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Gli attentati di Parigi e la disastrosa politica di Hollande

di Yusuf Fernandez - 16/11/2015

Fonte: Controinformazione


 

I mortali attacchi terroristici di Parigi, che hanno lasciato un saldo di 128 vittime sul terreno e centianaia di feriti, sono un’altra manifestazione in più delle brutali azioni terroriste che hanno insanguinato numerosi paesi del mondo: la Siria, il Libano, l’Iraq, la Russia la Francia e molti altri paesi.

Tuttavia in questo momento di dolore per il popolo francese e per il mondo intero, si dovrebbe trovare anche un momento di riflessione su quale sia stata la responsabilità del governo di Francois Hollande e di altri governi occidentali nella crescita del terrorismo e in concreto, dello Stato Islamico e degli altri gruppi terroristici, in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero.


Secondo quanto segnalato dal sito di RT lo scorso 6 di Maggio, il presidente francese aveva ammesso ad un giornalista che la Francia aveva consegnato armi “letali” ai “ribelli” in Siria dal 2012 nonostante che vi fosse l’embargo deciso dall’Unione Europea. Quella è stata la prima volta in cui Hollande aveva rivelato questa informazione visto che in precedenza affermava unicamante di aver distribuito soltanto armi “non letali”.

Il giornalista, a cui Hollande aveva fatto questa dichiarazione, si chiama Xavier Panon ed è specailizzato nelle questioni diplomatiche e militari. Lo stesso ha pubblicato un libro dal titolo: Dans le coulisses del diplomatie française”(Dietro le quinte della diplomazia francese). Vedi video:Youtube.com/watch

“Abbiamo iniziato a consegnare le armi quando siamo stati sicuri che sarebbero finite in mani adeguate”, aveva dichiarato Hollande al giornalista, autore del libro, “in quanto l’armamento letale veniva consegnato dai nostri servizi”, ha proseguito il presidente francese.
Secondo le informazioni passate a Panon, Parigi ha consegnato nelle mani dei “ribelli” (miliziani jihadisti) nel corso del 2012 sistemi di artiglieria, mitragliatrici pesanti, lancia razzi, missili anticarro. In quel periodo vi era una proibizione della UE per la consegna di armi in Siria, embargo che fu levato nel Maggio del 2013. Secondo il giudizio del giornalista, uno degli obiettivi scelti dai terroristi era la sede dell’intelligence militare siriana.

Naturalmente Hollande ed altri responsabili dei governi occidentali hanno cercato di giustificare il loro comportamento sulla base della falsa affermazione che esistono nella regione dei presunti “ribelli moderati”, in particolare nell’organizzazione denominata ESL (Esercito Libero Siriano). Tuttavia vi sono evidenze che dimostrano la falsità di questa affermazione.

Quando il giornalista tedesco Jürgen Todenhöfer, il quale ha visitato le regioni della Sira e dell’Iraq controllate dall’ISIS l’anno scorso, era stato interrogato circa quello che pensano gli jihaddisti riguardo al ESL, lui stesso ha risposto: “Loro (quelli dell’ISIS) si burlano di questo gruppo e non lo prendono neanche sul serio. Loro stessi gli hanno detto: “l’ELS è la nostra migliore fonfe di armi. Quando dispongono di una buona arma, loro ce la vendono ad un buon prezzo”. Gli jihadisti dell’ISIS prendono sul serio soltanto al-Assad. L’ESL non svolge alcun ruolo nella regione”.

Gli stessi capi dell’autoproclamato Esercito Libero della Siria nella provincia di Idlib, come Abu Hashem, hanno difeso la decisione presa in Ottobre di integrarsi con il gruppo terrorista di Al-Nusra. Lui stesso ha spiegato che 13 componenti della sua milizia si sono uniti con il gruppo terrorista, braccio armato di Al Qaeda in Siria, per sostenere uno “scambio di esperienze”, lo ha rivelato uno dei siti web gestiti dagli stessi gruppi oppositori al Governo di Damasco.
Secondo Hashem, i componenti del ELS e quelli del Fornte Al Nusra, sono da considerarsi “fratelli”, non esistono differenze tra i loro propositi, visto che condividono lo stesso nemico che è rappresentato da Assad, il suo Governo e il suo Esercito di leva.

La cosa peggiore è che la politica francese si è trasformata in ostaggio di altre forze esterne, fondamentalmente dall’influenza israeliana, che ha portato (a suo tempo) alla nomina come candidato presidenziale dello stesso Hollande dentro il Partito Socialista e  dai contratti miliardari di fornitura d’armi firmati con l’Arabia Saudita e con il Qatar. Queste influenze e la dipendenza servile dagli USA hanno messo fine a quella che fu la politica estera gollista basata sull’indipendenza e sull’autonomia della Francia.

Il Presidente siriano, Bashar al Assad, aveva avvisato in numerose occasioni che la politica della Francia e di altri politici occidentali era profondamente sbagliata perchè avrebbe finito per ritorcersi contro gli stessi paesi occidentali e tendeva a debilitare l’Esercito e lo Stato siriano, che sono le uniche forze capaci di di combattere contro il terrorismo in una forma efficace nel loro paese.

Se questo indebolimento non ha avuto conseguenze maggiori – con la disgregazione dello Stato siriano, la caduta di Damasco in mano agli jihaddisti, l’arrivo al potere dei gruppi takfiri in Siria – questo è stato soltanto per la fermezza del popolo siriano e dei suoi principali alleati, la Russia e l’Iran.

Gli orribili attentati di Parigi dovrebbero portare i leaders francesi a consideraare che non esiste un terrorismo “buono” (quando serve ai propri fini) ed un altro “cattivo”, in base ai propri obiettivi. Bisogna anche segnalare che l’unica forma di sradicare questa piaga è quella di una cooperazione internazionale che includa tutte le forze che combattono sul terreno contro quello, includendo naturalmente la Siria di Assad che da cinque anni resiste all’avanzata dei gruppi del terrorismo islamico.

Chissà se la Francia e l’Europa tutta capiranno la “lezione” che proviene da Parigi.

Fonte: Al Manar

Traduzione: Luciano Lago