Sarah Wagenknecht dinnanzi al bivio
di Riccardo Paccosi - 24/08/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
Il primo settembre, in Germania, si voterà in tre regioni. La vicenda chiama in causa una questione politica cruciale per tutti i paesi occidentali e che è riassumibile nella seguente domanda: è possibile che, anche nel campo delle formazioni politico-istituzionali, si replichi quanto già sta avvenendo a livello sociale e di corpo elettorale, ovvero che la polarizzazione destra-sinistra venga sostituita dalla contrapposizione tra sovranismo e globalismo?
I sondaggi relativi alla Turingia, danno i due partiti tedeschi di tendenza sovranista - AdF e BSW - rispettivamente al 30 e al 17%. Anche in caso i risultati finali fossero inferiori a queste rilevazioni, dunque, si conferma che la sommatoria fra le due formazioni potrebbe concretamente aspirare alla maggioranza assoluta.
Stando così le cose, c'è allora da chiedersi se sia possibile o meno una coalizione tra AdF e BSW, malgrado la candidata a governatrice in Turingia del secondo abbia già escluso tale eventualità.
Le posizioni del partito BSW di Sarah Wagenknecht potrebbero essere definite marxiste popolari o marxiste comunitariste ma, in ogni caso, esse sono totalmente contrapposte a quelle della sinistra odierna in quanto il partito di Sarah Wagenknecht si pone contro la guerra alla Russia, contro il deregolazionismo sui flussi migratori, contro quel Green Deal con cui i potentati economici vogliono distruggere la classe media occidentale, contro le politiche bio-securitarie messe in atto durante l'emergenza pandemica e quindi, in buona sostanza, BSW avversa TUTTI i punti che costituoscono l'attuale agenda della Commissione Europea.
Il partito Alternative fur Deustschland, invece, viene definito da tutti i media d'Europa come "di estrema destra" nonché come una "minaccia per la democrazia".
In realtà, si tratta di un partito liberal-conservatore, che ha espulso le figure al proprio interno più spostate verso l'estrema destra (come il proprio portavoce nel Brandeburgo, reo di aver partecipato a un convegno con gruppi neonazisti).
Dunque, se oggi AdF viene dipinta da media e istituzioni come formazione para-hitleriana, il motivo è uno e soltanto uno: l'aver dichiarato esplicitamente di puntare allo smantellamento della UE per sostituirla con una confederazione di Stati sovrani.
Questa situazione sta ora facendo sì che l'iniziale aggressione mediatica ai danni del partito "rossobruno" della Wagenknecht, venga pian piano sostituita da locali aperture di credito da parte della CDU nonché dalla narrazione secondo cui BSW starebbe facendo da "argine all'estrema destra".
A questo punto, dinanzi a Sarah Wagenknecht si pone quindi un bivio. Ella ha a disposizione la scelta fra due sole e specifiche opzioni:
a) puntare alla crisi istituzionale e sistemica creando una coalizione sovranista con AfD giacché una simile prospettiva, oggi, rappresenta l'unica possibilità di rinascita per un paese che ha visto negli ultimi due anni azzerarsi la propria sovranità e che rischia di essere spazzato via da una nuova guerra mondiale;
b) coalizzarsi coi partiti europeisti-globalisti, puntando a qualche parziale risultato riformista - che però si è rivelato essere, grazie a esperienze come quella di Tsipras, obiettivo del tutto impraticabile nel contesto eurofederale - e, quindi, assumere di fatto un ruolo da gatekeeper della protesta sociale.
In Francia, nel frattempo, un altro leader che viene considerato d'impostazione marxista-popolare, Melenchon, si ritrova con una coalizione di sinistra divisa su tutte le questioni strategiche e, quindi, in completo stallo.
Questo perché "unire la sinistra" o "fermare l'avanzata della destra", oggi, sono categorie che non significano più assolutamente nulla, mentre unire i sovranisti, al contrario, è l'unica opzione che può sperare di fermare l'unica minaccia reale, mortale e concreta che è di fronte ai popoli: quella rappresentata dalle forze liberiste-globaliste che guidano l'Unione Europea e che intendono far precipitare il continente in una guerra devastante.