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Perchè gli USA temono un successo di Putin in Siria

di Finian Cunningham - 19/10/2015

Fonte: controinformazione


 

Agli USA ed ai loro alleati non dispiacerebbe assistere ad un esito fallimentare e terribilmente negativo delle operazioni militari portate avanti dai russi in Siria, visto che il successo dell’operazione russa produrrebbe un totale fallimento delle macchinazioni occidentali per un cambio di regime . L’eventuale successo dell’ intervento russo segnerebbe invece anche un cambiamento nell’equilibrio di forze che allontanerebbe l’egemonia USA.

La scorsa settimana il segretario alla Difesa Ashton Carter in modo enigmatico ha presetto che “la Russia subirà, come conseguenze del suo interventi in Siria atti di terorrismo realizzati sul territorio russo”.  Pochi giorni dopo l’avvertimento di Carter, le autorità russe hanno scoperto una cellula jihadista a Mosca ch preparava un attacco terroristico, negli stessi giorni si è verificato un attacco con i mortai contro l’ambasciata della Federazione Russa a Damasco, un attacco che il ministro degli esteri russo Lavrov ha qualificato come un atto di terrorismo.

 

Si potrebbe supporre che Washington abbia assunto una certa soddisfazione quando Carter ha predetto un possibile e nefasto futuro di terrore ai danni della Russia. Dall’inizio della campagna di bombardamenti aerei russa contro i gruppi del terrore in Siria, iniziata dal 30 Settembre, Washington ed i suoi alleati occidentali hanno cercato in tutti i modi possibili di screditare e denigrare l’intervento militare russo.  Il presidente statunitense Obama ha iniziato a condurre la campagna di discredito affermando che “l’intervento era condannato al fallimento”, mentre il primo ministro britannico David Cameron ha voluto etichettare il movimento russo come un “grave errore” da parte di Putin. Questa settimana, i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno amplificato le critiche americane dicendo che gli attacchi aerei russi puntano a colpire i “ribelli moderati” ed hanno chiesto che Mosca fermi le sue operazioni a meno che siano espressamente dirette contro lo Statto Islamico e altre “reti del terrore designate dalle Nazioni Unite”.

La credibilità delle contestazioni americane ed europee sugli attacchi aerei russi è, naturalmente, molto questionabile.

Tuttavia il punto qui è che si rende sempre più evidente ce Washington ed i suoi alleati vogliono creare un problema attorno all’intervento russo in Siria. Perchè l’Occidente fa di tutto per frustrare l’intervento russo?
Come è stato ampiamente documentato, la nozione di “ribelli moderati” in Siria è una forma di finzione diffusa dai governi occidentali e dei media occidentali per fornire copertura ed appoggio ai mercenari stranieri che combattono illegalmente in Siria per rovesciare il governo sovrano. La Russia di Sergei Lavrov la scorsa settimana ha rifiutato il presunto moderato “Esercito Libero della Siria”(ELS) – molto aizzato dall’occidente, come un “fantasma”.

Questa opinione è stata confermata questa settimana nel Regno Unito, dall’ex ambasciatore in Siria Peter Ford il quale ha detto che “praticamaente tutti i gruppi di opposizione armata in Siria sono radicali estremisti, l’ISIS (Stato Islamico) o intercambaibili con l’ISIS”.
Una delle ragioni per cui l’Occidente si rallegrerebbe ad assistere ad un fallimento russo in Siria è semplicemente quella che l’interventio di Putin si sta facendo tanto efficace nella distruzione delle reti terroriste che siano associate allo Stato Islamico o alla pletora di mercenari affiliati ad Al Qaeda ed altri gruppi, che questi includono le Brigate del denominato Esercito Libero di Siria che condividono le armi ed i combattenti di Al Qaeda, filiale di Al Nusra, Ahrar al-Shams y Jaish al-Fatah, tra gli altri.

Se valutiamo i quattro anni del conflitto in Siria come risultato di un appoggio occidentale alla guerra coperta per un cambio di regime, da lì deriva che i gruppi di mercenari stranieri che combattono in Siria sono derivazioni occidentali. Questo lo sappiamo anche perchè il comandante dell’Agenzia USA di Difesa ed intelligence, tenente Generale Michel Flynn ha, con molta francheza,  rivelato che l’Amministrazione Obama ha preso una deliberata decisione per patrocinare i gruppi estremisti con il proposito del cambiamento di regime.

Pertanto le operazioni antiterroristiche russe che si sono rivelate in tutta la loro efficacia – a differenza di quelle condotte dagli USA e dalla denominata coalizione antiterrore che sono risultate inefficaci dopo un intero anno- causano l’angustia in Washington e nei suoi alleati esattamente perchè Mosca aiuta a distruggere la strategia occidentale del cambio di regime. Non si dimantichi che i milioni di dolari che sono stati investiti da Washington, dalla gran Bretagna, dalla Francia, dalla Turchia, dall’Arabia Saudita e dal Qatar per rovesciare il governo siriano di Bashar al-Assad, in buona parte con la finalità di danneggiare i suoi alleati, la Russia e l’Iran.

Un’altra ragione del disgusto occidentale sull’intervento russo in Siria consiste nel fatto che questo intervento mette in evidenza il carattere fraudolento e criminale dei poteri Occidentali e dei regimi dei loro alleati regionali. La Russia conduce operazioni che sono perfettamente legali sotto il diritto internazionale con il pieno consendo del governo siriano- a differenza della coalizione comandata dagli USA che bombarda il paese illegalmente. Vladimir Putin ha delineato questa differenza legale come elemento di grande importanza. Dal punto di vista occidentale, questa messa a nudo del carattere depredatorio ed illegale dei loro interventi, risulta intollerabile.
Questo spiega in parte perchè Washington ed i suoi alleati europei vogliano screditare le operazioni della Russia in Siria. Tuttavia il tentativo fallirà.

Anche i media occidentali hanno dovuto informare circa il crescente appoggio popolare alla Russia nel Medio Oriente. Il Washington Post questa settimana intitola: Nel mezzo degli attacchi aerei russi, ascende un sostegno a Putin in tutto il Medio Oriente”.

Il documento descrive di come le strade dei paesi arabi dalla Siria all’Egitto, all’Iraq ed al Libano, stiano celebrando Vladimir Putin come un eroe perchè la Russia appare decisiva nelle sue operazioni contro il terrorismo. Cartelli con l’effige di Putin come un eroe stanno apparendo sulle auto e sui cartelli pubblicitari in ogni parte della Siria, dell’Iraq, in appoggio all’intervento militare russo in Siria come una azione  che permetterà di correggere l’equilibrio di potere nella regione”, lo dice il W. Post. Il libro Bianco : “Il leader della Russia sta ottenendo elogi da molti in Iraq ed in Siria, che si riallacciano con la Siria come un punto di inflessione dopo oltre un anno di sforzi inefficaci della coalizione capeggiata dagli USA per far sloggiare i miltanti dello Stato Islamico che hanno occupate una buona parte dei due paesi”.

Tre giorni dopo che la Russia ha iniziato la sua campagna contro il terrorismo in Siria, Obama aveva fatto una curiosa offerta a Putin. Il 3 di Ottobre la CNN ha informato che il Presidente degli Stati Uniti aveva offerto alla Russia la sua disponibilità a cooperare con la Russia a condizione che il piano includesse anche  la rimozione del Presidente siriano Bashar al-Assad.   Di seguito  Obama aveva avvertito che la campagna aerea avrebbe portato un maggiore spargimento di sangue e questo avrebbe prodotto una situazione in cui Mosca si sarebbe trovata bloccata in un pantano.

Putin ha affermato in modo inequivoco che Assad è il presidente legittimo della Repubblica Arana di Siria e che l’intervento russo è instradato ad appoggiare il governo sovrano. In altre parole ha ripudiato l’offerta di Obama di un patto per il cambiamento di regime.

Risulta inquietante che, questa settimana, il New York Times ha informato che i militanti jihadisti in Siria stanno ricevendo per la prima volta abbondanti rifornimenti di un potente sistema di missili anti carro made in USA, come segnala il giornale: “nel contesto di una capacità di armamento aumentata dei ribelli e con la Russia che incrementa costantemente il numero degli attacchi contro gli oppositori del governo di Assad, il conflitto in Siria si rivela sempre più vicino ad una guerra per procura fra Stati Uniti e Russia”.

Washington vuole e necessita che la Russia fallisca in Siria. Tenuto conto delle conseguenze di una guerra sporca, non soltanto in Siria ma in tutta la regione, un successo della Russia sarebbe troppo difficile da sopportare per le ambizioni egemoniche di Washington.

 

* Finian Cunningham (born 1963) has written extensively on international affairs, with articles published in several languages. Originally from Belfast, Ireland, he is a Master’s graduate in Agricultural Chemistry and worked as a scientific editor for the Royal Society of Chemistry, Cambridge, England, before pursuing a career in newspaper journalism. For over 20 years he worked as an editor and writer in major news media organizations, including The Mirror, Irish Times and Independent

Fonte: Information Clearing House

Traduzione: Luciano Lago