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Che cosa si cela dietro gli attacchi alla Chiesa cattolica?

di Enrico Galoppini - 01/04/2010

Fonte: terrasantalibera


 

Da un po’ di tempo a questa parte, in particolare da quando hanno deciso di farci credere che “l’Islam ha commesso l’11 settembre”, il “crimine per eccellenza” contro tutto quel che qua viene considerato come “la civiltà” ed i suoi “valori”, i media globali al servizio degli interessi occidentali sono impegnati notte e giorno nel dimostrare che l’Islam è nemico implacabile del Cristianesimo e che i musulmani sono il nemico pubblico numero uno dei cristiani.

 

Ma malgrado “i valori dell’Occidente” sembrino essere diventati la difesa e la sovraesposizione di tendenze che in ogni tempo e in ogni dove sono state considerate come da tenere sotto controllo e/o da reprimere per non diffondere “scandalo”, vi è chi, nel goffo ed improbabile tentativo di delineare una “identità occidentale”, ha cercato, senza essere affatto un credente, di utilizzare anche il Cristianesimo in un’ottica identitaria “occidentale”. Per cui, nel gran calderone della cosiddetta “identità occidentale” sono finiti sia una concezione della religione cristiana che non ha a che fare con una reale esperienza di fede sia una maniacale rivendicazione di “diritti”, compresi quelli delle categorie più assurde ed insensate, con buona pace della maggioranza che sopporta in silenzio chiedendosi di quando in quando che cosa ha fatto di male per meritarsi di essere sbeffeggiata di continuo: ma tant’è, i problemi della coppia omosessuale che vorrebbe essere sposata in chiesa da un prete transgender e poi adottare un bambino possibilmente di sesso “neutro” diventano più rilevanti di quelli della stragrande maggioranza della gente normale, quella che tira la carretta e, senza le luci della ribalta, aspetta solo il giorno di essere liberata da quest’incubo fatto di “problemi” fasulli e pretestuosi creati apposta per destabilizzare la società e le coscienze delle persone e, in fondo, non affrontare le questioni davvero importanti.

 

In tutto questo macello, che comprende dunque tendenze a rigor di logica contrapposte, ma tutte riassorbite dall’unica ideologia “occidentale”, finisce dunque anche il Cristianesimo, che una propaganda interessata dipinge come sotto assedio da parte dell’Islam e dei musulmani. Si passa perciò, utilizzando le truppe degli utili idioti di destra, di centro e di sinistra, dalle denunce per la “segregazione sessuale” nell’Islam (a San‘a, il 23 marzo, migliaia di donne hanno manifestato contro la legge che impedisce alle minori di 18 anni di contrarre matrimonio, ma questo non è stato evidenziato) alle polemiche sulla mancanza di reciprocità sui luoghi di culto riassunte dallo slogan “vogliamo una chiesa alla Mecca” (si fanno forse moschee in Vaticano?); dalle grida sui “cristiani d’Oriente in pericolo di estinzione” (da 1.400 anni? e ci si ricorda di cosa fecero loro i Crociati?) alle polemiche sulle moschee in Europa, che coi loro minareti andrebbero ad adombrare i nostri campanili; dalle leggi contro il burqa‘ (non ne ho mai visto uno in giro in Italia) alle fandonie sul kebab che attenterebbe alla nostra identità (“W la polenta abbasso il cuscus”: già, ma dov’erano questi solerti paladini culinari quando sbarcava la moda del McDonald’s?).

 

Curiosamente, poi, tutti questi cristiani senza Cristo evitano di infilarsi in questioni teologiche, perché altrimenti dovrebbero dare conto del rispetto che l’Islam predica nei confronti e di Gesù e di Maria. Certo, non si può pretendere che l’Islam consideri Gesù “figlio di Dio”, altrimenti coinciderebbe col Cristianesimo, ma qui non vi è lo spazio per dimostrare come, in ultima analisi, non vi sia contraddizione tra le due forme tradizionali, cristiana e musulmana, l’incontro essendo sul piano della scienza iniziatica. Non per niente, René Guénon dedicò il suo libro “Il simbolismo della croce” ad un’autorità dell’esoterismo islamico.

 

Questa breve divagazione serviva per dire una cosa: l’Islam di per sé non rappresenta alcun “pericolo” per il Cristianesimo, anzi, volendo essere più chiari, nessuna forma tradizionale rappresenta un “pericolo” per le altre forme tradizionali, le quali non fanno altro che tradurre, nel proprio linguaggio e secondo la prospettiva di ciascuna, una metafisica che per sua essenza è una.

 

In “pericolo”, semmai, vi è una contraffazione o strumentalizzazione del Cristianesimo, come quella operata da parte delle élite occidentali, i quali ne hanno fatto una bandiera nella loro azione volta al perseguimento di obiettivi al cui apice vi è la diffusione dei “valori occidentali”. Questi “valori occidentali”, è presto detto, rappresentano un’autentica inversione di tutto ciò che in ogni tempo e in ogni dove è stato considerato “normale”. Si tratta, perciò, della diffusione di una vera infezione a livello planetario, che si risolve solo ad un livello apparente in una lotta tra Stati, industrie, banche e potentati d’ogni genere, i quali ingaggiano una battaglia per il dominio planetario al cui servizio mettono determinate strategie geopolitiche piuttosto che altre. Se tutto si riducesse a questo, tanto varrebbe disinteressarsi a quanto avviene, poiché non è poi così interessante schierarsi pro o contro questo o quello a mo’ di tifoseria. Questa considerazione, tra l’altro, induce molti o a pensare che tutti sono “imperialisti” oppure che siccome tutti sono malati di potere tanto vale farsi i fatti propri.

 

Invece, l’obiettivo di tutta la campagna di diffusione di un modello unico “occidentale” all’intero pianeta è ben chiaro e ci riguarda tutti più da vicino che la nostra vena giugulare.

Esso è l’uomo. Ovvero, la creazione, ad ogni latitudine, di un medesimo tipo umano. Un uomo, o meglio un burattino, in preda alle forze centrifughe, a quelle traenti verso il basso, anziché in sintonia con quelle centripete e traenti verso l’alto.

 

Il dominio sull’uomo, che su un certo piano implica quello dell’uomo sull’uomo (da cui si capisce l’assurdità di una “liberazione” socio-politica che passa attraverso lo scatenamento di tutte le proprie predilezioni e manie, perché queste, compreso l’anelito all’ammassare beni materiali, non può che passare per l’oppressione degli altri), è l’obiettivo specifico dell’“avversario”, il quale (e qui ricorro alla descrizione che ne dà l’Islam) disobbedisce al suo Signore poiché si rifiuta di obbedire al Suo comando di prosternarsi di fronte ad “Adamo”, cioè all’Uomo perfetto o “realizzato”. Ora, l’uomo realizzato (al-insân al-kâmil) è quello che ha vinto le tendenze animali all’attaccamento e si è ricongiunto al Principio, vincendo perciò anche la morte (qualche cristianista si ricorda forse che il senso della Pasqua, “di Resurrezione”, è questo?). Contro di lui, l’”avversario” non può più nulla, tuttavia egli può ancora mettere in atto le sue trame contro tutti gli altri uomini, ed è per questo che egli s’impegna a diffondere nel mondo tutto quel che può costituire ostacolo a tale “realizzazione”.

 

Per chi ha difficoltà a capire come le questioni spirituali non siano astrattamente scollegate dal contesto politico-sociale, basti pensare all’importanza attribuita dall’Islam alla legge sacra (sharî‘a), che ha l’obiettivo da una parte di far camminare sulla “retta via” il credente ed aiutarlo nella realizzazione spirituale (il suo cammino iniziatico sarà un approfondimento ‘interiore’ della via ‘esteriore’), dall’altra di predisporgli un contesto sociale, economico e politico atto a facilitargli quest’arduo ma improrogabile compito. Quindi, se una società è informata secondo un ordine che deriva da una Rivelazione d’origine soprannaturale, essa fornirà delle condizioni migliori per la realizzazione spirituale rispetto ad una società che ha perso la bussola ed è governata da regole del tutto umane. Di qui, sia detto per inciso, l’esagerata importanza attribuita dall’Occidente al “laicismo” e ai “diritti umani”, il che, in altre parole, significa che l’uomo si è illusoriamente fatto principio a se stesso, col risultato che finisce per perdersi e non trovare più il filo che lo conduce fuori dal labirinto della propria prigione-individualità.

 

Per spiegare meglio quello che avviene a mano a mano che nel mondo avanza l’Occidente, si può utilizzare l’immagine di una fornace nella quale vengono gettati tutti coloro che si fanno attrarre dai suoi bagliori e che si alimenta per l’appunto grazie agli uomini che riesce ad inghiottire. Oppure, si pensi ad un mostro ciclopico, le cui dimensioni aumentano quante più persone riesce a divorare e che solo a causa delle sue dimensioni viene ritenuto una sorta di divinità alla quale rendere tributo. In ogni caso, quale che sia l’immagine usata, la sostanza è quella di “vite sprecate”, o meglio di occasioni sprecate, di esseri che anziché prendere il toro della vita per le corna e poi infilzarlo si sono fatti ammaliare dalle sirene della “vita comoda”, che implica il lasciar cadere ogni tensione ed adagiarsi nell’ordinarietà, quand’anche fosse ammantata di chissà quali “ideali” e “valori”. Anche in questo caso, l’Islam è molto chiaro, poiché il “grande jihâd”, anziché consistere nel mettersi una bomba nelle mutande come vorrebbero far credere ad una massa sottoposta a continui allarmismi, è la pugna spirituale di cui pure gli europei, non ancora ridottisi a “occidentali”, avevano qualche nozione…

 

Ma “occidente”, ripetiamolo, significa abdicazione dell’uomo al ruolo di khalîfa fî al-ard (di “vicario di Allâh sulla Terra”), e farsi abbindolare da una delle sue indefinite trappole significa aver perso quella “battaglia” per finire diritti dritti nelle fauci dell’“avversario”, morendo e poi ritornando, in chissà quale forma, a nuova vita (comprese le forme inferiori, al cui confronto quella umana è una delizia), e così via, indefinitamente, illudendosi di “vivere” veramente ma poi rendendosi conto, al momento della resa dei conti (Yawm al-Hisâb, “il Dì del Rendiconto”), di aver sbagliato tutto e contrirsi dunque amaramente per l’irreparabile fallimento ottenuto.

 

Se si è intuita la portata del problema, che travalica ogni preoccupazione d’ordine politico-sociale (senza che quel piano cessi di avere la sua relativa importanza per garantire un clima “virtuoso” e perciò favorevole alla realizzazione spirituale), risulta chiaro che la diffusione del “modello occidentale” implica che sempre più uomini nel mondo riusciranno con crescente difficoltà ad intraprendere un “cammino di reintegrazione”, poiché tali e tante sono le distrazioni offerte dal suddetto modello che si rivelerà un’impresa disperata il sottrarvisi.

 

Che cosa vuole in fondo un “occidentale” (può trattarsi anagraficamente di un americano, di un cinese, di un africano, di un arabo ecc.)? A cosa anela uno che si è “liberato” della sua tradizione più profonda per ridursi al meramente “umano”? La risposta è sotto gli occhi di chi la sa vedere. A sbracarsi nelle tendenze inferiori, a ricercare solo il “piacere”, le “comodità”, la “convenienza”, il “benessere”, senza più alcuna preoccupazione per quel che verrà “dopo” e dunque per la formazione di sé e di un adeguato “carattere”. L’uomo occidentalizzato, felice del suo essere “liberato”, è in effetti un simulacro di uomo, una bestia dalle sembianze umane pronta a rientrare nel girone delle esistenze pullulanti.

 

A questo punto, cosa c’entri tutto questo col tema dell’articolo se lo potrà chiedere solo chi ancora non ha capito la portata dello scontro in atto. Anche il Cristianesimo è sotto attacco, e molto pesante, poiché è senz’altro vero che l’Europa è una delle zone “liberate” dall’Occidente, o meglio da chi, prima di palesare il suo vero volto, preferisce nascondersi dietro maschere quali gli Stati Uniti, il Sionismo e l’Occidente, ma tale “liberazione” non è ancora pervenuta a compimento, ovvero non è stata realizzata l’esatta inversione dei valori specchio dell’instaurazione del dominio di uno pseudo-principio spirituale. In quest’opera condotta sistematicamente dalle forze che, consapevolmente o inconsapevolmente, lavorano a tale scopo rientra anche la demolizione di ogni appiglio spirituale sano e ben orientato in quelle parti di mondo che cadono sotto il dominio dell’ideologia occidentale, perciò la Chiesa cattolica va massacrata sia come istituzione che come dottrina e valori.

 

La polemica sui preti pedofili, i quali vi saranno pure, ma vi sono anche scandali sugli euroburocrati pedofili, sui rabbini pedofili ecc. che però non suscitano tutto il morboso interesse dei media, è indice del livello della campagna di discredito alla quale è soggetta la religione cattolica, la quale evidentemente svolge ancora una funzione di “freno” contro le summenzionate tendenze alla dissoluzione e alla dannazione dell’uomo.

In quest’opera, sono impegnati soprattutto dei “laici” tra i quali l’elemento ebraico è preponderante. Si tratta tuttavia di un elemento spurio, quello magistralmente descritto da Weininger, il quale, una volta anch’esso già esperita la “liberazione” da ogni vincolo, intende “liberare” il mondo riducendolo ad un abominio a sua immagine e somiglianza. Non è un caso, infatti, che la maggioranza delle situazioni in cui viene gettato discredito sulla Chiesa cattolica veda protagonisti ebrei o personaggi ad essi legati.

 

Alcuni eventi, in questi giorni hanno attirato infatti l’attenzione in tal senso.

Il primo è la “bollente storia d’amore” tra una cantante che si fa chiamare “Madonna” e un giovane brasiliano di nome “Jesus”: http://musica.virgilio.it/news/pop/madonna-jesus-baci-bollenti-rio-de-janeiro.html

 

Siccome il caso non esiste, dietro questa strombazzata storia tra “Gesù e la Madonna”  vi è la volontà di seminare, a livello di subconscio, disorientamento tra i cristiani.

 

Che la signora Ciccone sia un'adepta della Cabala ebraica ed accolta in gran pompa a Sion, non è un mistero (ha avuto anche il privilegio di una passeggiata, con tanto di rabbino cabalista al seguito, nei tunnel che i sionisti stanno scavando sotto la moschea al-Aqsa). Ma si consideri che lei ha 50 anni, mentre "Jesus" (per giunta "Luz"!) è un ragazzo... bene, cosa vi viene in mente?

 

Sì, una specie di rapporto incestuoso tra madre e figlio, tra la Madonna e... Gesù!

Ribadisco, non credo proprio che tutto questo sia un caso.

 

A distanza di pochi giorni, ecco un’altra notizia.

È morto Emanuele Pirella, quello che con Oliviero Toscani creò la campagna pubblicitaria per il jeans "Jesus"[1].

 

La ditta era di un certo Vitale.

Bene, ecco una delle immagini promozionali:

La foto è tratta da una pagina - probabilmente della nuova ditta che ha rilanciato il jeans - che riporta una scritta eloquente: “Has Jesus been on your Ass lately?”

(si noti anche la menorah sullo sfondo).

 

Qui non si ha di certo a che fare con dei musulmani. I quali non si sono affatto sognati di andare in giro ad inscenare una pantomima di ‘incesto sacro’ né d’insozzare il nome di quello che considerano come uno dei massimi Inviati divini. Ma immaginiamo per un attimo il contrario: le trombe dell’odio islamofobo ci farebbero venire le bave alla bocca dalla rabbia, predisponendoci alla mobilitazione generale. Eppure, in questo caso, poiché si tratta di “pubblicità”, di cabalisti e di altre affiliazioni esotericamente corrette, tutto tace e, peggio ancora, la Chiesa che fa? Incassa il colpo senza fiatare, consapevole che se attaccasse “Madonna” o qualche pubblicitario mediaticamente più potente ci rimetterebbe senz’altro: il giorno dopo avrebbe contro o una canzone blasfema o un manifesto ‘dissacrante’ per le strade.

Nessuno la difenderebbe, neppure i cristianisti buoni solo a fare la voce grossa contro l’Islam.

Ma se si è giunti a tanto, la Chiesa reciti solo il mea culpa. Per essersi adagiata ad elemento folcloristico ed identitario dell’Occidente, aver rinunciato alla dottrina (col Concilio Vaticano II) ed essersi illusa di poter contare di nuovo imbarcandosi nella lucidamente folle avventura dei “Crociati dello Zio Sam”, che l’hanno portata a benedire post eventum tutte le aggressioni occidentali contro popolazioni islamiche.

 

Tra l’altro, si noti un fatto importantissimo. Quelli che attaccano la Chiesa cattolica sono gli stessi che attaccano l’Islam. Ci sono “olandesi”, “francesi”, “italiani” eccetera specializzatisi nello scrivere libri (prontamente recensiti, discussi ecc.), nel proporsi come “consiglieri politici”, nell’invocare leggi contro l’Islam atteggiandosi a “patrioti” e/o “libertari”, nel gridare “all’attacco” prima verso l’Afghanistan, poi verso l’Iraq, adesso verso l’Iran, e che in Palestina mettono a rischio l’esistenza dei luoghi sacri sia cristiani che musulmani.

 

In pericolo c’è quanto di più sacro esista, ovverosia l’uomo.

Alla luce di tutto questo, chi ha orecchie per intendere intenda, chi ha occhi per vedere veda, chi ha voce per parlare parli.


Link a questa pagina: http://www.terrasantalibera.org/attacco_alla_chiesa_cattolica.htm