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Diego Caioli merita una medaglia, non l'incriminazione

di Massimo Fini - 14/01/2008

Lunedì scorso c'è stato un fatto di cronaca nera a cui non è stato dato, a mio avviso, il dovuto rilievo e che, pur essendo avvenuto a Roma, interessa in modo particolare i cittadini del Nord Est che più di altri, proprio perchè abitano in un a regione ricca ed opulenta, ha nno il problema della sicurezza, o per essere più precisi: della mancanza di sicurezza, tanto che molti sindaci del Veneto e forze politiche come la Lega pensano di organizzare ronde private o di ricorrere in modo massiccio ai vigilantes e alle body guards. Dun que, lun edì sera un giovane, Diego Caioli, trent'anni, dopo aver fatto la spesa al supermarket stava rientrando a casa, nel quartiere di Casal Morone, all'estrema periferia sud di Roma, dove lo aspettava la sua ragazza, quando, appena aperto il portone è stato affrontato da due banditi armati di pistola che lo ha nno costretto a portarli nella sua abitazione dove ha nno legato lui e la ragazza, ha nno razziato il razziabile, si sono fatti dare il numero della combinazione della cassaforte e vi ha nno prelevato diecimila euro e un a collana.
Il Caioli, che è impiegato all'Ama (l'Azienda che smaltisce i rifiuti nella capitale) e gestisce anche un Solarium nella zona di Centocelle, ha subito tutto, ma quando un o dei banditi, Franco Frere, 58 anni, ha cercato di togliergli dal polso anche l'orologio, non ci ha più visto, gli ha strappato la pistola e ha sparato due colpi. Il Frere ha fatto pochi passi, è riuscito a raggiun gere il pianerottolo, ma qui è stramazzato ed è morto. Un o dei proiettili gli aveva reciso l'arteria femorale. Il complice è invece riuscito a fuggire.

Il Procuratore aggiun to di Roma, Italo Ormanni, e il Pm Pietro Polidori, che conducono le indagini per accertare la dinamica dei fatti, ha nno interrogato per ore, nella notte, il Caioli e lo ha nno preavvertito che potrebbe essere incriminato per 'eccesso colposo di legittima difesa'.Eh no, non ci siamo. E' chi viola la legge che assume tutti i rischi e le imprevedibilità del caso, non chi subisce la violenza, che non ha il dovere di controllare le proprie paure e le proprie emozioni. Certo il Codice prevede che la difesa sia proporzionata all'offesa. Se io sparo a un bambino che sta rubando delle mele nel mio giardino commetto un assassinio. Ma nel caso del Caioli la situazione era del tutto diversa. I banditi erano armati, sono penetrati in casa sua, lo ha nno legato insieme alla sua ragazza e, oltre a rubargli i soldi, lo ha nno sottoposto a ogni sorta di vessazioni e umiliazioni. Aveva tutto il diritto di reagire e di non subire più la violenza. Ha sparato alle gambe, non avendo, evidentemente, l'intenzione di uccidere, ma sarebbe stato del tutto legittimo anche se gli avesse sparato in fronte.

Un a volta che gli avessero strappato l'orologio, che è un indumento, un accessorio del vestiario, che ne poteva sapere il Caioli di quello che avrebbero fatto i banditi dopo? Avrebbero potuto avere altre pretese, violentare la ragazza. E un a volta iniziata la reazione come poteva sapere se ne sarebbe uscito vincente, se non sarebbe stato preceduto dal complice, pure armato? Dirò di più: il Caioli avrebbe avuto il diritto di uccidere il bandito anche se costui non avesse avuto la pistola in pugno. La vittima non è un Rambo, non ha il dovere di sapere, o di intuire, se chi entra a casa sua con la violenza o con l'inganno è veramente disarmato o ha un a pistola nascosta sotto il giaccone. C'è un o che ha violato la sua casa, la sua tana, ed è costui che si deve assumere tutti i rischi del suo comportamento delinquenziale. Del resto mi pare che ci sia un a legge, votata di recente, che autorizza la reazione, fino alle estreme conseguenze, contro chi, armato o no, viola il tuo domicilio.

Diego Caioli, invece di essere minacciato di assurde incriminazioni, dovrebbe essere proposto, per il suo coraggio, per un a medaglia al valor civile. Perchè ha dimostrato ai delinquenti che non tutto è possibile, che ci sono dei limiti oltre i quali il cittadino non è più disposto a subire e si incendia come il "Cane di paglia" del famoso film di Sam Pecckimpah. E senza bisogno di ambigue ronde fuorilegge.