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Varato il nuovo Conto Energia: apprezzabile con riserva

di Lucia Venturi - 12/07/2010


 

Il nuovo conto energia è ormai una realtà. Il nuovo schema che entrerà in vigore il primo gennaio 2011 sino a tutto il 2013 e regolerà gli incentivi al fotovoltaico per gli impianti entrati in attività in quel  triennio, è stato approvato lo scorso 9 luglio dalla Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via libera anche alle Linee guida nazionali che riguardano l'autorizzazione unica per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Accolto favorevolmente dalle associazioni del settore, assieme all'emanazione delle linee guida,  il nuovo schema di conto energia conferma una tariffa incentivante fissa e garantita per 20 anni sull'energia prodotta a partire dall'entrata in esercizio dell'impianto; anche se prevede una riduzione delle tariffe meno penalizzante per i piccoli impianti e più marcata per quelli di grossa taglia, rispetto a quelle attualmente operative e diversa in base all'anno di entrata in esercizio. Diminuiranno, infatti,  del 18% per gli impianti entrati in esercizio nel 2011 (con una gradualità del 6% ogni quadrimestre) e per quelli che entreranno in esercizio nel 2012 e nel 2013 saranno poi ridotte ulteriormente del 6% ogni anno.

«Accogliamo con favore questi due importanti provvedimenti - ha spiegato in una nota  Marco Pigni, direttore di APER - che non solo introducono finalmente elementi di stabilità e certezza nel settore, ma lo indirizzano anche con maggiore credibilità verso gli obiettivi vincolanti del Piano d'Azione Nazionale al 2020, in fase di presentazione a Bruxelles proprio in questi giorni».

Ed ha aggiunto che «sebbene permanga l'incognita dell'art. 45 della manovra economica in fase di approvazione» l'auspicio è che «sulla scia di questi due provvedimenti, il Governo e il Parlamento confermino la volontà di sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili».

Nello schema approvato gli impianti vengono suddivisi in diverse classi di potenza cui corrispondono incentivi decrescenti: da 1 a 3 KW; da 3 a 20 KW; da 20 a 200 KW; tra 200 e 1000 KW; dai 1000 KW a 5 mila KW; oltre 5 mila KW.

Il limite complessivo di potenza incentivabile aumenta dagli attuali 1.200 MW ( già raggiunti ) fino a 3.000 MW, oltre a 200 MW per il fotovoltaico a concentrazione e 300 MW per gli impianti integrati con caratteristiche innovative. L'obiettivo al 2020 viene fissato a 8.000 MW contro i 15.000 MW richiesti  dagli operatori del settore e che appare poco ambizioso considerando che già a fine anno si prevede che vi saranno circa 2.500 MW installati .

Riguardo alla tipologia, rispetto alla precedente suddivisone in base all'integrazione nell'edificio, si è passati a "impianti realizzati su edifici" e "altri impianti" prevedendo tariffe più alte per i primi.

Viene poi introdotto un premio del 5% sulle tariffe incentivanti per gli impianti che sorgono su discariche, cave, ex aree industriali, siti da bonificare e per quelli installati in sostituzione di coperture contenenti amianto: un provvedimento questo che potrà disincentivare la realizzazione del fotovoltaico su aree agricole, che sta suscitando non poche critiche per l'occupazione si suolo vergine. Ma che non è stato accolto con molto entusiasmo dagli operatori del settore, che invece sono soddisfatti di avere uno schema che potrà permettere una pianificazione degli investimenti con tempi certi e un sistema incentivante chiaro.

«Al momento la cosa più importate è che il Conto energia e le Linee guida siano stati approvati- ha dichiarato il presidente di Asso energie future, Massimo Daniele Sapienza-  anche se troviamo ingiustificato il taglio alle tariffe incentivanti per gli impianti superiori ai 5 MW con la scusa che tolgono terreno all'agricoltura se poi anche gli incentivi alle serre, che l'agricoltura invece la sostengono, vengono tagliati ugualmente».