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Guerra di Gaza, i soldati si confessano: distruggere tutto, prima sparare.

di Fabio Scuto - 16/07/2009



Venivano demolite case dappertutto, non ce ne era una senza danni. Era terribile, sembrava un film sulla Seconda guerra mondiale
Nessuno ti diceva di uccidere innocenti ma i sospetti dovevano essere stesi. Ho capito che era meglio sparare prima e fare le domande dopo

«A ogni casa palestinese a cui ci avvicinavamo mandavamo avanti il vicino, un Johnnie. Poi si entrava nella casa puntando il mitra alla schiena del civile». La racconta così in forma anonima un sergente maggiore della Brigata Golani - una delle unità di élite dell´esercito israeliano - la sporca guerra di Gaza dello scorso gennaio. E´ una delle 54 testimonianze dirette raccolte dall´organizzazione Breaking The Silence - composta da ex militari che si battono per il rispetto dei diritti umani- sulla condotta dell´esercito nell´operazione Cast lead (Piombo fuso): 22 giorni di battaglie, 1400 palestinesi uccisi, 13 israeliani caduti, distruzioni immani.
Nelle 112 pagine i soldati di Tshal raccontano non solo come civili palestinesi vennero utilizzati come scudi umani, senza fare distinzioni fra miliziani di Hamas e popolazione e senza altre regole d´ingaggio se non quella di minimizzare le proprie perdite. «Nessuno ti diceva di uccidere degli innocenti, ma le istruzioni erano che chiunque fosse sospetto doveva essere ucciso. Ho capito che era meglio sparare per primi e fare domande dopo», racconta un altro militare. Testimonianze di omicidi assolutamente gratuiti come quello di un uomo di 50-60 anni , descritto da un altro soldato. Racconta di aver visto di notte un palestinese con in mano una torcia, apparentemente disarmato: l´ufficiale al comando del reparto vietò di sparare colpi di avvertimento e quando fu vicino fece aprire il fuoco su di lui. «Non lo dimenticherò finché vivo, tutti sparavano e l´uomo gridava. Quando venne il giorno mandammo fuori un cane per controllare se avesse esplosivi addosso...ma non portava nulla, solo la torcia. L´ufficiale si giustificò così: «Era di notte...era un terrorista».
Nel dossier si ripetono le accuse sull´uso indiscriminato di armi al fosforo bianco nelle strade di Gaza e di «distruzioni totali non collegate a nessuna minaccia concreta per le forze israeliane». Il rapporto, finanziato da gruppi di attivisti per i diritti umani israeliani e dai governi di Spagna, Gran Bretagna e dall´Ue, prova secondo il portavoce di Breaking The Silence Mikhael Mankin «il modo immorale in cui la guerra è stata condotta, un modo dovuto al sistema di comando in vigore e non al comportamento individuale dei soldati».
In una minuziosa risposta alla denuncia, il portavoce militare israeliano, dopo aver ricordato che l´operazione Piombo Fuso fu lanciata in risposta a otto anni di tiri di razzi sulla popolazione civile nel sud di Israele, ha accusato Breaking The Silence di aver redatto un rapporto basato su «testimonianze anonime e generiche» ma ha aggiunto che verranno aperte delle inchieste su ogni denuncia di cattivo comportamento dei soldati. Il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha chiesto che tutte le denunce siano presentate presso il suo dicastero ed ha ripetuto che l´esercito israeliano «è quello con il più alto senso morale del mondo», una frase che il governo usa spesso per rispondere alla valanga di critiche per l´uso spregiudicato della forza militare che piovono sulla testa dei soldati sempre più frequentemente.