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Stress ossidativo?

di Stefano Maria Chiari - 19/06/2007

 
 
«Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro»

«Un roditore africano ha una longevità straordinaria nonostante accumuli molti più danni da radicali liberi del suo più comune parente, il topo.
Uno studio comparato su due roditori, il topo e l’eterocefalo glabro, svolto da un gruppo di ricercatori della Cornell University del The City College di New York e dell’Università del Texas a San Antonio sembra ridimensionare l’importanza dello stress ossidativo sull’invecchiamento e la longevità.
Lo studio, presentato al Congresso di fisiologia comparativa dell’American Physiological Society in corso a Virginia Beach, negli Stati Uniti, ha infatti esaminato lo stress ossidativo subìto dall’organismo di due animali simili per dimensioni e peso, la cui vita media è molto differente.
Mentre per il topo questa è infatti di circa tre anni, l’eterocefalo glabro - un roditore tipico di alcune zone desertiche dell’Africa orientale - è in grado di vivere fino a 28 anni.
Dal confronto dei dati ottenuti con prelievi su membri delle due specie è in particolare risultato che l’eterocefalo glabro soffre in misura ben maggior del topo di stress ossidativo, ossia della formazione nel corso del metabolismo di radicali liberi e di specie reattive dell’ossigeno, e non solo: anche la produzione fisiologica di antiossidanti naturali per combattere l’azione di questi fattori dannosi si attesta nel roditore africano su livelli inferiori a quelli del topo
». (1)


Forse è presto per trarre conclusioni dalla indubitabile certezza, ma questa sembra presentarsi come un altro possibile dettaglio, utile a disegnare sempre più adeguatamente la modificazione organica indotta dalla malattia tumorale come un qualcosa che abbia davvero un origine non soltanto fisica, ma legata ad altri fattori esterni di stress psichico (e/o spirituale, aggiungerei).
Per anni ci hanno riempito la testa (e continuano ancora oggi) sull’effetto devastante che tali radicali liberi sarebbero capaci di arrecare al nostro organismo; per anni, sono state promosse campagne pubblicitarie di «acchiappa-radicali», secondo le diverse mode (o forse investimenti?) del momento: si parlò di vitamina C, vitamina A, E; di vino rosso, the verde, melograno, selenio, ecc., tutti perfettamente disponibili anche incapsulati, impacchettati, in bella mostra sugli scaffali di farmacie ed erboristerie.
Sarà un’impressione sbagliata, ma forse viviamo in un mondo (il nostro, occidentale) continuamente bombardato di notizie miranti a far acquisire alle masse le nozioni elementari di medicina «spiccia», che ci possano di frequente portare a crisi ipocondriache, visionarie di possibili infermità, per le quali sempre è fornita la cura adatta (anche quando, di fatto, sarebbe inutile).
Ma quanti mali potrebbero evitarsi, solo adottando un più sano ed igienico (in senso lato) stile di vita?
Bisogna pensare che (proprio in relazione a questo) la società (e le lobby, in particolare) potrebbe non aver interesse a che le persone stiano realmente bene, ma piuttosto che siano moderatamente malate (o per lo meno che lo credano), almeno nei limiti ragionevoli di un adeguato consumo di farmaci e/o prodotti più o meno equivalenti.
Vi siete mai chiesti, per esempio, quanto incida la perdita di sonno nello stato di salute di una persona?
Anche i mass media ci rendono edotti; eppure nello stesso tempo, (soprattutto la televisione) non favoriscono affatto l’aumento del tempo dedicato al riposo.
Solo un rilievo; chi ha qualche anno si ricorda che la proiezione di film o telefilm iniziava, al più tardi, alle 20.30.
Col passare del tempo, v’è stata una progressiva dilatazione temporale, che ci ha portato più o meno ad un’ora dopo (21.30).
Sarà un caso? (2)


Per essere in piena salute, occorre riposare bene, mangiare bene, bere bene, non eccedere in nulla; ogni abuso in tal senso, si può pagare molto caro (e non solo in termini di salute, ma anche di portafogli).
Soprattutto per stare bene, occorre pregare bene.
Abbiamo anche sperimentazioni scientifiche in tal senso: studi che asseriscono essere un’evidenza il migliore stato di salute delle persone che pregano; ma, francamente, interessano poco.
Come poco interessa lo sbandierare gli effetti taumaturgici del digiuno (basta «girare» in rete per rendersi conto che il tema è trattato perfino diffusamente).
Non ci basta forse aprire la testimonianza della Chiesa, dei suoi apostoli e martiri, dei suoi santi e dottori e l’insegnamento dei Papi, per capire che effettivamente si tratta delle armi migliori utilizzate ed utilizzabili per prevenire e curare ogni male?
Non lasciamoci intimorire per nulla; siano radicali liberi ovvero sia la cocaina nel cielo di Roma (3), oppure la preoccupazione del clima: «Soprattutto nell’ultimo anno, si registra una forte attenzione dell’opinione pubblica nei confronti dei cambiamenti climatici causati dal surriscaldamento del pianeta e della situazione, grave, in cui esso si trova. Una situazione che, se non si mettono in atto politiche atte a contrastare l’inquinamento e l’emissione di sostanze nocive nell’ambiente, potrebbe in un futuro non troppo lontano diventare irreparabile.
Il clima sta cambiando, la natura a volte si comporta in modo inaspettato e così, anche grazie all’interesse dei media, la percezione che i cittadini hanno del problema è diventata molto alta
». (4)
Cerchiamo invece di mantenere quella serenità impassibile dell’«eterocefalo glabro», che, pur saturo e bombardato di potenziali fattori cancerogeni, sopravvive al suo collega «tutto fitness e macrobiotici», e di non pochi anni.


Cerchiamo l’Impero di Dio, il resta verrà dato in aggiunta (confronta san Matteo 6,33 e san Luca 12,31), sapendo che il Padre non rifiuta mai cose buone ai figli che chiedono con amore ed insistente costanza.
«Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non contate voi forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?
E perché vi affannate per il vestito?
Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo?
Che cosa berremo?
Che cosa indosseremo?
Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena
». (Matteo 6,25-34)



 


Note
1)
tratto da http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Indifferente_allo_stress_ossidativo/1283056
2) La cosa migliore è spegnere il televisore; date retta.
3) vedi: http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg/200705311505281611/200705311505281611.html
4) tratto da http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/ambiente/inchiesta-legambiente/inchiesta-legambiente/inchiesta-legambiente.html