O patria mia, vedo le mura e gli archi/ E le colonne e i simulacri e l’erme/ Torri degli avi nostri/ Ma la gloria non vedo […]. Così Giacomo Leopardi nel canto dedicato All’Italia. Pur non vedendo anche noi la gloria come il povero Giacomo, notiamo un rapido proliferare delle teste di cazzo piddiote, euroserve e filo-atlantiste, adoratrici del mercato e di tutte le nefandezze neoliberiste. Le possiamo incontrare ovunque, perché sono come la gramigna e spuntano dove meno te lo aspetti, ad esempio in autobus nell’ora di punta o addirittura in cimitero la domenica.
L’invasione piddiota di ultracorpi iniettati dalla troika, assicura al paese almeno un decennio, ma più probabilmente due, di totale perdita della sovranità, di deindustrializzazione e di immiserimento massivo. Quando sarà troppo tardi le neoplebi, ridotte con le pezze al culo in una situazione sociale intollerabile, forse si “sveglieranno” manifestando la loro rabbia distruttiva, orfana di un chiaro progetto politico, ma sarà, appunto, troppo tardi per risalire la china e salvarsi.
Le teste di cazzo piddiote sono l’ultima versione di sottouomo – Ver. 2.0 minimal brain function – utile al grande potere dell’epoca, la spazzatura etica e politica che abbonda fra le rovine di questo paese e che trova corrispondenza in un materiale genetico di scarto. Sono costoro che consentono al sistema di reggere ed espandersi, almeno in occidente e in Italia, prima ancora che l’economia usata come arma contro le classi dominate e le nazioni ribelli.
Come prodotto specificamente italiano del neocapitalismo globale a vocazione finanziaria, le teste di cazzo piddiote/ subhuman Ver. 2.0 minimal brain function (per chi ama gli esotismi e la lingua dei padroni) si caratterizzano per la censura automatica di ogni pensiero sociopolitico contrario agli interessi delle Aristocrazie del denaro e della finanza. Non sono interessate alla questione sociale, che per noi è il problema dei problemi, ma ai diritti umani ipocriti ed evanescenti e a quelli delle minoranze, che servono per negare il diritto della maggioranza. Sono convinte che la “crescita”, concepita come squisitamente economica, misurata da decimali e punti di Pil con il segno più davanti, debba coniugarsi sempre e comunque con l’austerity, il rigore contabile e un controllo asfissiante (per la società) dei conti pubblici. Per loro la democrazia liberale è il migliore dei sistemi di governo possibili, anche perché non possono concepirne altri.
Queste teste di cazzo autoctone, nell’ex belpaese, partecipano in massa al rito del voto liberaldemocratico, assieme a farabutti che pensano al tornaconto personale (“io speriamo che me la cavo” e gli altri si fottano) ed ai votanti controllati dalla criminalità organizzata collusa con il potere (che votano sempre, in ogni occasione, anche alle primarie del piddì). Se poi un governo di nominati disattende l’esito elettorale, gli imbecilli seriali non si scompongono e trovano sempre delle giustificazioni, assolvendo il potere che bara.
Per loro il Quisling oligarchico Monti – fortissimamente voluto da Bersani! – era il “salvatore dell’Italia”, esattamente come oggi lo è Matteo Renzi. Infatti, c’è assoluta continuità nel programma politico applicato dai due, che conviene alla triade del male usa-nato-unione europide. I piddioti guardano sempre la pagliuzza nell’occhio dell’altro e mai la trave nel proprio, il dito piuttosto che la luna che il dito stesso dovrebbe indicare, i singoli alberi e non la foresta. Pare che li abbiano programmati così di proposito, assicurando un docile supporto idiota al sistema di sfruttamento neocapitalista.
Superiori agli altri animali, ma inferiori all’umano (a ciò che dovrebbe essere l’uomo se gli accadimenti storici fossero andati per il verso giusto), costituiscono una base ideale di consenso per il totalitarismo liberaldemocratico-neoliberista, che in Italia ha generato un grande partito collaborazionista – il piddì – e una serie di governi-Quisling. E’ a tali governi che il piddiota “minimal brain function” – incapace per definizione di ragionare con la propria testa, sviluppando un’idea personale della società e del mondo – garantisce senza meno il consenso aprioristico.
Con la loro dilagante presenza è possibile pensare alla riorganizzazione del partito unico collaborazionista in termini di partito della nazione, perché costoro daranno aprioristicamente il consenso, addomesticati dalla propaganda e dai media che li indirizzano nel senso voluto. Rischiano di essere più efficaci dello spread, in quanto arma di dominazione e controllo. E’ facilissimo sorvegliarli e non è necessario punirli (un bel risparmio di forze e di risorse!), perché fanno sempre ciò che gli si dice. Accettano ogni cosa, dalla ristrutturazione del mercato del lavoro nel senso della precarietà (jobs act), all’ennesima riforma delle pensioni in cantiere, pensata per tagliare le pensioni in nome di un’”equità” generazionale e per livelli di reddito. Quando sentono la parola “riforme” drizzano le antenne e gioiscono, convinti che si tratti di una cosa buona a prescindere. Basta dirgli “Oggi inizia il futuro!”, “Il futuro è oggi!”, “Il futuro è solo l’inizio!” e simili minchiate, perché si gasino e non capiscano più un cazzo ancor peggio del solito. Il potere dell’epoca, attraverso i camerieri locali e i media, per mobilitarli e “fidelizzarli” è sufficiente che ricorra a slogan e frasi reboanti ma vuote.
Perciò, se appariranno in futuro forze rivoluzionarie organizzate e agguerrite, disposte a tutto pur di liberare l’Italia e ridargli un po’ di dignità, queste non dovranno affrontare soltanto la repressione armata del nemico, ma dovranno porsi seriamente il problema di come gestire questa massa di imbecilli seriali, ossia i piddioti/ subhuman Ver. 2.0 minimal brain function, che potrebbero far fallire la rivoluzione. Un problema non da poco, visto che difficilmente si procederà, per tanti che sono, alla loro completa eliminazione fisica!