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Vento, acqua e Sole. Il futuro è rinnovabile

di Alessio Nannini - 27/01/2011





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 Uno studio pubblicato da Nature Climate Change mostra come sia possibile nel 2030 fare a meno dei combustibili fossili. A patto che le politiche industriali favoriscano il cambiamento.

L'energia da WWS, ovvero quella che si può trarre da vento, acqua e Sole (wind, water, solar), sarà in grado di soddisfare la domanda mondiale di energia stimata al 2030 e sostituire completamente, nel 2050, i combustibili tradizionali a costi economici pari a quelli di produzione di energia da combustibili fossili. Non è questa l’ultima uscita di tenaci ecologisti, bensì i risultati di un autorevole quanto ponderoso studio pubblicato da Nature Climate Change.
 
Gli autori sono due ricercatori di altrettanti prestigiosi atenei, l’Università di Stanford e l’Università di California, i quali hanno condotto la ricerca esaminando in un primo tempo le fonti, le tecnologie, e le infrastrutture energetiche più gli usi che di esse si fanno; quindi hanno valutato la possibilità della sostituzione degli attuali metodi, che prevedono l’uso di energia da combustibili fossili, con quella derivante dai suddetti elementi. Il tutto tenendo presente quanto concerne i sistemi di produzione e trasmissione dell’energia, ovvero compresi i costi e le politiche necessarie per la conversione totale. Secondo i due autori, nel 2030 la domanda mondiale di uso finale di energia (cioè il suo consumo da utenza) sarà attorno agli 11,5 trilioni di watt, pari a 11.500 gigawatt. Ebbene, attraverso i WWS sarà possibile tra vent’anni ottenere almeno 100mila gigawatt, pari a un ordine di grandezza in più del necessario.
 
Nel dettaglio, circa l’84 per cento ci verrà fornito da quattro milioni di turbine eoliche da 5 megawatt, e da 90mila impianti solari da 300 megawatt; gli impianti fotovoltaici installati sui tetti di edifici ed abitazioni daranno il restante 16 per cento. Numericamente, la stima degli impianti sarebbe così distribuita: circa 4 milioni di turbine eoliche da 5 MW, 49mila impianti solari a concentrazione da 300 MW, 40mila impianti fotovoltaici da 300 MW, 1,7 miliardi di impianti fotovoltaici da 3 kW da porre sugli edifici, 5350 impianti geotermici da 100 MW, 270 nuovi impianti idroelettrici da 1300 MW, e oltre un milione di piccoli impianti per sfruttare maree e correnti marine.
 
Con un’occupazione di suolo in più valutabile tra lo 0,41 e lo 0,59 per cento. Due però le condizioni imprescindibili: la ristrutturazione di infrastrutture per il trasporto di energia e della rete di trasmissione dell’energia elettrica; e l’eliminazione di sussidi e incentivi elargiti in favore dei combustibili fossili. Se convertiti in modo da incoraggiare i sistemi WWS, sarebbero il passo decisivo affinché la revisione dello studio diventi realtà. Ma a oggi sembra questo lo scoglio più difficile da superare.