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Battaglione di San Patrizio: un manipolo di coraggiosi schierati dalla parte sbagliata

di Federico Cenci - 13/04/2012

Fonte: ilbersaglio


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Nel periodo che va dal 1846 al 1848 si udirono oltreoceano i primi vagiti di una potenza imperialista destinata, negli anni a venire, ad estendere le sue mire su uno scacchiere geopolitico molto più ampio rispetto ai confini del Centro-America. Il casus belli di quella che è conosciuta come la guerra messicano-statunitense fu l’annessione unilaterale da parte degli Stati Uniti della Repubblica del Texas, una provincia secessionista del Messico. Lopez de Santa Anna, presidente messicano, considerò questa un’ingerenza intollerabile, tanto che inoltrò una serie di proteste ufficiali. Ad esse seguì la dichiarazione di guerra statunitense, pretesto per impossessarsi successivamente anche della California - proficuo sbocco sull’Oceano Pacifico - e del territorio oggi denominato Nuovo Messico.

L’impari potenziale bellico tra i due Paesi consentì anche ai meno avveduti analisti di prevedere una schiacciante vittoria statunitense. Questo palese squilibrio di forze non impedì, tuttavia, ad un manipolo di coraggiosi irlandesi di effettuare una scelta folle, ossia abbandonare le file dell’esercito degli Stati Uniti per schierarsi dalla “parte sbagliata”, con le truppe messicane. La storiografia fagocita spesso nel dimenticatoio gli eventi meno determinanti, soprattutto laddove il loro ricordo può scalfire miti come quello a stelle e strisce. E’ così che l’epopea del Saint Patrick’s Battalion (Battaglione di San Patrizio) è stata abbandonata a lungo in qualche scaffale impolverato, almeno sin quando i Chieftains (gruppo di musica tradizionale irlandese) non hanno deciso di recuperarla e divulgarla oltre i confini irlandesi con un disco uscito un paio d’anni fa con il titolo San Patricios.

La scelta ardita dei Saint Patrick’s affonda le radici nei maltrattamenti e nelle discriminazioni che gli emigranti irlandesi erano costretti a subire, una volta arruolati, dai loro commilitoni dell’esercito statunitense. “Teste di patate” e bigotti erano gli appellativi che venivano appioppati ai soldati d’origine irlandese, ritenuti infimi giacché stranieri e di confessione cattolica. Il clima astioso nei loro confronti spinse circa 175 irlandesi (a cui si aggiunse qualche ex schiavo africano, oltre ad alcuni francesi, italiani e polacchi) ad abbandonare i vessilli statunitensi per andare a combattere dall’altra parte della barricata, sotto il tricolore messicano. Oltre i motivi religiosi e le discriminazioni c’era però dell’altro. Le profumate paghe che il Messico dispensava ai propri soldati e il diritto di cittadinanza che prometteva a chiunque decidesse di combattere nel suo esercito furono allettanti incentivi. Senz’altro i soldati irlandesi, al di là di quale fosse la ragione preponderante d’ognuno di loro di arruolarsi tra i messicani, si distinsero per eroismo e caparbietà sui campi di battaglia. Nel settembre 1846, agli ordini del capitano John Riley (che aveva disertato l’esercito statunitense nell’aprile dello stesso anno), i Saint Patrick’s scesero in campo per la prima volta, nella battaglia di Monterrey. Nonostante la sonante batosta subita dai messicani, gli irlandesi in quell’occasione ebbero modo di sacrificarsi con coraggio e di convincere molti altri a seguire il loro esempio unendosi tra le file dei messicani dopo aver disertato l’esercito statunitense. Di lì in poi vi furono una serie di altre sanguinose battaglie: Vera Cruz, Cerro Gordo, la fortezza di Chapultepec e Churrubusco, luogo che segna la disfatta del Messico e la sua conseguente deposizione delle armi. In ogni occasione gli irlandesi scrissero una parte di quella leggenda che li vuole primi a lanciare l’assalto e ultimi ad arrendersi. Coloro che furono catturati dagli statunitensi vennero imprigionati, torturati e marchiati sulla guancia destra con la “D” di disertore, quando non impiccati con i corpi lasciati in pasto agli avvoltoi.

Gli Stati Uniti liquidano la memoria di quei temerari bollandoli come traditori, il Messico ne ricorda invece il sacrificio come “difensori della patria” con una festa sancita ufficialmente dal Congresso messicano nel 2002. Essa cade ogni 12 marzo (anniversario di una loro esecuzione di massa), proprio cinque giorni prima della più nota e amata dagli irlandesi festa di San Patrizio.