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La guerra italiana in Afghanistan s’ha da fare...

di Giancarlo Chetoni - 30/11/2009

 

 
La guerra italiana in Afghanistan s’ha da fare...
 



Il 4 marzo 2008 l’avvocato Alessandro Ruben viene designato dal governatore del Lazio Pietro Marrazzo consigliere di amministrazione di Autostrade, società a capitale misto Regione-Anas per la realizzazione della Roma-Latina, una scelta caldeggiata a quanto pare da Giancarlo Elia Valori, un boiardino di stato, oggi presidente della holding “Sviluppo Lazio”.
I due si stimano e hanno già lavorato in tandem. Non passano 24 ore e l’avvocato Ruben comunica alla stampa la sua candidatura alle elezioni politiche con il PdL preferendo il centrodestra di Fini-Berlusconi come scelta di campo.
E’ il salto della quaglia che lo porterà ad essere eletto deputato del Piemonte in quota Via della Scrofa.
Ruben, 41 anni, è un esponente di spicco della comunità ebraica di Roma e presidente della Anti Defamation League.  
Marrazzo, che lo conosce e lo frequenta assiduamente, ap-prendendo la notizia dalle agenzie di stampa rimarrà di sasso anche perché l’amico non gli ha rivelato mai e poi mai di avere aspirazioni politiche.
Per cavarsi dall’impiccio con “compagni&gregari” il presidente della Regione rilascerà la seguente dichiarazione: “Le autostrade non sono né di destra né di sinistra, la mia decisione di nominarlo nel CdA di Autostrade è stata motivata solo da una scelta che privilegia la competenza piuttosto che le scelte di campo. Alessandro Ruben è un giurista di riconosciuto valore ed ha già vaste esperienze con Autostrade”.
L’interessato dal canto suo minimizzerà: “E’ vero, mi candido nel PdL ma come indipendente, non mi occupo di politica e non c’è alcuna incompatibilità con la nomina avuta da Marrazzo”. E ancora: “Ho accettato l’incarico non certo per soldi ma solo perché ho già avuto esperienze pregresse nel settore. Se sarò eletto mi metterò al servizio del Paese. Chi mi ha contattato? Gianni Letta e Gianfranco Fini, li ho accompagnati più volte, ambedue - preciserà - in Israele”. E su Ber-lusconi: “Lo conosco, siamo stati insieme negli Usa. Il centrosinistra? Ho grande stima per Veltroni, ho ottimi rapporti con Bettini. E con Marrazzo. Anche con lui sono stato in Israele”.
Massimiliano Smeriglio, il segretario di Rifondazione comunista ne chiederà conto, senza troppa convinzione, all’ex di “mi manda Rai 3”  che già a quel tempo ha ben altro da fare in Via Gradoli con Brenda, ruffiani-spacciatori e “amichette” che trafficano, indisturbate, in “sesso” e cocaina con i vip della Roma che conta.
In forza della legge elettorale “porcata” Calderoli che attribuisce unicamente alle segreterie dei partiti la scelta dei candidati alle elezioni, l’avvocato Ruben della comunità ebraica di Roma verrà eletto deputato nella circoscrizione Piemonte 2.
Proclamato eletto per il PdL il 22 aprile 2008, XVI legislatura, sarà componente degli organismi parlamentari della III Commissione Affari Esteri e Comunitari e della delegazione di Montecitorio presso l’Assem-blea della Nato e curerà in particolare i rapporti con gli Stati Uniti e l’Amministrazione Bush.
Un caso? Macché!
Dai cavilli per gli espropri dei terreni per “Sviluppo Lazio”, l’onorevole passerà agli “esteri”. Lo ritroveremo a far da spalla a Ignazio La Russa come consigliere personale per gli “affari internazionali” nel viaggio che il ministro della Difesa organizzerà in “Israele” a tambur battente il 17 novembre dopo l’approvazione dell’odg del Consiglio Supremo di Difesa che si terrà al Quirinale sotto l’egida del presidente della Repubblica, già meglio conosciuto come “O Sicco”, il giorno 11.
Ecco il comunicato ufficiale diramato dal Quirinale che ha fissato l’appuntamento per il prossimo “summit” (si fa per dire) al 10 marzo 2010 alle ore 10.30.
“Sotto la presidenza dell’onorevole Napolitano hanno partecipato al C.S.D. gli On. Berlusconi, Frattini, Maroni, Tremonti, La Russa, il CSM Camporini e in rappresentanza dell’On. Scajola, l’On. Romani. Presenti il sottosegretario Gian-ni Letta, il Consigliere di Stato Marra e il Segretario del CSD gen. Mosca Moschini.
Il Consiglio ha esaminato la situazione in atto nei Balcani, in Asia Centrale e in Medio Orien-te, in particolare la missione di pace in Afghanistan ed oneri finanziari relativi.
Su queste basi il Consiglio ha convenuto di mantenere fermo (!) il contributo militare nazionale con gli adeguamenti che il mutare delle situazioni in loco e dei compiti assegnati si renderanno necessari anche nei limiti delle risorse che potranno essere rese disponibili anche attraverso il processo di razionalizzazione delle strutture e dei programmi della difesa”.
Tradotto dal politichese la Repubblica delle Banane si impegna ad aumentare scarponi e dotazioni militari (compreso cacciabombardieri AMX e bombe laser GBU 12) per assecondare le richieste del segretario generale della Nato Rasmussen e a tagliare sugli organici e sull’addestramento delle FF.AA che non sono impegnate fuori dal “territorio nazionale”.
In attesa di mandare in congedo 35.000 sottoufficiali attualmente in servizio permanente effettivo, da gennaio saltano via dall’organico dell’Esercito graduati e soldati a ferma triennale volontaria che percepiscono al netto un salario di 900 euro mensili. Tremonti non si metterà la mano sul cuore. Per raggranellare un po’ di danaro fino ad oggi si sono offerti volontari per le “missioni di pace”.
Alessandro di Lisio è morto in Afghanistan da precario con l’indennità di combattimento.
Perché ricordiamo proprio questo ragazzo di Oratino Pescatura, un gruppo di case abbarbicate alle colline di un’Italia profonda, saltato su una mina a bordo di un San Lince, come lo chiama Ignazio per esaltarne la blindatura e la sicurezza, dopo aver superato la prova per l’assegnazione alla polizia di Stato? Una scelta obbligata per non dover imboccare per anni il buco nero di una disoccupazione che toglie dignità e respiro alla sua generazione di “bamboccioni”.
Perché aveva scritto su face-book che quella in Afghanistan era una guerra sporca e senza onore. Sul social network c’è ancora la sua foto e quella dei suoi amici e forse della sua fidanzata. Non ci sono più le letterine sognate, i suoi campioni, i libri letti o i suoi piatti preferiti. Napolitano&Soci l’hanno mandato a morire lontano migliaia di chilometri dalla sua Terra.