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Le ragioni della resistenza libanese

di Dagoberto Husayn Bellucci - 02/12/2009



Il Capo supremo del partito sciita libanese, Hizb'Allah, e guida della
Resistenza nazionale del paese dei cedri, Sayyed Hassan Nasrallah, ha
annunciato ieri - lunedì 30 novembre - il nuovo manifesto del movimento che
riafferma le linee guida nazionaliste e la vocazione di organizzazione
militante degli uomini del partito di Dio.

Nasrallah oltre a ribadire quelle che sono le linee generali
dell'organizzazione ha elencato in sintesi quelli che saranno i principali
obiettivi di Hizb'Allah per il Libano, le riforme istituzionali che il partito
andrà a presentare unitamente agli alleati della coalizione dell'opposizione e
riaffermando i principii ispiratori che, agli inizi degli anni Ottanta, diedero
vita al movimento nato dall'influenza della rivoluzione islamica khomeinista
iraniana.

Hizb'Allah rimane un movimento polivalente: partito politico e forza di
governo che difende gli interessi di tutti i libanesi, cominciando da quelli
della numerosa comunità sciita che conta non meno di un milione e mezzo di
appartenenti ed è , per importanza, la seconda del paese dopo i sunniti (in
Libano non esiste un 'censimento' ufficiale al riguardo anche se le stime
aggiornate vedono i musulmani tutti superare probabilmente i 3 milioni di
abitanti sui 4 milioni totali); e - allo stesso tempo  - resta organizzazione
rivoluzionaria e forza combattente di resistenza contro qualsiasi ingerenza
straniera e con le armi puntate contro il nemico sionista.

Ideologicamente Nasrallah ha riaffermato la continuità nella tradizione
dell'esperienza di Hizb'Allah. Rieletto per la sesta volta alla guida del
movimento, Nasrallah è il terzo segretario generale del Partito di Dio, ha
ribadito la guerra ideologica e l'opposizione radicale che il suo partito
dovranno continuare contro intrighi e complotti statunitensi e qualsiasi
tentativo di aggressione proveniente dall'entità criminale sionista occupante
la Palestina.

Secondo Nasrallah è prevedibile un nuovo conflitto a breve fra Hizb'Allah e
sionisti ai quali ha lanciato un nuovo monito: "se intenderanno lanciare nuove
aggressioni contro il Libano se ne dovranno pentire!".

Rivolgendosi agli alleati dell'Opposizione Nazionale il Capo di Hizb'Allah ha
fugato qualunque timore possa essere suscitato dall'esterno in merito al
rapporto fra differenti gruppi etnico-confessionali sostenendo che il Partito
di Dio, rimanendo fedele ai principii islamici khomeinisti, non ha alcuna
volontà predominante rispetto alla realtà multi-etnico e multi-confessionale
libanese nè muterà la sua strategia di cooperare con chiunque, movimento o
partito laico o religioso, si opponga all'imperialismo americano e al sionismo
e difenda il diritto del popolo e dello Stato libanese di garantire la propria
indipendenza e sovranità nazionale armi in pugno.

"Indipendenza nazionale, sovranità territoriale e unità - ha sostenuto
Nasrallah - sono componenti essenziali per la sopravvivenza e la libertà del
nostro popolo. Il Libano ha già dimostrato più volte al mondo che nessuna
tempesta può piegare la volontà dei suoi figli di resistere e rispondere
adeguatamente."

Soffermadosi momentaneamente sulla crisi globale Nasrallah ha lanciato
un'invettiva contro gli effetti destabilizzanti l'economia mondiale del
"capitalismo selvaggio" che ha finito per impoverire tutte le nazioni
riaffermando l'impegno di Hizb'Allah verso la giustizia e il diritto islamici e
definendo le politiche criminali americane come "la radice di ogni forma di
terrorismo".

Nasrallah ha avuto parole di elogio e apprezzamento per l'impegno ed il
sostegno alla causa rivoluzionaria islamica da parte dei movimenti laici e
rivoluzionari dell'America Latina e da parte della Repubblica Islamica
dell'Iran alla quale il Partito di Dio continuerà a guardare quale principale
referente nella lotta planetaria degli oppressi contro gli oppressori.

"L'unità degli oppressi costituisce sempre un pilastro del nostro pensiero
politico e delle nostre relazioni - ha affermato il segretario di Hizb'Allah -
ed è la nostra idea-guida in merito alle relazioni bilaterali sulle questioni
di politica internazionale" parlando di una "linea del fronte globale" contro
le minacce americano-sioniste.

Come si ricorderà durante l'aggressione sionista al Libano soltanto il
presidente venezuelano Chavez , oltre ai dirigenti siriani e iraniani, espresse
una posizione nettamente pro-Resistenza e di quest'appoggio Nasrallah ha
ringraziato nuovamente il paese sudamericano con il quale sono avviati da anni
ottimi rapporti.
In merito alla questione palestinese Hizb'Allah non arretra e richiede che
siano tutti i paesi della Lega Araba a dare risposte conformi al desiderio di
libertà e giustizia dei loro fratelli palestinesi ribadendo che il movimento
resterà una spina nel fianco dell'odiato nemico sionista.
Nasrallah non ha parlato di disarmo ma ha sostenuto la necessità di una
strategia di difesa basata sulla “cooperazione” tra Hizb'Allah ed esercito
libanese.
“Tutte le decisioni politiche dovrebbero spettare allo Stato”, ha detto
Nasrallah rispondendo alla domanda di un giornalista. “Il problema è l’assenza
di uno Stato".


La nuova piattaforma rappresenta il primo documento ufficiale di Hizb'Allah
dai tempi della lettera aperta del 1985, quando il partito perseguiva
apertamente l’affermazione di uno Stato islamico.Un documento ufficiale, ad uso
interno ma rivolto anche all'esterno, che ribadisce le linee generali
dell'azione impressa dall'avvento di Nasrallah (nel 1992) alla guida del
Partito. Un documento oltremodo importante che arriva proprio mentre il nuovo
esecutivo libanese sta discutendo su come e se affrontare la questione dell’
arsenale di Hezbollah che - in settimana - dovrebbe vedere il premier Hariri
ribadire la piena legittimità della Resistenza Islamica e il suo diritto
naturale alla difesa dei confini meridionali.

Immediati i commenti della stampa libanese e degli esperti di politica
vicinorientale ai quali viene delegato il 'compito' di rappresentare la
"galassia Hizb'Allah" ad uso e consumo dei 'potentati' economico-lobbistici
occidentali.

 “Questo documento è redatto a uso interno ed è questo il motivo per il quale
è scritto con tanta attenzione all’utilizzo delle parole”, ha detto Amal Saad-
Ghorayeb, esperto di Hezbollah in Libano.

Secondo quest'osservatore libanese negli anni "Hizb'Allah si è evoluto da
milizia sciita islamica, il cui obiettivo era cacciare Israele dal Libano, a
mini-Stato autosufficiente con le proprie infrastrutture, servizi sociali,
dirigenza politica ed esercito" che, dopo il ritiro israeliano del maggio 2000
dalla cosiddetta "fascia di sicurezza" nella zona meridionale del paese, ha
saputo riorientare le proprie scelte nel quadro dello scenario politico
nazionale libanese tendendo a nazionalizzare le proprie posizioni.
"E’ un compito molto difficile conciliare le identità apparentemente
inconciliabili di Hezbollah: quella libanese, quella laica, quella araba, e
quella sciita, quando ognuna sembra contraddire l’altra", dice Saad-Ghorayeb.
"Alla fine deve dare risposta a tanti elettorati diversi".
Sarà ma, da quanto riusciamo a 'capirci, Hizb'Allah è riuscito perfettamente
a rispondere alle domande dei tanti diversi e multiformi elettorati senza, per
questo, abdicare ad alcuna delle sue specificità di partito politico di massa,
forza di governo e movimento rivoluzionario di resistenza che è , insieme,
nazionalista arabo, islamico-shi'ita, libanese e 'fascina' e coinvolge altre
realtà laiche e non confessionali quali il PCL o il PNSS (comunisti e
socialnazionali siriani) le quali collaborano senza problema da anni con il
partito di Nasrallah alla formazione del blocco dei movimenti che sostengono la
Resistenza.