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Toc, toc. L’Europa c’è

di Ugo Gaudenzi - 30/11/2009

 

 

Non è un caso che le nostrane Vestali d’Occidente abbiano declamato a ripetizione, negli ultimi tempi, il loro sconcerto per l’amicizia dell’Italia con la Russia, vista in qualche modo come uno sgarbo ai “gentili” padroni atlantici. Su questo argomento gli strali al presidente del Consiglio Berlusconi, nelle ultime settimane, erano giunti concentrici, da destra a sinistra, centro incluso.
La miopia politica - geopolitica, geoeconomica - è un male nazionale, d’altra parte, difficile da estirpare. E di questa miopia hanno patito le più tragiche conseguenze, in altri tempi, anche le due personalità della prima Repubblica più note, ambedue di fatto “punite” per le loro posizioni di dissenso con la politica atlantica: Aldo Moro e Bettino Craxi.
Ci chiediamo oggi, però, cosa gli illustri commentatori ed opinionisti dell’Italietta nostra scriveranno sui loro pezzi di carta o diranno nelle loro auguste interviste, sulla grande entente cordiale et d’affaires tra Sarkozy - la Francia, cioè... - e Putin. Con l’ingresso di Electricité de France e di Total a pieno titolo nella cooperazione energetica trans-europea, con l’ingresso di Edf nel cartello South Stream, tanto inviso sulle due sponde dell’Atlantico... fino a qualche ora fa. (Già perché alla City e al Wall Street sono capaci di annusare in tempo il vento che cambia... a Roma, no).
E non si dica che si tratta di un accordo “strettamente economico”: il possesso e la distribuzione dell’energia è la chiave di volta di tutta la politica internazionale. Ne fanno fede, se non si hanno cosce di prosciutto sugli occhi, le stesse ultime due guerre d’aggressione atlantiche, in Iraq e in Afghanistan.
Già nell’ottobre dell’anno scorso i due presidenti, il francese “Sarkò” e il russo Medvedev, avevano delineato e dichiarato - toh... - anche la necessità di un “nuovo patto di sicurezza per l’Europa”.
Ma, allora, le nostre Vestali non si erano affatto indignate. Nessun “Venturini” paventò, sul Corriere della sera, un affronto alla santa alleanza occidentale.
La Russia, insomma, guarda di nuovo all’ovest della sua Europa. Lo capì per primo l’ex cancelliere socialdemocratico tedesco Schroeder, quindi il nostro Cavaliere, oggi Sarkò.
Le rivoluzioni colorate, arancioni e simili, con le quali gli atlantici hanno tentato di indebolire il fronte russo, assediato all’interno dal liberismo speculativo e ai suoi confini meridionali dai dispositivi militari atlantici anglo-americani, sono state sconfitte da Mosca. E ora stiamo assistendo ad una contro-rivoluzione azzurro-nera, fatta di gas e di petrolio.
Certo, la storia insegna... è evidente che Londra e Washington non sono ancora sconfitte. E qualche pericolo - atomico - alle strette, lo correremo tutti...
Ma una buona notizia è sempre una buona notizia. L’Europa così, piano piano, sta riconquistando i pezzi della sua sovranità.