissime polemiche in tutto il Paese, ma di quelle polemiche, o almeno di quei differenti punti di vista, non vi è stata la benché minima eco nel corso del programma. A Beppino Englaro è stata data la parola per dire tutto ciò che ha voluto, senza contraddittorio alcuno: e cioè che il diritto a morire "con dignità" è un diritto sacrosanto, che non può essere messo in discussione. Se, poi, la propaganda pro-eutanasia non era abbastanza esplicita, ci pensava il conduttore ad alzare il livello, girando il coltello nella piaga dei ricordi dolorosi di papà Englaro, per esempio rievocando la maniera inappropriata, secondo lui, con la quale una parte dei mezzi d'informazione parlarono, allora, di Eluana. Di nuovo, senza contraddittorio, all'ora del primo caffè di un sabato mattina, la Rai ha potuto diffondere il Pensiero Unico politicamente corretto, inculcare il concetto che la sopravvivenza di una persona in coma non è dignitosa, e che l'eutanasia è la soluzione giusta, perciò deve diventare un diritto garantito per legge. Nessuna voce discorde, solo propaganda in perfetto stile sovietico. Credevamo che fosse Rai 3, poi abbiamo visto e controllato che era Rai 1. Nonostante la nomina di Marcello Foa a presidente della Rai, nulla è cambiato: tutti i canali della TV di Stato sono saldamente nelle mani delle stesse persone, il Pd e i suoi amici hanno il controllo, diretto o indiretto, di tutto o quasi tutto. E le notizie dei telegiornali, così come i programmi d’informazione e di approfondimento. Il fatto che in questo momento, in Italia, ci sia un governo teoricamente collocato su posizioni un poco diverse da quelle del Pensiero Unico (molto teoricamente: vedi la politica sui vaccini del ministro 5 Stelle, esattamente uguale a quella del ministro precedente) non muta di un millimetro questo stato di cose, cioè l'occupazione della Tv di Stato da parte degli uomini che fanno capo alla sinistra, attualmente all'opposizione, ma anche alla magistratura, all'intellighenzia universitaria, alla grande industria, alla finanza e alla contro-chiesa di Bergoglio; tutt'al più, crea la curiosa situazione di una Tv di Stato che spara tutti i giorni, da tutti i canali, contro il governo in carica, legalmente eletto dal popolo - a differenza dei quattro governi precedenti, tutti nominati dai presidenti della Repubblica, Napolitano e Mattarella, anch’essi in quota alla stessa area.
Come nella vecchia Unione Sovietica, il popolo non deve sapere. Non deve sapere che ci sono fior di medici che non condividono la politica di rendere obbligatoria una decina di vaccini per i bambini dell'asilo e della scuola elementare (e che rischiano, se lo manifestano, di essere cacciati dall'Ordine professionale); che ci sono tante brave persone, per nulla razziste, che non approvano l'auto-invasione dell'Italia, voluta dalle alte sfere, da parte di orde strabocchevoli di africani e altri stranieri; che la maggior parte degli italiani pensa che la vera famiglia sia quella di sempre, formata da un uomo, una donna e, se possibile, dei bambini nati dal loro amore; e che moltissimi italiani ritengono che Eluana sia stata vittima di un'eutanasia e, più in generale, che si voglia far passare per dignità della morte la pratica della soppressione di tutti quelli che si trovano in condizioni cliniche precarie, dolorose e senza speranza (capitolo di storia che, quando viene studiato sui libri che parlano del regime nazista, suscita l'universale esecrazione). E non deve sapere che milioni di italiani non ne vogliono più sentir parlare dell'euro e dei signori dell'Unione Europea che ci danno la pagella, ci bacchettano e ci impongono le loro politiche, cioè, in pratica, della Banca Centrale europea, che, per seguire i suoi privati interessi (perché la BCE è una banca a capitale privato, se qualcuno per caso lo ignorasse), ha provocato all'Italia una quantità impressionante di nuovi poveri, e la distruzione di un terzo della sua capacità industriale. Quella parte del Paese che ha simili idee, e che senza dubbio è la parte maggioritaria, non deve potersi esprimere: devono parlare solo i fautori della vaccinazione, i fautori dell'immigrazione/invasione, i fautori dell'omosessualismo, i fautori dell'eutanasia e i fautori di più Europa. Loro sì, e gli altri no. Perché? Perché è un fatto di civiltà. L'Italia deve diventare un Paese civile, visto che ancora non lo è, quindi deve accettare senza se e senza ma tutte queste cose: vaccinazioni, invasione camuffata da immigrazione, applicazione dell'ideologia gender, eutanasia, sottomissione servile e indiscussa ai voleri della Banca Centrale europea. Come dice, con molta eleganza, l'elegantissima signora Cirinnà, Dio, patria e famiglia producono una vita di merda; e dunque bisogna demolire questi disvalori nelle mente e nella coscienza dei cittadini, bisogna spingere questo popolo recalcitrante, anche a costo di prenderlo a pedate nel sedere, a diventare un po' più civile, un po' più in linea con gli standard della civiltà europea e mondiale. Modello assoluto e insuperabile: la Francia del presidente Macron, che fa approvare la legge in base a cui si aboliscono le odiose ed omofobe parole papà e mamma negli asili e nelle scuole, per sostituirle con le espressioni genitore 1 e genitore 2. Sì, è vero che in Francia c'è qualcuno che, da mesi e mesi, contesta fragorosamente il presidente Macron e le sue politiche sociali: ma che volete farci? C'è sempre una resistenza quando arriva la civiltà, ricordate la Vandea? A volte, bisogna imporre al popolo le riforme, anche se non le vuole; capirà più tardi, perché al presente, evidentemente, non è abbastanza maturo. Infatti. Avete notato come la Rai parla dei gilet gialli, specialmente negli ultimi tempi? Le definizioni spregiative e criminalizzanti si sprecano: pare che non si tratti di povera gente, di onesti lavoratori esasperati dell'egoismo dei ricchi, ma di delinquenti della peggiore specie, teppa, lerciume, e francamente non si capisce cosa aspetti il governo francese a colpirli con il pugno di ferro, perché di pazienza, sinora, ne ha mostrata fin troppa! Proprio come nell'Unione Sovietica di quaranta o cinquant'anni fa. Se il popolo non è maturo per la "civiltà" (o, in quel caso, per il comunismo), lo si porterà di forza verso le magnifiche sorti e progressive; e, nel frattempo, il potere, illuminato e progressista, dovrà esercitare un controllo totale sull'informazione.
Ora abbiamo pure la bionda Greta quindicenne, che si porta dietro, come il pifferaio magico di Hamelin, milioni di studenti europei, nella nobile crociata per la salvezza del clima. Con gli ossequi e gli omaggi del signor Juncker. Il tutto mentre i popoli europei stanno morendo, uccisi dalle politiche suicide della BCE e sostituiti, in casa loro, da milioni d'immigrati africani e asiatici. Ma con la benedizione di Bergoglio e l'orazione funebre del Pd, il solo partito italiano che abbia ancora a cuore la civiltà, il progresso, l'umanitarismo, la tolleranza e l'ambiente. Meno male che ci sono loro; senza di loro, cosa sarebbe di noi? Peraltro, essi sono ben consci del nobile e insostituibile ruolo che stanno svolgendo: tanto è vero che non perdono mai l’occasione di parlare di se stessi come dell’Italia migliore. Loro sono migliori; gli altri sono i peggiori. E perché loro sono i migliori? Perché hanno capito che le vaccinazioni, l’invasione e la sostituzione di popolazione, i matrimoni e le adozioni gay, l’eutanasia, le politiche economiche dettate da Bruxelles, sono quanto di meglio possiamo desiderare tutti quanti. Il futuro della sanità? Decidere d’imporre a tutti i cittadini di assumere certe sostanze chimiche nel proprio corpo, con lo slogan della tutela della salute; mentre nel solo Veneto centinaia di migliaia di cittadini di tre province - Verona, Vicenza e Padova - bevono ignari l’acqua dell’acquedotto, e mangiano la verdura e gli alimenti inquinati della falda acquifera che, da molti anni, regala loro sostanze cancerogene (Pfas); ma su questo, lo Stato non ha fatto praticamente nulla. Il futuro del popolo italiano? Essere sostituito da immigrati africani e asiatici, per la maggior parte di religione islamica. Il futuro della famiglia? Essere rimpiazzata dalle nuove famiglie “arcobaleno”, coi bambini che arrivano via utero in affitto o via fecondazione eterologa. Il futuro dei malati terminali? Essere amorevolmente soppressi e poter morire “con dignità”. Il futuro dell’economia? Lasciar fare a Juncker, Moscovici e Lagarde; noi siamo troppo pasticcioni e sappiamo solo far salire il nostro debito pubblico; affidiamoci a loro, che lo faranno scendere.  Nel frattempo, è bene che non si dica tutto alla gente; e in particolare che non ci sia mai un vero contraddittorio, un confronto fra idee diverse un piano di pari dignità. Se un autista di autobus scolastici, senegalese, cerca di bruciare vivi cinquanta bambini italiani, quello è solo un caso di disturbo mentale, e se ne parla sottovoce, come di cosa secondaria; il presidente Mattarella, poi, brilla per il suo silenzio tombale. Ma se un maestro di scuola mette in castigo un bambino africano, partono servizi sopra servizi, sulla stampa e ai telegiornali, e tutti gli italiani sono chiamati, collettivamente, a riflettere e meditare su quanto stanno diventando brutti, meschini e razzisti, e invitati a chiedere pubblicamente scusa. E la stessa censura avviene nell’ambito della contro-chiesa del signore argentino abusivamente insediato in Vaticano. Quanti cattolici sanno che a Verona il vescovo Zenti si è guardato bene dall’aderire, o anche solo dal mostrare un briciolo di simpatia, per il congresso sulla famiglia che si terrà fra pochi giorni nella sua diocesi? E che la “teologa” bergogliana di turno ha detto che dai fautori del congresso vengono “parole cattive”, quindi è bene starne alla larga? Certo, è molto meglio schierarsi a favore della sodomia e invocare che la Chiesa, quanto prima, si decida a riconoscere le unioni sodomitiche con un apposito “sacramento”; nel frattempo, avanti con le veglie di preghiera anti-omofobia: perché il pericolo è l’omofobia, non la pratica sodomita, che imperversa più che mai anche fra il clero. E quanti cattolici sanno che l’arcivescovo di Udine, Mazzocato, ha fatto in modo che saltasse la scuola di dottrina sociale della Chiesa promossa dall’osservatorio Van Thuan, perché i filosofi e i teologi cattolici non perfettamente bergogliani non devono parlare, non devono trovare né un locale che li ospiti, né un sacerdote che li benedica, né un pubblico che li possa ascoltare? E quanti cattolici sanno che la diocesi di Treviso ha fatto scivolare nel nulla la Messa vetus ordo che si teneva nel capoluogo ogni settimana, perché una città di 80.000 anime non merita di avere un luogo in cui si celebra la Messa in latino? Verona, Udine, Treviso: tre casi di ordinario appiattimento sulla linea del falso papa Bergoglio; tre casi di negazione del diritto di esistere ai cattolici che vogliono rimanere cattolici, e non trovarsi ad essere, senza averlo voluto, eretici modernisti.
L’Italia di oggi somiglia sempre di più alla vecchia Unione Sovietica. Vige un conformismo di piombo, le voci libere sono costrette a rifugiarsi in rete, come nei samizdat; ma anche sulla rete pende la spada di Damocle di una legge liberticida del Parlamento europeo, che, con la scusa del copyright, mira a imbavagliare quel poco che resta della libera informazione e della libera circolazione delle idee. Intanto fiumi di denaro pubblico finanziano il pensiero della minoranza filo-immigrazionista, filo-gender, filo-eutanasia e filo-Unione europea, ad esempio Radio Radicale, il cui finanziamento pubblico consente di esistere al Partito Radicale che, col suo 1 o 2 per cento di voti alle elezioni, fa pesare la sua ideologia come se fosse il partito di maggioranza relativa. E silenzio totale sul processo contro Danilo Quinto, condannato per aver definito un radicale “servo sciocco”: perché l’opinione pubblica non deve sapere quanto sono vendicativi i signori della tolleranza, proprio come i cattolici non devono sapere con quali metodi tirannici il signore argentino esercita, dalla Casa di Santa Marta, la sua “misericordia”, facendo regnare il terrore fra i vescovi e i sacerdoti che non si adeguano al suo “nuovo corso”.  Quanti italiani sanno che l’ex radicale Danilo Quinto, convertito al cattolicesimo, è stato condannato per un epiteto usato in un libro verso i suoi vecchi compagni di partito, ma anche verso se stesso; e quanti cattolici sanno, o ricordano, che da sei anni i francescani e le francescane dell’Immacolata subiscono una persecuzione senza precedenti da parte della Chiesa, accusati non si sa di che cosa, e praticamente sequestrati nei loro conventi e nelle loro case madri, con tanto di chiusura del loro fiorente seminario? Se la gente sapesse, o ricordasse, fatti del genere, forse sarebbe sfiorata da qualche dubbio circa la tolleranza dei radicali e la misericordia dei seguaci di Bergoglio. E come nella vecchia Unione Sovietica, l’Italia di oggi va avanti, in modo sempre più affannoso e stentato, perché la maggioranza del Paese, maltrattata, venduta, ingannata, lavora, produce, paga le tasse e rispetta le leggi, nonostante tutto; mentre una minoranza di parassiti la sfrutta in maniera sempre più sfacciata e favorisce in maniera perfino provocatoria tutti quelli che attentano quotidianamente alla sicurezza personale e alla civile convivenza. Eppure quella minoranza di parassiti ha il controllo e l’adesione di tutti i giornali, le radio e le televisioni nazionali, direttamente (Rai) o indirettamente (Mediaset, La7) e può raccontare le cose come le pare e piace. Un magistrato che guadagna settemila euro al mese rimette in libertà i delinquenti beccati con le mani nel sacco, perfino gli spacciatori che prendono a coltellate gli uomini delle forze dell’ordine; e dei cardinali che guadagnano venti o trentamila euro ci rintronano la testa con il mantra dell’accoglienza e della solidarietà verso i “poveri migranti”. E giornalisti che prendono migliaia di euro al mese ci ripetono che, se non siamo d’accordo, siamo brutti e razzisti…