Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Mattarella, presidente autodimezzato

Mattarella, presidente autodimezzato

di Antonio Serena - 03/02/2015

Fonte: Liberaopinione



 

Peggior inizio non poteva esserci per il nuovo Presidente della Repubblica, che quella visita, ancor prima di essere investito della nuova carica, alle Fosse Ardeatine, simbolo di uno dei più laceranti periodi della nostra storia patria. Ancor oggi, infatti, gli episodi legati all’eccidio delle Fosse Ardeatine, checché se ne dica, rappresentano un grosso equivoco.

Come noto, il 23 marzo 1944 alcuni partigiani comunisti guidati da Rosario Bentivegna collocarono in via Rasella a Roma un ordigno che scoppiò al passaggio di un battaglione di anziani soldati altoatesini provocando la morte di 42 di essi   e di ignari passanti. Il giorno seguente, per rappresaglia di guerra,  militari della Polizia di Sicurezza e della SD in servizio a Roma fucilarono alle Fosse Ardeatine 335 civili italiani prelevati dalle carceri. Un gesto vile e sconsiderato, quello di via Rasella, che portò invece al conferimento della medaglia d’argento al Valor Militare al partigiano Bentivegna. Un riconoscimento inspiegabile, specie se accostato a quello assegnato al vicebrigadiere dei carabinieri Salvo d’Acquisto, immolatosi il 23 settembre 1943, all’età di 23 anni, a Torre di Palidoro (Roma), per salvare la vita a 22 ostaggi fermati dai tedeschi per rappresaglia e destinati a fucilazione. La viltà ed il coraggio non possono infatti essere considerati figli di una stessa madre.

Che cosa rappresenti quest’atto compiuto dal nuovo Presidente della Repubblica non è ben chiaro, dal momento che, anche se tutti sappiamo chi è e come la pensa, egli è stato eletto, in teoria, per rappresentare tutti gli italiani ed iniziare il suo mandato con un atto rievocativo della guerra civile non è certamente di buon auspicio.

No, non è vero che noi, a priori, condiviviamo con disagio la vicinanza con personaggi gravitanti in quell’area nota come sinistra democristiana o cattocomunista: l’eterno tentativo di unire il diavolo all’acqua santa che riprende fiato e vigore in questo periodo di accentuato relativismo. Ci fu chi, gravitando in quella stessa area politica, attirò le nostre simpatie e accese i nostri entusiasmi giovanili. Mi riferisco ad Enrico Mattei, ex partigiano, deputato democristiano, fondatore dell’ENI, promotore della formula del rapporto diretto fra Paesi produttori e Paesi consumatori di petrolio, coraggioso esponente di quella grande famiglia che in tutti i secoli e sotto tutte le bandiere si è battuta per il diritto dei popoli alla loro libertà e indipendenza. E  castigato con la morte per queste sue scelte dagli stessi immortali aderenti alla troika mondialista plutocratica che stanno attualmente portando un nuovo affondo alla cultura sociale e partecipativa ed alla stessa nostra civiltà.

Pur appartenendo alla stessa famiglia politica, il curriculum di Sergio Mattarella ha però poco da  spartire con le scelte coraggiose di Enrico Mattei, anzi, ne rappresenta l’esatto contrario: l’adattamento alle situazioni e la mediazione caratteristici della storia democristiana. Nato all’ombra di parentele politicamente poco nobili, come quella di De Mita o Leoluca Orlando, sfiorato da collusioni con il mondo di Tangentopoli e poi assolto, il Presidente viene oggi dipinto soprattutto come un grande nemico della mafia.

Ma, come ha scritto Riccardo Nuti, deputato M5s “Lodare Mattarella come antimafia perchè il fratello fu ucciso dalla mafia è falso e ipocrita perchè allora bisognerebbe dire anche che il padre era vicino alla mafia. E, se è vero che gli errori dei genitori non possono ricadere sui figli, allora non possono essere utilizzate altre vicende dei parenti in base alla propria convenienza. L'uccisione di un parente da parte della mafia (i motivi possono essere tanti e diversi fra loro) non dà nessun bollino di garanzia di lotta alla mafia".

Dubbi e perplessità destinati a fornire motivi di discussione. Di intuibile, per ora, vi è solo che Sergio Mattarella non sarà il presidente di tutti gli italiani, come non lo fu il suo predecessore, anch’egli appartenente ad un passato che non si vuole assolutamente far passare.