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Fine della storia o scontro di civiltà?

di Mauro Magatti - 13/03/2023

Fine della storia o scontro di civiltà?

Fonte: Avvenire

L’incanto della globalizzazione degli anni Novanta del Novecento e dei primi anni Duemila è definitivamente infranto. Non si potrà tornare indietro. Negli anni Novanta ci fu un lungo dibattito tra le tesi di Francis Fukuyama (la fine della storia) che prevedeva il progressivo diffondersi del modello liberaldemocratico al di là dell’Occidente, e quelle opposte di Samuel Huntington, che vedeva profilarsi lo scontro di civiltà. Secondo Huntington l'Occidente deve rendersi conto di essere una fra le civiltà e non la civiltà, e di conseguenza abbandonare il sogno illusorio di una civiltà universale in formazione basata su democrazia e diritti umani, che quindi ha come obiettivo politico principale quello di difendere i propri confini, come condizione “immunitaria” per salvaguardare la propria identità e i propri valori. Che non sono, né prevedibilmente saranno, universalmente condivisi. Una strategia che, nella prospettiva di nuove forme di isolazionismo, non esclude la possibilità del conflitto armato.
Ora il rischio che alla semplificazione di Fukuyama – la globalizzazione omogenea neoliberale – segua la semplificazione di Huntington – lo scontro di civiltà – è molto concreto. Come l’idea di una globalizzazione lineare e progressiva non ha retto il peso della storia (sconfessando gli argomenti sbandierati ai quattro venti, anni fa, sull’«esportazione della democrazia»), così l’idea di un apocalittico scontro di civiltà tra democrazie e autocrazie va rifuggita con tutte le nostre forze.
Huntington ha ragione su un punto, che si è dato troppo facilmente per risolto nella vulgata della globalizzazione neoliberale: la modernizzazione, cioè l’adozione da parte di altre culture di elementi tipici della modernità occidentale (come il mercato e la tecnologia), può avvenire senza comportare anche lo sviluppo della democrazia e delle libertà personali. Può darsi che questa evoluzione segua nel lungo termine, ma non è all’ordine del giorno nel breve-medio termine.
E dire questo non porta alla conclusione che l’unico futuro che ci aspetta sia lo scontro di civiltà. Al di là delle due posizioni polarizzate – quella di Fukuyama e quella di Huntington – esiste la via che le democrazie possono e devono perseguire: e cioè lavorare per potenziare la logica della convivenza e della collaborazione a livello planetario.