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PERcorsi di cambiamento - Come "scalare marcia" per vivere meglio

di Daniel Tarozzi - 29/04/2010


È possibile vivere in modo diverso, abbandonare il lavoro tradizionale, uscire dai ritmi angoscianti che la quotidianità sembra imporci, insomma si può lentamente “scalare di marcia” e provare a vivere un ritmo più umano? Si può! A dimostrarlo l'esperienza di quattro testimonial di eccezione che hanno tenuto un workshop sul tema del cambiamento in Umbria a fine marzo. Abbiamo intervistato Paolo Ermani, organizzatore del corso, per saperne di più.


stile vita cambiamento
Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne?
Tra il 26 e il 28 marzo ho partecipato al primo workshop sul cambiamento organizzato dall'Associazione Paea (Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambiente) al PeR (Parco dell'Energia Rinnovabile).

Ero stato attratto dalla presentazione del corso che recitava così: “Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne? Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting - scalare marcia - è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). Si tratta di un cambio di vita netto, verso se stessi, il mondo, le abitudini, gli obblighi, il consumo”.

Il cambiamento di vita, quindi, al centro di un corso di formazione e quattro docenti d'eccezione che di cambiamenti drastici e radicali se ne intendevano eccome, avendo - chi prima e chi dopo - praticato scelte di vita completamente diverse da quelle della maggior parte delle persone. Forse un altro mondo non sarà possibile (per ora), ma di certo un'altra vita è possibile, sembrano dirci le loro esperienze.

Ma chi erano questi quattro “cambianti”? Paolo Ermani, Valerio Pignatta, Simone Perotti e Alessando Ronca. Oggi vi voglio presentare Paolo, che ha organizzato il corso. Nei prossimi giorni incontreremo anche gli altri tre “docenti” e ci addentreremo nei diversi aspetti del cambiamento. Paolo Ermani, fondatore e presidente dell'Associazione Paea, fondatore e vice-presidente del Movimento per la Decrescita Felice e “cambiante” fin dall'adolescenza, si occupa da oltre venti anni di energie rinnovabili, risparmio energetico e idrico, bioedilizia e stili di vita. Lo abbiamo intervistato per capire meglio che cosa sia per lui il cambiamento e come sia nata l'idea di questo “PERcorso”.

Il workshop che hai organizzato si intitola Cambia adesso, la vita non aspetta. Che cos'è, per Paolo Ermani il cambiamento?

Cambiare sopratutto se stessi e se possibile anche la realtà circostante, sia da un punto di vista personale, cioè di miglioramento interiore, che materiale, cioè cercando di aver il minore impatto possibile sulla terra.

Tu lo hai vissuto in prima persona?

Fin dopo la fine di una pressoché inutile scuola, ho cercato di fare un lavoro che mi sostenesse economicamente seguendo quelli che erano i miei ideali e aspirazioni, non preoccupandomi del posto fisso e della carriera, aspetti che servono nella quasi totalità dei casi solo al lento e inevitabile spegnimento delle migliori, profonde e più creative attività celebrali.

Sono venti anni che la cosa mi riesce, quindi posso ritenere che sia possibile per chiunque.

Come mai hai deciso di organizzare un workshop sul cambiamento?

Per mettere in contatto persone che sono cambiate in maniera personale e anche materiale, aspetti indissolubili.

Come si può non pensare al cambiamento quando il mondo sta andando in malora e la gente è sempre più insoddisfatta e alienata, nonostante ci dicono che si viva nel migliore dei mondi possibili? In questa situazione è inevitabile cambiare, possibilmente in meglio.

paea logo ambiente stile vita
Tra il 26 e il 28 marzo si è svolto il primo workshop sul cambiamento organizzato dall'Associazione Paea
Credi che le persone siano pronte ad intraprendere un reale cambiamento? Se sì, cosa le spinge a farlo?

Pronte o meno, come dicevo è inevitabile. I più svegli si muoveranno prima, gli altri ne pagheranno anche conseguenze pesanti, visto che fra cambiamenti climatici devastanti, petrolio e risorse varie in esaurimento associate a crescite economiche folli di paesi che hanno solo due miliardi e mezzo di persone come Cina e India, a breve i libri più venduti saranno i manuali per la sopravvivenza.

Ci sono così tanti motivi per cambiare che c'è l'imbarazzo della scelta; sei mai stato su di una tangenziale in un'ora di punta?...

Quali i maggiori ostacoli?

Nel nostro mondo occidentale opulento e stracolmo di sprechi di ogni tipo che fanno orrore, gli ostacoli sono solo ed esclusivamente mentali. Chi dice che gli ostacoli sono materiali, mente a se stesso e agli altri. Con convinzione, chiarezza, volontà, impegno serio e magari mettendosi assieme agli altri, qualsiasi problema è affrontabile, ammesso che mentalmente lo si voglia affrontare per davvero.

Secondo te, il cambiamento è un obiettivo da realizzare in breve termine o qualcosa che muta costantemente spingendoci ad andare sempre oltre?

Il cambiamento mentale e materiale in direzione di una maggiore consapevolezza e salvaguardia della natura è qualcosa che al contrario della crescita economica illimitata, può crescere all'infinito. Non si finisce mai infatti di crescere e migliorare come persone, anche a livello spirituale, anzi più si cresce e meglio si sta, così come per l'ambiente, più si trovano mezzi e modi per salvaguardare il mondo che ci accoglie e più tutti saremo felici.

Termina qui questa prima intervista. La prossima settimana esploreremo ulteriormente il tema ed entreremo più nello specifico del cambiamento con Valerio Pignatta, cambiante di natura ed autentico esempio per chiunque voglia intraprendere nuovi percorsi.