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Latte crudo: un pericolo o una soluzione a molti problemi?

di Valerio Pignatta - 16/12/2008


Gli allarmi lanciati dalle autorità sanitarie pubbliche in questi ultimi tempi, sulla distribuzione di latte alla spina contaminato dall'Escherichia coli, suonano un po' stonati alle orecchie di chi, fortunato lui, riesce ad avere un minimo di conoscenza dei fatti concreti nel nostro paese.
Il consumo di latte crudo contaminato da questo batterio avrebbe infatti causato 9 casi (3 nel 2007 e 6 nel 2008) di sindrome emolitica uremica, una grave malattia renale provocata nei bambini appunto dall'E. coli.
Quello che suscita stupore è che ogni anno i casi di questa malattia, monitorata dal 1988 al 2004, sono circa 30-40 (dati dell'Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania). Il tasso nazionale d'incidenza medio annuale per questa sindrome è di 0,27 casi per 100.000 abitanti, inferiore alla media di altri paesi europei.
L'intervento delle istituzioni sulla vendita di latte crudo, quindi, sembra abbastanza inopportuno o forse perlomeno affrettato visto che i casi degli ultimi anni sarebbero addirittura inferiori a quelli degli anni precedenti..
Si dovrebbero fare accertamenti più approfonditi e inconfutabili prima di scoraggiare i consumatori rispetto a un alimento sicuramente molto più salutare del devitalizzato latte commerciale che troviamo nei supermercati.
Sono numerose le componenti del latte commerciale in eccesso per gli esseri umani (ad es. fenilalanina, tirosina, fosfati, ADH, IGF-I ecc.) e che nelle persone con predisposizione causano sequele acute o più comunemente croniche degenerative. Alcune di queste componenti si accalcano sui vari recettori, organi e nel sistema endocrino .
A parte i sintomi immediati, ci sono delle conseguenze a lungo termine, silenziose, per i consumatori di latte commerciale come l´aterosclerosi, la crescita accelerata ma dilatata degli organi, la resistenza insulinica e molte altre che inaugurano una vera carriera di malattia e di indebolimento che riguarda lassi di tempo di una o più generazioni.
Diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali sono solo alcune delle patologie per le quali è scientificamente comprovata la correlazione con il consumo di latte e latticini.
L'assunzione di latte crudo, non pastorizzato o sottoposto a trattamento UHT, evita gran parte di queste problematiche. La bollitura e, peggio, la sterilizzazione trasformano alcuni componenti del latte alterando gli effetti che essi poi hanno sull'organismo. Ad esempio la fosfatasi alcalina contenuta nel latte crudo, che è l'enzima che fissa il calcio alle ossa, si perde con il trattamento di riscaldamento, vanificando di fatto tutto il luogo comune sull'assunzione di latte per prevenire l'osteoporosi (che tra l'altro funziona solo in presenza di un buon livello di magnesio nell'organismo).
Se poi andiamo oltre il fatto salutistico individuale e volessimo ampliare lo sguardo sino a comprendere la salute del pianeta, il distributore di latte alla spina ovvia a moltissimi inconvenienti che il sistema dell'industria alimentare sta scaricando sull'ambiente. Possiamo citarne alcuni: filiera corta tra produttore e consumatore con conseguente risparmio nei trasporti, uso di minori risorse energetiche, abbassamento dell'inquinamento ecc. Assenza di imballaggi e riduzione dei rifiuti. Infine, sostegno economico ai piccolo allevatori locali contro la grande distribuzione delle mega-aziende agroindustriali.
Non poco per un così piccolo marchingegno automatizzato. Il fatto è che forse sono altri “automatismi” quelli che intervengono sul più bello a salvaguardare lo status quo o altri interessi privati contro il benessere dei cittadini comuni e del pianeta.