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Morale e politica

di Andy Price - 28/09/2005

Fonte: comedonchisciotte.org

MORALE E POLITICA
UNA VERITA’ MORALE ELEMENTARE
DI ANDY PRICE

Durante un’intervista del 2002, è stato chiesto al filosofo e attivista americano Noam Chomsky quale poteva essere “una risposta adeguata” degli americani ai fatti dell’11 settembre. La sua risposta è stata: “Qualunque sia la risposta, dovrebbe comunque adeguarsi a una verità molto elementare cui sto pensando, e cioè che se una certa azione è giusta per noi, allora deve essere considerata giusta anche per gli altri. E se questa azione è considerata è sbagliata per gli altri, allora deve essere considerata sbagliata anche per noi”. Anche se, in quel caso, si parlava di attività governativa a livello statale, la stessa verità può essere applicata a livello individuale. Effettivamente il rispetto di questa verità elementare, sia a livello statale che a livello individuale, è la nostra unica speranza di uscire dalla catastrofe che ci è caduta addosso, sia in Irak che a casa nostra.

 

A livello statale, il principio cardine del secondo dopoguerra è il principio dell’ “universalità” che si trova a base della nostra adesione, condivisa dagli altri, ai principi del rispetto dei Diritti Umani, delle Nazioni Unite, del diritto di autodeterminazione dei popoli, e al corollario che, una volta ottenuta la sovranità nazionale, questi stessi popoli hanno il diritto di difenderla. Ma questo non è possibile se prima non ci conformiamo alla nostra verità morale elementare. Come si sa, non è stato sempre così, perché tutte le cosiddette “norme accettate” di cui sopra sono state ripetutamente violate sin dal 1945 e proprio da coloro che sono stati gli architetti del mondo del dopoguerra. Gli esempi sono troppo numerosi per poterli elencare, anche se uno sguardo generale risulta illuminante.

Quello che è giusto per noi deve essere giusto anche per gli altri. Se i nostri governi si riservano il diritto di assalire una nazione sovrana che dà l’impressione di avere commesso o che commetterà dei crimini, allora anche il nemico ha diritto di fare la stessa cosa. In questo caso, l’Iran avrebbe ben diritto di attaccare preventivamente gli USA, visto che è in atto contro di lui una manifesta opera di aggressione, copia conforme di quanto già accaduto con l’Irak prima dell’invasione. Seguendo il nostro principio morale elementare l’Iran potrebbe trovare la condotta politica adatta al suo caso. Inversamente, se noi dichiariamo che per noi è giusto sentirci al sicuro, difenderci da minacce esterne, cercando di garantire la prosperità dei nostri cittadini, allora è giusto anche per il governo dell’Iran. La decisione di considerare un certo regime sanzionabile con misure diverse non dovrebbe dipendere dal giudizio personale dei nostri governanti, o dai desideri dei nostri affaristi, differenze ideologiche a parte, adesione alla nostra nozione di democrazia liberale a parte, ma dalla nostra preoccupazione di mantenere una certa integrità morale basata sul rispetto della nostra verità morale elementare.

Quello che è sbagliato per gli altri deve essere sbagliato anche per noi. Allo stesso modo, se è sbagliato che l’Iran sviluppi le proprie capacità nucleari, allora è sbagliato anche per noi sviluppare le nostre capacità nucleari. Come può essere che noi possiamo violare in continuazione il Trattato di Non Proliferazione e poi pretendere che quello che fa l’Iran sia una minaccia o comunque una cosa sbagliata? Più in generale, se è sbagliato che la Russia o la Cina riforniscano l’Iran di armi, come è avvenuto di recente (si pensi al presidente Putin che è stato leggermente “sgridato”dal presidente americano ai primi di quest’anno) allora è sbagliato anche per noi vendere armi a nazioni che, come risulta, stanno ben dietro all’Iran in fatto di diritti umani (si pensi all’Indonesia).

Quello che è sbagliato per gli altri deve essere sbagliato anche per noi. Uno degli impegni più importante di tutti, a livello statale, è quello di risparmiare, in caso di guerra, la popolazione civile, quali che siano le circostanze. Le atrocità di Bagdad, Londra, Bali e New York sono tutte spaventosamente sbagliate. Ma lo stesso vale anche per le atrocità che si commettono in Irak e nel Medio Oriente da parte dei nostri governi. Bisogna abbandonare l’ipocrisia della giustificazione degli “effetti collaterali”, la nostra integrità, basata sulla verità morale elementare, ci obbliga a condannare la morte di tutti i civili. E’ irrilevante stabilire se questi sono stati presi di mira intenzionalmente o no. La linea di separazione fra l’intenzionalità o meno è molto difficile da delimitare, chi può negare che la malaugurata “Operazione Terrore e Paura” non fosse indirizzata proprio contro l’intera popolazione irachena, mediante una dimostrazione di forza bruta che aveva lo scopo di dissuadere tutti quanti, una volta per tutte (e per parecchie migliaia, con la morte), dal resistere all’invasione iniziale?

Questi sono solo alcuni esempi, a livello statale, in cui la mancata applicazione della nostra verità elementare ha provocato delle catastrofi umane. Il rispetto della verità elementare avrebbe salvato migliaia di vite umane. Certamente seguendo questo principio le elites al potere si sentiranno meno sicure, prive dei loro strumenti di intervento, una diminuzione non da poco. Però se vogliamo mantenere la nostra integrità morale rispettando la vita, ovunque si trovi, allora l’allentamento della presa occidentale sulla scena mondiale è una pre condizione di questo obiettivo.

Andy Price
Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link:http://www.informationclearinghouse.info/article10312.htm
17.09.05


Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI