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Frenetiche manovre prima della Conferenza di Ginevra

di Marco Palombo - 12/01/2014

Fonte: sibialiria



Come già riportato, il 22 gennaio a Montreux e il 24 gennaio a Ginevra sono previsti due importantissimi appuntamenti per tentare una soluzione negoziata alla sanguinosa guerra in Siria. A Montreux si incontreranno trenta paesi insieme a ONU, Lega Araba e Unione Europea. A Ginevra con Brahimi, mediatore incaricato dalle Nazioni Unite e Lega Araba, saranno sedute per la prima volta allo stesso tavolo due delegazioni delle parti siriane contrapposte.

In questi pochi giorni che ci separano dall’inizio del negoziato ufficiale sono in corso frenetiche manovre di tutti i soggetti coinvolti per arrivare in una posizione migliore agli appuntamenti svizzeri ma molti manovrano anche per vanificare eventuali passi verso la cessazione della guerra.

Mentre è ormai sicuro lo svolgimento della Conferenza del 22 gennaio, appare ancora molto incerto il negoziato diretto tra le delegazioni siriane, tanto che per ora è stato fissato solo il primo appuntamento del 24 gennaio e non si scorgono neanche accenni agli eventuali passi successivi che saranno indispensabili in caso di vero negoziato di pace.

Gli appuntamenti in vista di Ginevra2

L’11 gennaio la Coalizione siriana ha indetto la giornata mondiale di solidarietà con la Siria con iniziative in molte città di tutto il mondo.
Il 12 gennaio a Parigi il gruppo dei paesi “Amici della Siria” si riunirà con la Coalizione nazionale siriana.
Il 13 gennaio si terrà un incontro tra Lavrov e Kerry, responsabili della politica estera di Russia e USA, per definire gli ultimi particolari della Conferenza.
Il 13 e 14 gennaio una delegazione della Coalizione siriana, con la presenza del presidente Jarba, incontrerà a Mosca esponenti del governo russo, primo incontro ufficiale tra le due parti entrambe determinanti nel negoziato.
Il 17 gennaio la Coalizione siriana si incontrerà per decidere la posizione definitiva sulla Conferenza e l’eventuale percorso successivo.
È da tenere a mente che il Consiglio nazionale, che comprende i Fratelli Musulmani e ha circa un terzo dei delegati del direttivo della Coalizione siriana, ha dichiarato ufficialmente di non partecipare all’iniziativa svizzera.

Alcuni aspetti della vicenda siriana nelle ultime settimane e il loro rapporto con l'appuntamento svizzero

La guerra tra l'Isis, al Qaeda irachena presente anche in Siria, e le altre milizie anti Assad, tra queste anche l'altro gruppo qaedista Jabat al Nusra.

Negli ultimissimi tempi è scoppiata una guerra tra milizie finora alleate contro il governo siriano. Da una parte l'Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, l’al Qaeda irachena che combatte da tempo anche in Siria, contro questa formazione tutti gli altri gruppi che combattono contro l’esercito governativo, compresi altri gruppi jihadisti. E’una vicenda complessa e merita una attenzione approfondita, si farà – quindi – solo un accenno ad alcuni aspetti legati alla Conferenza di pace.

Anche i “ribelli moderati” vogliono la Sharia per lo stato siriano ?

“I cristiani di Siria sperano che la Conferenza di Ginevra2 apra per la Siria prospettive di democrazia, libertà ed uguaglianza. Ma proprio per questo sono contrari ad ogni deriva islamista che pretenda di imporre anche in Siria la Sharia….”
Lo spiega…all'Agenzia Fides l'Arcivescovo siro cattolico Jacques Behnan Hindo, titolare della eparchia di Hassaké-Nisibi. “..ma adesso anche i gruppi di opposizione legati al Free Syrian Army, che pure vengono presentati come moderati rispetto alle formazioni jihadiste, si sono riuniti sotto la bandiera islamista, e dicono che nella nuova Siria dovrà essere applicata la Sharia, perché così vuole la maggioranza.”

Nuove forniture degli Stati Uniti ai gruppi armati dell’opposizione siriana ?

La battaglia tra le milizie che per molti mesi hanno combattuto insieme contro Assad potrebbe indurre gli Stati Uniti a fornire nuovamente ai “ribelli” gli aiuti interrotti nelle scorse settimane quando le attrezzature inviate, definite non letali, erano cadute nelle mani dell’Isis.
Questa eventualità sarà probabilmente discussa nei prossimi giorni tra USA e opposizione siriana e potrebbe essere un tema nel dibattito sulla partecipazione della Coalizione agli incontri in Svizzera.

L’incontro dei paesi “Amici della Siria” a Parigi con la Coalizione siriana

Probabilmente quando leggerete queste righe il vertice degli “Amici della Siria” sarà già concluso, ma è importante soffermarsi ugualmente sull’appuntamento parigino perché le vere decisioni prese in queste occasioni non sono mai evidenti nei giorni immediatamente successivi ma divengono chiare solo dopo qualche tempo.
Gli undici paesi “Amici della Siria” comprendono i principali alleati e sostenitori della Coalizione siriana (che non rappresenta tutta l’opposizione) e dei gruppi armati anti governativi.
Troviamo in questo gruppo, che si potrebbe definire alleanza a sostegno dell’opposizione, anche armata, Arabia saudita, Qatar, Turchia, Emirati arabi uniti, USA, Gran Bretagna, Francia, Giordania, Egitto, Germania ed Italia.
Si potrebbe definire “curiosa” la presenza dell’Egitto il cui governo attuale è impegnatissimo in uno scontro con i Fratelli Musulmani egiziani, evidentemente l’aiuto economico dell’Arabia saudita non è stato disinteressato.

Dall’inizio del 2012 questi paesi si sono sempre riuniti nei momenti cruciali e spesso il loro operato non è stato coincidente con quello dell’ONU, e non solo per i veti russo-cinesi nel Consiglio di Sicurezza ma anche perché i loro obiettivi sono diversi da quelli perseguiti dalle Nazioni Unite.

In sostegno a questo giudizio si riportano alcune frasi della sottosegretaria Marta Dassù durante il tentativo di mediazione di Kofi Annan dall'aprile al luglio 2012. In queste tre dichiarazioni troviamo i veri obiettivi di Arabia saudita e Qatar, il tentativo di condizionare l’operato del mediatore ONU e, nel luglio 2012, l’impegno a seguire un percorso diverso da quello che Annan, con molta fatica, era intento a costruire.

Dopo un incontro degli “Amici della Siria” a Istanbul nell’aprile 2012:
“Per il momento il compromesso trovato a Istanbul è di spingere Annan, quando parlerà al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a tratteggiare una specie di scenario temporale, a dire che questo suo piano in sei punti non è senza scadenze … ma deve avere un limite.”

Un accenno relativo ai paesi del Golfo in una lettera al direttore della Stampa, aprile 2012:
“Per i paesi del Golfo, Arabia saudita e Qatar, la soluzione deve essere più radicale: la Siria dovrà cambiare decurtando così l’Iran di uno strumento importante per la propria influenza regionale (tagliamo un braccio all'Iran ha scritto senza tanti complimenti un giornale del Golfo).”

In occasione del vertice “Amici della Siria” del 6 luglio 2012, appena una settimana dopo la prima Conferenza di Ginevra e poco prima di un incontro tra Annan ed Assad:
“Il tentativo è di andare di nuovo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per una nuova risoluzione sull’art.41 del capitolo VII, che non prevede l’uso della forza ma potrebbe imporre nuovi strumenti per una transizione, un accordo politico che é stato discusso e non si riesce ad imporre.”

Il timore di episodi clamorosi che potrebbero cambiare lo scenario prima della Conferenza.

Fino a quando la Conferenza non sarà iniziata non è da escludere la possibilità di episodi clamorosi che possano condizionare in modo imprevisto il suo svolgimento. Dall’inizio della guerra siriana in occasione dei tentativi di negoziato si sono spesso verificati eventi, quasi sempre molto violenti, finalizzati a influenzare gli incontri e neutralizzare i possibili effetti.
Due esempi:

1) Prima della Conferenza di Ginevra del 30 giugno 2012, il 25 maggio “….nell’area di Houla avvenne un massacro….fra gli oltre cento uccisi, molti erano indubbiamente civili non armati: donne, bambini, anziani;….uccisi a sangue freddo e in maniera ravvicinata e diretta” Questa strage fu accompagnata da una grande campagna mediatica che attribuiva la violenza, prima a bombardamenti governativi indiscriminati, in seguito, visto che era evidente che le persone erano state uccise da distanza ravvicinata e non c'era traccia di bombardamenti, le accuse vennero rivolte a milizie filogovernative dette Shabilia.

Queste versioni vennero accreditate anche da un rapporto ONU pubblicato il 27 giugno, tre giorni prima della Conferenza di Ginevra 2012 (!!!!)

In seguito ebbero una buona diffusione, e un buon credito, versioni diverse che smentivano la ricostruzione iniziale, ma l’effetto dell’episodio contro la Conferenza di Ginevra del 30 giugno 2012 ormai era stato ottenuto. Per l’esatta ricostruzione della strage di Houla si veda qui.

2) La cosiddetta “strage del pane a Natale” nel dicembre 2012 avvenne in occasione di una visita dell’incaricato ONU Brahimi a Damasco per proporre un suo piano di negoziato, Anche in questa occasione la violenza fu attribuita a bombardamenti governativi, nell’immediato con una grande convinzione che con il tempo è molto calata. Intanto però nessuno si è interessato del piano di Brahimi e anche in questo caso l’opposizione ha avuto buon gioco a evitare il negoziato senza che l’opinione pubblica mondiale se ne accorgesse. Per una esatta ricostruzione dell’episodio si veda qui.

Le mobilitazioni di piazza indette dalla Coalizione siriana e da ambienti anche “progressisti”

Ma, nonostante che ormai la presenza dei gruppi integralisti e delle loro feroci violenze sia oggetto di attenzione da parte di tutti i media, anche i più schierati contro il governo di Assad, la Colazione siriana e altri ambienti anche “progressisti” hanno organizzato due giornate di mobilitazione sulla loro solita versione della “guerra del dittatore contro il suo popolo”, inserendo alcune richieste che potrebbero diventare pretesto per sabotare i negoziati. Un giudizio sul taglio delle manifestazioni e sui partecipanti a queste può essere fatto soffermandosi qui o qui.

Marco Palombo