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Truman war

di Marco Della Luna - 27/06/2025

Truman war

Fonte: Italicum

I capitalisti delle armi, delle banche e dei farmaci, che chiaramente guidano il
mondo libero e democratico anche perché posseggono i mass media e decidono quale
film della realtà proiettare alle masse affinché votino saggiamente, stanno mettendo a
punto una tecnica di governance basata su sceneggiate belliche o guerre controllate.
Guerre finte. È molto simile alle guerre senza fine del famoso 1984 di Orwell,
concertate da una sovragestione globale che le fa combattere ai tre maxi stati in cui ha
suddiviso il mondo, facendo credere agli abitanti di ciascuno di essi che siano guerre
genuine e che lo stato cui appartengono stia realmente combattendo altri stati cattivi, e
che abbia ragione, cioè diritto a bombardare. Stiamo infatti vedendo, ripetutamente, che
vengono inscenate situazioni belliche e prebelliche controllate e che si rivelano tali a
una semplice verifica dei fatti. 
Lo ha reso evidentissimo il recente intervento statunitense nello scontro tra Israele
e Iran: i due paesi si colpivano reciprocamente con preavvisi in modo da limitare le
perdite umane e non arrecarsi mutuamente gravi danni materiali e senza che le
installazioni iraniane per la produzione dell'arma nucleare fossero disabilitate (né quelle
israeliane). Israele e Stati Uniti hanno dichiarato che l'Iran era a poche settimane dalla
realizzazione dell'arma nucleare ma la AIEA li ha smentiti attestando che l'Iran non
stava dotandosi di tale arma. Alla AIEA si sono unite fonti delle intelligences di USA e
Francia, nonché parte della stampa, e Trump li ha smentiti e redarguiti, e già si parla di
licenziamenti punitivi di questi giornalisti poco patriottici. Lo stesso medesimo Trump
aveva preavvisato degli attacchi il governo iraniano, in modo che questo ha potuto
mettere in salvo il materiale nucleare su una vistosa flotta di autocarri, la quale ha
operato indisturbata da israeliani e americani.
Trump  ha inscenato una spettacolare, supertecnologica operazione di
bombardamento dei cui esiti non c'è certezza; dal Pentagono è trapelato che i risultati
sono stati modesti, però ha vantato di aver distrutto la capacità di costruire la bomba
atomica. Questa operazione più psicologica che militare è stata ben descritta da Luttwak
su Il Giornale del 25 giugno 2025. Luttwak ha sottolineato che Israele avrebbe potuto
facilmente distruggere il terminale petrolifero iraniano di Khark, azzoppando
finanziariamente il “nemico”, così come l’Iran avrebbe potuto bloccare lo Stretto di
Hormuz, ma non lo ha fatto.
L'Iran ha preannunciato rappresaglie tremende contro gli USA, ma si è limitato a
sparare ridicoli colpi di mortaio una loro base in Siria e a lanciare una dozzina di
missili, preannunciati per telefono, contro un'altra base in Qatar, il tutto senza causare
morti o danni. I mercati non hanno mai creduto che la guerra fosse reale e pericolosa,
infatti le borse hanno reagito blandamente e blandi sono stati pure gli incrementi del
prezzo del petrolio.
Poi ciascuno dei tre governi ha cantato vittoria. Ciascuno ha vinto. Ciascuno ha
potuto farsi bello con la sua popolazione in senso propagandistico. Ciascuno ha anche
beneficiato di una maggiore solidarietà patriottica intorno a sé stesso come conseguenza
dei fatti bellici inscenati. Tutti mentono. Poi Trump sostanzialmente ha tagliato il
sostegno militare a Israele, e con ciò ha costretto a cessare gli attacchi all’Iran, facendo
così una bellissima figura mondiale, da premio Nobel, se la pseudopace reggerà. Se non
reggerà, Nobel lo stesso, per aver eliminato la minaccia nucleare iraniana.

Nella realtà, e per sua volontà, gli impianti nucleari iraniani sono stati preservati
assieme al loro prezioso uranio già parzialmente arricchito, buoni per inscenare nuove
minacce, così che il tutto potrà essere ripetuto quando ogniqualvolta divenga necessario.
Ottimo modello di governance.
C'è anche da dire che la storia stessa del dell'arma nucleare iraniana ha qualcosa di
poco credibile: se realmente il regime degli Ayatollaha avesse voluto dotarsi di tale
arma e con essa distruggere Israele, non l'avrebbe dichiarato 45 anni fa, rinnovando ad
ogni occasione la promessa di farlo, senza mai farlo in -ripeto- 45 anni. Al contrario,
non avrebbe dichiarato tale intenzione e si sarebbe dotato della suddetta arma in silenzio
e rapidamente, per poi adoperarla al fine suddetto. In realtà, quel regime ha usato la
promessa di distruggere Israele con la bomba atomica come uno strumento di psicologia
politica per creare e mantenere mobilitazione e consenso nella popolazione nazionale e
nel mondo islamico. Cioè gli ayatollaha, con quelle promesse-minacce, hanno aiutato
assai i sionisti a giustificare le loro policies aggressive.
In Europa si sta svolgendo una strategia di moltiplicazione delle spese per gli
armamenti incalzata da un clima di allarme artificioso circa la minaccia di invasione
russa, alimentato dai mass media mainstream, dai capi di stato e di governo (tranne un
paio) e dagli esponenti dell’arco neoliberista. Chi non lo alimenta, è eo ipso di
ultradestra o ultrasinistra.
Quella minaccia, nel mondo reale, non sussiste: la Russia non ha interesse a
invadere l'Europa perché ha solo 145 milioni di abitanti su ben 17 milioni e mezzo di
chilometri quadrati, con tutte le risorse naturali che vuole; del resto con una popolazione
così piccola non potrebbe occupare un'area abitata da quasi mezzo miliardo di abitanti.
D’altronde, poiché una guerra tra la Russia e il resto di Europa sarebbe combattuta
inevitabilmente con armi nucleari, il riarmo europeo avrebbe senso soltanto se
comprendesse la costruzione di un deterrente nucleare, mentre questo non è
contemplato. Sostanzialmente, lo scopo del riarmo europeo così perseguito è far
guadagnare l'industria degli armamenti che paga laute commissioni alla vendutissima
politica, e dotare il potere politico di strumenti per un maggior dominio della
popolazione in vista dell'imposizione di restrizioni alle libertà, ai consumi,
all'occupazione. Nonché di permettere alla Germania di dare aiuti di stato alla sua
industria, sabotata con l’automobile elettrica, e di ridurre il deficit commerciale USA.
In Ucraina, un regime autocratico che si arricchisce con la guerra anche
rivendendo a stranieri gli aiuti militari che riceve da noi, mantiene il proprio potere
coltivando una guerra che sta lentamente perdendo, ma che gli consente di sospendere le
elezioni, di chiudere tutti i mass media non allineati, di arrestare gli oppositori e di
esercitare un controllo totale sulla popolazione – meno quella cospicua parte di essa che
è scappata all'estero.
Negli USA, il metodo in esame aveva già funzionato bene con la interminabile
campagna di “guerra al terrore” dopo il più che dubbio fattaccio dell’11 Settembre, con
le connesse menzogne della complicità dell’Iraq, delle sue armi di distruzione di massa,
dei suoi legami con Al Quaida. Menzogne che funzionarono fino a “mission
accomplished”. Nel tempo, però, la guerra al terrore si era fatta percepire come una
montatura. Ma non è un problema: le montature basta che reggano qualche anno, poi se
ne fanno di altre, perché tanto il popolo non ricorda e non impara.
Prepariamoci pertanto ad essere stabilmente governati con i metodi sopra descritti.