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A proposito del “decisionismo” di Renzi

di Enrico Galoppini - 13/04/2014

 

 

 

Da quando hanno stabilito di propinarcelo dalla mattina alla sera (conservo la serie di “prime pagine” dell’Ansa delle settimane precedenti la nomina a presidente del Consiglio: c’era solo e sempre lui!), c’è una caratteristica dell’ex sindaco di Firenze che è stata messa in risalto più delle altre (il “giovanilismo”, la “parlantina”, l’“informalità”, il “dinamismo” ecc.): la capacità di prendere decisioni, che è la premessa necessaria per poter “fare”.

Tale capacità è tutta da dimostrare, tuttavia i “media” hanno già costruito l’immagine di Matteo Renzi come quella di un “decisionista”.

Questa qualità – hanno intuito gli esperti di “comunicazione” (cioè di abbindolamento di massa) – sarà senz’altro apprezzata da un popolo che ormai ha introiettato l’idea (peraltro vera) che in Italia nessuno combina mai nulla.

Tuttavia su questo “non combinare nulla” bisogna intendersi una volta per tutte e tenteremo di spiegare che cosa è veramente.

Ma procediamo per ordine.

Per prima cosa, va detto che il “decisionismo” non è una categoria del politico che possa andare disgiunta dai contenuti delle decisioni stesse!

Intendo dire che anche nel Cile di Pinochet o nell'Argentina dove operava la Tripla A a caccia di “comunisti” (in realtà patrioti), con la Cia alle spalle che addestrava i torturatori, esisteva eccome un governo “decisionista” (salvo poi sfaldarsi alle prime batoste nelle Falkland/Malvinas). Nelle proverbiali “Repubbliche delle banane” era tutto un fiorire di “decisionisti” che applicando con zelo le ricette disumane dei teorici del “Libero mercato” portavano alla disperazione la gran parte della popolazione.

Sinceramente, da un simile “decisionismo” Dio ce ne scampi e liberi.

“Decisionista” era anche la Tatcher, la cosiddetta “Lady di Ferro”, quella che – tanto per dirne una – combinò lo spezzatino delle ferrovie britanniche in oltre venti società, col risultato che proprio a causa della sua “decisione” un servizio così importante era stato devastato, ovviamente in nome del “Mercato” e delle sue mai dimostrate “virtù”.

La stessa immagine venne costruita attorno a Tony Blair, quello delle bugie sesquipedali sui “sacrosanti” motivi per attaccare l’Iraq e che ora è uno strapagato conferenziere come altri suoi simili della “sinistra” mondiale, che dopo aver fatto solo danni ed aver preso in giro il suo popolo adesso riscalda la solita minestra per farla sorbire al pubblico di qualche esclusivo consesso di “decisori”…

Con questo non intendiamo certo dire che Renzi s’appresta a sguinzagliare gli “squadroni della morte” a caccia di chi lo avversa, però si può affermare che egli s’inscrive a tutto tondo nel filone dei politici della “nuova sinistra”, post-tutto, che per non ammettere di non aver nulla da dire di diverso dalla “destra” deve inventarsi queste figure ibride, che ammiccano anche all’elettorato avverso, proprio attraverso una maschera “decisionista”.

Va comunque chiarito che questo “decisionismo 2.0”, oltre ad essere la classica aria fritta e riducendosi a un vacuo slogan utile per abbindolare gli allocchi, è in effetti anche una realtà, ma di un tipo particolarmente insidioso e nocivo per il bene comune, cioè il bene della comunità nazionale presa nel suo complesso, la quale, nella maggioranza dei suoi membri, andrà a subire gli effetti dannosi delle “decisioni” dell’“uomo forte” di turno.

Questo per dire che mentre nessuna “decisione” in grado di produrre effetti benefici e stabili, capace d’invertire la china di “lacrime e sangue” che va sotto il titolo “La Crisi”, verrà presa da quest’autentico prodotto di “marketing”, nella concreta pratica di governo andrà avanti, imperterrito, il programma di smantellamento dello “stato sociale” e di demolizione dell’apparato produttivo italiano, secondo i dettami della grande finanza speculativa ed usuraia che deve cancellare questo paese dal novero delle nazioni più avanzate dal punto di vista industriale.

Dunque, stabilito che naturalmente non va bene l’esatto opposto del “decisionismo”, cioè l'immobilismo, il non riuscire a combinare mai nulla, non è per questo che bisogna esaltarsi alla semplice idea che ora siamo governati da uno che non sta mai un attimo fermo e salta da una scuola all’altra, ha innescato il disco degli “80 euro al mese” e ne inventa una più del diavolo pur di convincere che “risparmia”.

Questo è il solito fumo, dietro il quale sta il succulento arrosto che consiste nell’avanzamento del suddetto progetto di smantellamento e demolizione di quella che è stata l’Italia uscita dalla guerra e protagonista del “boom economico”, ma che dagli anni Ottanta, con un’accelerazione sensibile dai Novanta, è stata scelta come laboratorio per testare le meraviglie delle dottrine cosiddette “neo-liberiste”, che adesso, dopo un decennio di “Europa” e qualche anno di forsennata polemica “anti-casta”, si appresta a ricevere la mazzata finale.

La verità è che non vero che finora “non s’è combinato nulla”. Altro che se hanno “combinato”: un disastro! Diciamo piuttosto che nessuno ha combinato nulla di buono per la nazione nel suo complesso, mentre tutti – chi più chi meno - sono stati intenti ad applicare le “direttive europee”, i “parametri di Maastricht” eccetera mentre l’apparato mediatico studia sempre qualche nuova “polemica” allo scopo di distrarre dal normale tran-tran che procede a gonfie vele per Lorsignori.

Che pensate, che passino tutto il giorno ad occuparsi di amene baggianate come quella di togliere la cittadinanza onoraria torinese a Mussolini?

Altro che. Lo passano ad ottemperare gli “impegni” presi coi loro padroni al momento in cui sono stati insediati.

E così, tra una battuta e l’altra da consumato imbonitore, c’è chi ci crede per davvero e chi la prende a ridere pensando che si tratti di un fenomeno al limite del pittoresco. Ma ci sarà solo da piangere quando il prossimo anno entrerà in vigore il famigerato “Fiscal Compact” e si sentiranno gli effetti dell’incatenamento al Meccanismo Europeo di Stabilità...

Allora ve la spiego io questa fretta di togliere “lacci e lacciuoli” gabbata per “decisionismo” che pare essersi impossessata di questo Governo: prevedendo un drastico peggioramento della situazione per molti, e perciò un aumento del malcontento, blindano più che possono questo sistema serrando sempre più strette le sbarre della gabbia.

Ed ecco che, per farlo senza troppe complicazioni, c’è bisogno per l’appunto di un “decisionista”, di un personaggio che prestandosi ottimamente alla commedia, mentre promette mari e monti giurando di andarsene se “non ce la farà”, applica pedissequamente le “decisioni” che altri, ben più potenti di lui, hanno preso per questa nazione che, invece di una parodia di “capo” – per giunta a vantaggio di scelte impopolari - avrebbe bisogno di un condottiero disinteressato e mosso unicamente dall’amore per la sua terra e la sua gente.