Inganno occidentale a Bondi Beach
di Massimo Fini - 18/12/2025

Fonte: Massimo Fini
No, non mi unirò al cordoglio pressoché universale per l’attentato terroristico che a Bondi Beach, una delle spiagge più famose e attraenti di Sidney, ha causato 15 morti, tra cui una bambina di 10 anni e 42 feriti. Sergio Mattarella: “Ho appreso con sgomento le tragiche notizie riguardanti la sparatoria presso la spiaggia di Bondi a Sydney. In questi momenti di profonda tristezza, a nome della Repubblica italiana, desidero esprimere sentite condoglianze e massima vicinanza alle famiglie delle vittime. Il pensiero di tutti gli italiani e mio personale è altresì rivolto ai feriti, ai quali auguro un pronto e pieno ristabilimento. Quali che siano le cause e le responsabilità di questo vile attentato rinnovo le più dure espressioni di condanna contro gli ignobili atti di terrorismo, le ripugnanti manifestazioni e forme di antisemitismo, ogni espressione di fanatica violenza alimentata da odio etnico o religioso”. Marco Rubio, segretario di Stato Usa: “Gli stati Uniti condannano fermamente l’attacco terroristico in Australia che ha preso di mira una celebrazione ebraica. L’antisemitismo non ha posto in questo mondo”. Giorgia Meloni: “Seguo con profondo dolore le drammatiche notizie che arrivano da Sydney. Nel condannare ancora una volta con fermezza ogni forma di violenza e di antisemitismo, l’Italia esprime il proprio cordoglio per le vittime e si stringe ai loro cari, ai feriti, alle comunità ebraiche”. Emmanuel Macron: “La Francia esprime la propria solidarietà alle vittime, ai loro feriti e ai loro cari. Condividiamo il dolore del popolo australiano e continueremo a lottare senza sosta contro l’odio antisemita, che ferisce tutti noi, ovunque colpisca”. Friedrich Merz: “Sono senza parole. Questo è un attacco ai nostri valori condivisi. Dobbiamo fermare l’antisemitismo qui in Germania e in tutto il mondo”. Poi ci sono ovviamente e naturalmente le dichiarazioni di parte israeliana. Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale: “Il sangue delle vittime è sulle mani del governo australiano, che ha annunciato il riconoscimento di uno Stato ‘palestinese’ e ha dato legittimità al terrorismo contro gli ebrei”. Benjamin Netanyahu: “Tre mesi fa, ho scritto al primo ministro australiano per dirgli che la sua politica stava alimentando il fuoco dell’antisemitismo. L’Australia ha gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo. Le politiche di Albanese, che includono il riconoscimento di uno Stato palestinese, incoraggiano l’odio per gli ebrei che ora infestano le vostre strade. L’antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l’azione”.
Non sono un adoratore del Male, anche se lo preferirò sempre al Bene Assoluto che attraverso le aggressioni americane dell’ultimo quarto di secolo, a cominciare dall’attacco alla Serbia del 1999, hanno causato centinaia di migliaia di vittime in Europa e soprattutto in Medio Oriente e nell’Asia Centrale (Afghanistan 2001, Iraq 2003, Libia 2008). E Non posso non notare che negli stessi giorni in cui avvenivano gli attentati in Australia, a Gaza vino a Khan Yunis, un bombardamento israeliano ha ucciso almeno 6 palestinesi, tra cui due bambini e ha fatto 32 feriti. Successivamente un attacco con un drone vicino a Gaza City ha colpito un’auto con civili, causando 5 morti. Nel frattempo, a partire dall’attentato di Hamas del 7 ottobre, sono stati uccisi circa 70.000 palestinesi, moltissimi dei quali civili, tra cui circa 20.000 bambini. A Gaza, oltre a molti edifici civili, sono stati distrutti ospedali e la popolazione palestinese è costretta alla fame, al freddo, all’impossibilità di curarsi. Inoltre gli israeliani bloccano, con vari pretesti, tutti i tentativi di soccorso ai palestinesi, sia che siano organizzati dalla Croce Rossa internazionale, sia dalla Mezza Luna rossa, sia dalle varie organizzazione di volontariato.
Bisognava aspettarselo che, un atteggiamento così spietato di Israele e delle sue forze armate, avrebbe provocato un rigurgito di antisemitismo. Lo aveva capito molto bene un ebreo intelligente come Moni Ovadia e del resto Israele dovrebbe piantarla di sfruttare ciclicamente l’Olocausto per provocarne degli altri che, a differenza dell’Olocausto propriamente detto, di cui nel mondo e nella stessa Germania si sapeva ben poco, mentre lo sterminio dei palestinesi avviene, per così dire, a cielo aperto, sotto gli occhi delle televisioni, dei media e quindi di tutti (L’Industria dell’Olocausto. Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei, dell’ebreo Norman Finkelstein).
Non è che con Male maggiore se ne giustifichi uno minore, tuttavia io non credo che l’antisemitismo centri qualcosa con l’atto terroristico di Bondi Beach. Ci voleva poco a capire, e non era necessario trovare nell’auto dei due attentatori bandiere del Califfato, che l’attacco aveva la firma dell’Isis, a cominciare dalla scelta dell’obiettivo: la spiaggia di Bondi Beach, un luogo di divertimento. Così come era avvenuto all’epoca del Bataclan della Promenade des Anglais, dello stadio di calcio francese. Certo, trovare sulla spiaggia di Bondi Beach un così alto numero di persone, per giunta ebrei e rabbini, ha facilitato l’opera degli attentatori, ma per quanto questo possa apparire paradossale, non erano gli ebrei il loro obiettivo. L’obiettivo era il mondo occidentale nel suo complesso, l’Isis è una sorta di contro specchio dell’Occidente, come l’Occidente vuole imporre all’universo mondo il suo modello, così l’Isis vuole imporre all’intero pianeta i suoi valori. Certo uomini dell’Isis sono presenti in Hamas, ma il loro obiettivo non è la cancellazione di Israele, è un obiettivo molto più ampio: la cancellazione dell’Impero occidentale sul mondo intero. L’Australia quindi, accusata da Netanyahu di perseguire politiche antisemite solo perché ha riconosciuto per la Palestina il principio di “due popoli due Stati”, come tanti altri Paesi del mondo, ma non dall’Italia di Giorgia Meloni sempre pronta a stendersi ai piedi degli yankee, non c’entra niente. Quindi gli Isis sono più pericolosi di qualsiasi antisemitismo, intanto perché non gli importa nulla di morire (nella morte raggiungono il paradiso delle Urì) e poi perché sono sparsi in tutto il mondo. Dobbiamo aspettarci, appena si saranno riorganizzati un po’ meglio, che comincino a ripetere in Europa attentati tipo quello del Bataclan del 2015.

